Cronaca
A San Giorgio, rapimento improvviso: i cugini Renato e Giovanni Franco in manette, un altro segnale di inquietudini locali. (87 caratteri)
#SanGiorgioSottoAssedio: Due Arresti Chiudono il Caso del Rapimento che ha Terrorizzato la Città
In una Napoli sempre più intrecciata con ombre di criminalità, l’arresto di due cugini segna la fine di un incubo che ha scosso San Giorgio a Cremano e rivelato, ancora una volta, i tentacoli della malavita locale. Come cronista di queste strade, non posso fare a meno di riflettere su come eventi del genere non siano solo fatti di cronaca, ma ferite aperte in una comunità che lotta per la normalità tra estorsioni e clan.
Il sequestro, datato 8 aprile 2025, ha coinvolto il figlio quindicenne di un imprenditore che gestisce un autolavaggio, un obiettivo scelto con cinismo per stringere la morsa dell’estorsione. Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, coordinati con il Nucleo Pef della Guardia di Finanza, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere contro Renato Franco, 28 anni, e Giovanni Franco, 25 anni, considerati parte integrante del commando. Questo colpo di coda investigativo arriva dopo mesi di lavoro serrato, che ha già visto l’arresto del terzo membro, Amaral Pacheco De Oliveira, 25 anni, catturato il giorno stesso del rapimento grazie al tracciamento delle comunicazioni.
Qui a San Giorgio, dove le vie affollate di giorno nascondono paure notturne, il blitz è stato un’azione brutale e calcolata. Il giovane è stato prelevato con violenza in pieno giorno: trascinato a forza in un furgone mentre Giovanni Franco sventolava una pistola per scoraggiare qualsiasi intervento. I rapitori, mascherati per celare le identità, hanno operato con una precisione che fa pensare a pianificazioni ben rodate. Renato Franco, dipinto come il cervello dell’operazione, coordinava da remoto, assicurandosi che ogni passo filasse liscio come un ingranaggio di un meccanismo perverso.
Il ragazzo ha passato ore nel terrore, legato al buio e incappucciato, prima che le trattative sul riscatto lo riportassero alla libertà vicino allo svincolo di Licola sulla tangenziale napoletana. Come chi vive questi quartieri sa bene, non è solo un fatto isolato: è un’eco delle dinamiche che avvelenano il tessuto sociale, dove il ricatto diventa routine per chi si sente protetto da alleanze oscure.
La chiave per la svolta? Intercettazioni che hanno permesso di intercettare un incontro a Pozzuoli, portando all’arresto immediato di Amaral Pacheco De Oliveira. Con sé, l’uomo aveva il cellulare usato per le richieste di riscatto e i contatti con i complici. Ma le indagini non si sono fermate: è emerso come Renato Franco abbia tentato di tappare le falle, offrendo denaro alla compagna dell’arrestato e pagando le sue spese legali, un classico tentativo di corrompere la catena della giustizia che, da queste parti, è fin troppo familiare.
E qui entra in gioco il vero veleno: i legami con la criminalità organizzata. Renato Franco è stato collegato al clan Attanasio, e le note investigative parlano anche di suoi contatti con i clan Aprea-Cuccaro. Giovanni Franco, a sua volta, intratteneva rapporti con gli Attanasio. L’ordinanza cautelare non usa mezzi termini, sottolineando “l’efferatezza” con cui il delitto venne commesso e la “freddezza” mostrata dagli indagati, che non hanno mostrato un briciolo di rimorso. Ma c’è di più: le ricerche hanno portato alla luce altre losche attività, come richieste estorsive accompagnate da minacce velate e operazioni di fatturazione per servizi inesistenti, probabilmente un canale per il riciclaggio.
Come giornalista radicato in questo territorio, devo dire che questi arresti sono un piccolo respiro per San Giorgio a Cremano, ma non illudiamoci: sono solo la punta di un iceberg. La criminalità qui non è un fenomeno esterno, ma una piaga che si nutre di connessioni locali, erodendo la fiducia e il benessere di chi, come quel padre d’impresa, cerca solo di mandare avanti la propria vita. È tempo che la comunità e le istituzioni rafforzino le difese, prima che altre storie come questa diventino la norma.
