Cronaca
A Poggioreale, l’ennesimo sequestro di droga: un chilo nei sotterranei del Connolo, segnali di un problema radicato.
Una giornata da film crime a Poggioreale: Carabinieri in azione contro il sommerso! #Poggioreale #NapoliSicura #ForzeDellOrdine
Ah, Poggioreale, quel quartiere che tutti noi napoletani conosciamo fin troppo bene: un mix di vita quotidiana e ombre nascoste, dove gli sforzi delle forze dell’ordine spesso rivelano il volto crudo di una comunità che lotta contro il degrado. Ieri, i Carabinieri della Compagnia locale hanno condotto un’operazione a tappeto che ha fatto sembrare le nostre strade un set hollywoodiano, solo che qui non ci sono attori, ma persone reali che pagano il prezzo di un sistema a volte troppo tollerante.
Immaginate: su 128 individui identificati nel corso della giornata, ben 46 avevano precedenti penali. Non è solo un numero, è un campanello d’allarme per chi, come me, vive qui e vede come l’illegalità si annidi tra le pieghe del tessuto sociale. Poi, ci sono state 36 multe per violazioni al codice della strada – un classico, visto che le nostre vie sono sempre un caos di motorini e auto che sfidano ogni regola. E non dimentichiamo i nove giovani segnalati alla Prefettura per uso di stupefacenti; ragazzi che, forse, sono solo vittime di un mercato nero che prospera nei vicoli, alimentando un ciclo di dipendenza che la nostra città fatica a spezzare.
Ma il clou è arrivato con il blitz nelle cantine di un complesso residenziale nel rione Sant’Alfonso, noto da queste parti come il “Connolo”. Là, tra polvere e ombra, i militari hanno scovato quasi un chilo di sostanze illecite – hashish, marijuana, cocaina e crack – già pronte per la strada. Un sequestro che, una volta calcolato, avrebbe potuto fruttare intorno ai 7.000 euro sul mercato nero. Come cronista del posto, non posso fare a meno di riflettere: quanti di noi sanno che sotto i nostri piedi, nei sotterranei fatiscenti, si nasconde un’economia parallela che erode la sicurezza delle famiglie? È un colpo duro al traffico locale, ma anche un reminder che, senza interventi più incisivi sulle cause sociali, come la disoccupazione giovanile, questi “arsenali” continueranno a spuntare.
Passando al cosiddetto racket dei POS internazionali, la storia si complica con un tocco di globalizzazione che fa sorridere amaramente. Una coppia improbabile – un 45enne romeno con un curriculum da manuale delle forze dell’ordine e una 25enne irlandese senza macchia – è stata fermata con 2.700 euro in contanti e 11 carte di credito. La loro scusa? Una innocua vacanza a Napoli. Peccato che, nella perquisizione della camera d’albergo in via vicinale Galeoncello, siano saltati fuori cinque dispositivi POS per pagamenti elettronici e quattro smartphone. Solo uno era intestato legalmente a una società di Roccadaspide, in provincia di Salerno, dove l’amministratore pare avesse prestato il conto corrente in cambio di una fetta del guadagno. Risultato: tutti e tre denunciati per riciclaggio in concorso. Da locale, vedo in questo un meccanismo astuto che sfrutta le crepe del nostro sistema finanziario, attirando criminali da fuori e trasformando Napoli in un hub per operazioni sporche. Ironico, no? Mentre noi lottiamo per far ripartire l’economia locale, c’è chi la usa per lavare soldi.
E non è finita: la follia si è spostata al pronto soccorso dell’Ospedale del Mare, dove un 31enne, frustrato per un’attesa che probabilmente è la norma in questi luoghi sovraccarichi, ha impugnato un paio di forbici minacciando un medico. I Carabinieri, già in zona, l’hanno bloccato in un baleno, denunciandolo per minaccia aggravata. Un episodio che mi fa riflettere sul stress che grava sul nostro sistema sanitario: dottori esausti, pazienti esasperati, e in mezzo a tutto questo, la violenza che esplode. Quanti di noi hanno atteso ore in fila, sapendo che un attimo di rabbia potrebbe degenerare?
Infine, i controlli stradali hanno smascherato i soliti “furbetti”: un 25enne è stato pizzicato con un permesso di guida provvisorio, ottenuto dopo una falsa denuncia di smarrimento, ma in realtà la patente era solo sospesa. Denuncia per falsità ideologica e multa annessa. E per completare il quadro, altri quattro guidatori scoperti senza patente, recidivi nel biennio. Qui, come residente, non posso che commentare con un po’ di realismo: queste storie non sono isolate, sono il sintomo di una cultura della furbizia che permea le nostre abitudini quotidiane, dal parcheggiare in doppia fila al cercare scorciatoie illegali.
In fondo, questa giornata di controlli non è solo un successo per i Carabinieri, è un specchio per Poggioreale e per Napoli intera. Mostra quanto sia necessario un impegno collettivo – dalle istituzioni alle comunità – per affrontare le radici di questi problemi, dalla povertà alla mancanza di opportunità. Altrimenti, rischiamo di rivedere lo stesso copione domani.
