Cronaca
A Sorrento, ennesimo inganno: lei attirava gli uomini, lui li spogliava, scattano gli arresti.
In Penisola Sorrentina, coppia in trappola per adescamenti e furti: quando il fascino nasconde il raggiro? #Sorrento #Carabinieri #TruffeLocali #SicurezzaTuristica
A Sorrento, terra di scorci mozzafiato e promesse di evasione, un’indagine dei Carabinieri ha smascherato una coppia che ha trasformato il desiderio in un business criminale, lasciando una scia di vittime tra turisti e locali. Come chi vive qui sa bene, eventi del genere non sono solo fatti di cronaca: sono un campanello d’allarme per una comunità che lotta per preservare l’immagine di paradiso costiero da chi ci vede solo prede facili.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, ha portato all’arresto di due individui: lui, un uomo di Gorizia, ora rinchiuso in carcere, e lei, originaria di Pomigliano d’Arco, agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico. I reati contestati sono gravi – furto aggravato, uso indebito di carte di pagamento e persino sfruttamento della prostituzione – e riflettono un sistema rodato che ha infettato non solo la Penisola Sorrentina, ma anche le aree vicine come quella oplontina e stabiese.
Per mesi, da novembre 2023 a maggio 2025, questa coppia ha orchestrato decine di colpi, come ricostruito dai militari della Stazione di Sorrento a partire da una denuncia iniziale. La donna fissava incontri a pagamento in un appartamento fornito dal compagno, un setup che suona fin troppo familiare in una zona dove gli affitti turistici sono all’ordine del giorno. Mentre lei distraeva le vittime durante i rapporti, lui si muoveva nell’ombra, rovistando tra i vestiti per sottrarre carte bancomat o di credito. In alcuni casi, per non destare sospetti, sostituiva le carte rubate con altre simili, dello stesso istituto bancario – un tocco di astuzia che, da residente, mi fa riflettere su quanto sia facile sfruttare la disattenzione in ambienti dove la privacy è venduta a caro prezzo.
Una volta in possesso delle carte e dei relativi PIN, i due passavano all’azione rapida: prelievi agli sportelli automatici o pagamenti tramite POS, spesso spesi in gratta e vinci e acquisti impulsivi. È un meccanismo che non sorprende chi conosce le dinamiche locali: qui, dove il turismo alimenta un’economia frenetica, i criminali trovano terreno fertile per mescolare sesso, distrazione e avidità. Ma questo non è solo un crimine isolato; è un sintomo di un problema più ampio, come l’aumento di piattaforme online che facilitano incontri facili, spesso a discapito della sicurezza delle persone.
Le indagini hanno svelato un ruolo centrale per l’uomo, che andava oltre la semplice logistica: curava la promozione degli appuntamenti su siti di incontri, accompagnava la compagna e intascava una fetta dei guadagni, cementando un vero sfruttamento. Attraverso l’analisi di video di sorveglianza, dati bancari, chat e contenuti dai cellulari, gli inquirenti hanno costruito un quadro inoppugnabile. Come ha osservato il GIP di Torre Annunziata, la coppia ha dimostrato una “serialità e particolare capacità organizzativa”, un commento che, da cronista del territorio, mi spinge a chiedermi quanto questa “organizzazione” rifletta la crescente professionalizzazione del crimine in aree come la nostra, dove la vicinanza al mare attrae sia visitatori innocenti che opportunisti.
Alla fine, con l’uomo trasferito nel carcere di Gorizia e la donna monitorata nella sua abitazione, questo caso resta un monito per Sorrento e dintorni: in una terra che vive di ospitalità, il confine tra piacere e inganno è sottile, e spetta a noi, come comunità, rafforzare le difese contro chi profana il nostro paesaggio con avidità. La vera sfida ora è prevenire che storie del genere diventino la norma in un posto che merita molto di più.
