Cronaca
A Salerno, il Riesame ribalta la decisione: annullato sequestro per indagato nel blitz antimafia di Pagani, un colpo di scena nelle nostre battaglie locali.
Svolta improvvisa nell’inchiesta sul clan Fezza-De Vivo: sequestro annullato a Salerno! #Salerno #Antimafia #Giustizia
In una città come Salerno, dove le ombre della criminalità organizzata si intrecciano con la vita quotidiana, un recente colpo di scena giudiziario solleva interrogativi sul rigore delle indagini antimafia. Qui, tra le strette vie di Pagani e i palazzi del potere, l’inchiesta contro il clan Fezza-De Vivo ha visto un significativo ribaltone: il Tribunale del Riesame ha deciso di annullare un sequestro preventivo che puntava dritto al portafoglio di uno degli indagati. Una mossa che, da queste parti, viene letta come un campanello d’allarme sui meccanismi della giustizia, spesso troppo lenti o incerti di fronte a organizzazioni che infestano il territorio.
Come cronista locale, conosco bene quanto queste storie non siano solo fatti di cronaca, ma riflessi della nostra realtà: il Tribunale del Riesame, con al timone la presidente Dolores Zarone e le colleghe Cristina De Luca ed Enrichetta Cioffi, ha accolto le argomentazioni della difesa, rappresentata dall’avvocato Gioacchino Genchi, decretando l’insufficienza di prove per mantenere il sequestro. Al centro della disputa, una polizza assicurativa dal valore superiore a 38mila euro, originariamente congelata con l’accusa di essere frutto di attività illecite. Eppure, i giudici hanno smontato questa ipotesi, sottolineando l’assenza di elementi concreti che collegassero il bene a una sproporzione tra redditi e acquisti sospetti. È un verdetto che fa discutere, soprattutto in un contesto come il nostro, dove la camorra ha radici profonde e ogni passo falso nelle indagini rischia di alimentare dubbi sulla capacità delle istituzioni di contrastarla.
Non posso fare a meno di riflettere su cosa questo significhi per la comunità salernitana. Da anni, seguiamo le operazioni contro gruppi come Fezza-De Vivo, con arresti massicci come quello dell’11 settembre che ha portato in manette 88 persone, tra presunti boss e fiancheggiatori. Ma quando un sequestro viene revocato per mancanza di basi solide, ci chiediamo se non sia un segnale di fragilità nel sistema: troppe risorse spese, troppe aspettative deluse, e la gente qui, nei quartieri colpiti, che osserva con scetticismo. In una nota, la difesa di Giuseppe D’Auria ha celebrato il successo, parlando di “riconoscimento pieno delle censure presentate” e di “una decisione che ristabilisce la legalità violata da un atto privo dei presupposti previsti dal codice”. Parole che, se da un lato riecheggiano come una vittoria per l’imputato, dall’altro fanno eco alle nostre paure locali: è davvero giustizia, o solo un’anomalia che indebolisce la lotta contro il crimine?
In fondo, questo episodio non fa che arricchire il mosaico complesso dell’inchiesta, ancora saldamente in mano alla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno. Per noi che viviamo qui, è un richiamo alla vigilanza: la camorra non si sconfigge con un colpo solo, ma con indagini approfondite e una comunità unita. E mentre aspettiamo i prossimi sviluppi, ci domandiamo se questa svolta servirà da lezione per rafforzare le maglie della legalità o se, invece, lascerà spazio a nuove ombre nel nostro territorio.
