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Cronaca

A Napoli, sparisce l’insegna simbolo dell’Officina della Tammorra: un furto che ferisce il cuore della tradizione locale. (84 caratteri)

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Furto vergognoso nel cuore di Napoli: rubata l’insegna simbolo della cultura popolare! #NapoliAutentica #DifendiamoLeTradizioni #TammorraRubata

Nel cuore pulsante del Centro Storico napoletano, dove il caos di turisti e residenti si intreccia con secoli di storia, un furto meschino ha colpito non solo un’attività artigianale, ma l’essenza stessa della nostra identità culturale. L’Officina della Tammorra, quel piccolo scrigno di tradizioni gestito dall’instancabile Paola Gargiulo, è stata depredata di un simbolo iconico: una tammorra enorme, larga quasi un metro e venti, che da anni vegliava sui vicoli come un guardiano silenzioso della musica popolare campana.

Come cronista locale, so bene quanto il Centro Storico sia un crogiolo di vitalità e disordine, dove la folla frenetica può diventare il perfetto paravento per gesti del genere. È accaduto di sabato pomeriggio, intorno alle 15:30, in pieno orario di affollamento, quando Paola si è allontanata per pochi minuti dalla sua bottega. Al ritorno, l’amara scoperta: l’insegna, impossibile da non notare tra la calca di visitatori, era sparita nel nulla. Un colpo rapido e audace, che lascia interdetti e solleva interrogativi sulle falle della nostra sicurezza urbana. Come è possibile che, in un’area così battuta, nessuno si sia accorto di nulla? Qui, dove ogni angolo racconta storie di resistenza, questo episodio non è solo un reato, ma un affronto alla comunità che lotta per preservare le proprie radici.

Paola, artigiana e custode di un patrimonio inestimabile, ha subito un colpo che va oltre il materiale. “Non avrei mai pensato che qualcuno potesse fare una cosa simile,” ha dichiarato la titolare, sconvolta. E in un sfogo carico di emozione, aggiunge: “Sono molto legata a quella tammorra che rappresenta 25 anni di lotte e sacrifici e il ricordo di mio marito. Dopo tanti anni nei quali ci siamo battuti per non far perdere un patrimonio della nostra cultura, spero che mi aiutino a recuperarla. Mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia visto niente.” Come napoletano doc, mi unisco al suo dolore: quell’oggetto non era mera decorazione, ma un testimone vivente di decenni di dedizione, un pezzo di storia personale che si fonde con quella collettiva, in una città dove la tradizione musicale è l’anima stessa delle strade.

L’indignazione non si è fatta attendere, e giustamente. Il deputato Francesco Emilio Borrelli, figura familiare nella nostra scena politica, ha definito il gesto come un attacco vigliacco alla Napoli vera, quella che resiste tra le crepe della quotidianità. “Quel grande strumento non era un semplice oggetto decorativo: rappresentava 25 anni di lavoro, sacrifici, identità e memoria, legati anche alla storia personale di Paola e di suo marito. Portarlo via significa colpire un pezzo di Napoli autentica, quella che resiste tra mille difficoltà per tenere viva la nostra tradizione musicale.” Borrelli, che conosco per il suo impegno costante sul territorio, non si è limitato a parole: ha lanciato un appello ai responsabili, esortandoli a un “sussulto di dignità” e chiedendo la restituzione immediata. Allo stesso tempo, ha spinto le autorità a scandagliare le telecamere della zona, in un quartiere dove i sistemi di sorveglianza dovrebbero essere un baluardo contro questi atti sfrontati.

In una Napoli che combatte quotidianamente contro il declino e l’incuria, episodi come questo non fanno che amplificare lo spirito critico di chi, come me, vive queste dinamiche da vicino. Rubare un simbolo culturale non è solo un crimine economico; è un colpo al cuore di una comunità che si affanna a difendere le sue eredità. Borrelli, con il suo impegno, ci ricorda che non possiamo arrenderci: “Continuerò a seguire la vicenda finché l’insegna non tornerà al suo posto. Paola non deve sentirsi sola: la cultura va difesa, non rubata.” È un richiamo a tutti noi, a non voltarci dall’altra parte, perché la vera forza di Napoli risiede nella sua capacità di reagire e preservare ciò che ci rende unici.

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