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Cronaca

A Napoli, Rita De Crescenzo contro l’ingiustizia: “Negarmi il voto è un accanimento inaccettabile”

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A Napoli, Rita De Crescenzo contro l’ingiustizia: “Negarmi il voto è un accanimento inaccettabile”

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Napoli, città di contraddizioni e passioni, torna a far parlare di sé attraverso la storia di Rita De Crescenzo, la popolare tiktoker che ha messo le sue radici digitali nel cuore del territorio partenopeo. Conosciuta per aver organizzato quella memorabile carovana di turisti verso Roccaraso, attirando l’attenzione nazionale con il suo mix di ironia e promozione locale, Rita si ritrova ora al centro di una vicenda che puzza di vecchia burocrazia nostrana.

Come cronista che vive e respira queste strade ogni giorno, non posso fare a meno di riflettere su quanto sia comune, qui a Napoli, incappare in questi inciampi amministrativi che lasciano l’amaro in bocca. Ieri mattina, Rita si è presentata al seggio del Pallonetto di Santa Lucia – un quartiere simbolo della nostra città, con le sue vedute mozzafiato sul golfo e le sue storie di resilienza quotidiana – pronta a esercitare il suo diritto al voto, proprio come aveva fatto appena cinque mesi fa. Ma ecco la beffa: il suo nome non c’era negli elenchi elettorali, trasformando quella che doveva essere una routine civica in un’umiliazione pubblica.

Nei suoi video sui social, pieni di quel fuoco napoletano che tutti conosciamo, Rita non ha risparmiato critiche al sistema. “È una vergogna, un accanimento vero e proprio contro di me”, ha esordito, sfogando la frustrazione che tanti di noi provano quando la macchina burocratica decide di andare per i fatti suoi. Lei, che vive stabilmente in via del Pallonetto di Santa Lucia con marito e figlio, sottolinea come non ci sia nulla di irregolare nella sua situazione: “Io non sono irreperibile, non sono evasa”. E per rafforzare il punto, ricorda che proprio in quella stessa giornata i carabinieri sono passati a casa sua per notificare un provvedimento, dimostrando che le istituzioni sanno benissimo dove trovarla. È un dettaglio che, da locale, mi fa riflettere: quante volte abbiamo visto queste incoerenze nelle procedure anagrafiche napoletane, dove un braccio dello Stato ti ignora e l’altro ti bussa alla porta?

Rita non si ferma qui e accusa apertamente un trattamento sleale: “Ho convinto tanta gente ad andare a votare, e a me hanno fatto questa cattiveria enorme”. Senza specificare i dettagli del provvedimento in questione, ribadisce di non aver mai cambiato residenza né ricevuto avvisi di cancellazione dagli elenchi. Questa faccenda solleva, come al solito a Napoli, interrogativi sulle maglie larghe delle procedure elettorali: come è possibile che un cittadino residente da anni venga improvvisamente “dimenticato”? È un problema che affligge il nostro territorio, dove la scarsa efficienza amministrativa spesso si intreccia con dinamiche sociali più ampie, lasciando spazio a sospetti di favoritismi o semplice negligenza.

Mentre la storia rimbalza sui social, alimentando dibattiti tra i napoletani che conoscono bene queste frustrazioni, Rita promette battaglia: “Non finisce qui”. Da cronista del posto, mi chiedo se questa non sia l’ennesima occasione per spingere un cambiamento reale nelle nostre liste elettorali, magari con un aggiornamento più trasparente e meno soggetto a errori che penalizzano proprio chi, come lei, promuove la partecipazione civica. Napoli merita di meglio, e storie come questa ci ricordano che il vero cambiamento parte dalle voci del territorio.

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