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Cronaca

A Napoli, per arginare lo smog, stop ai vecchi Euro 0 e 1 – Ma basterà davvero?

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A Napoli, per arginare lo smog, stop ai vecchi Euro 0 e 1 – Ma basterà davvero?

Napoli lotta contro lo smog: Limitazioni al traffico per una città che fatica a respirare! #SmogNapoli #AriaPulitaNapoli

Ah, Napoli, la città del sole, del mare e del traffico infernale che ci avvelena l’aria! Come un cronista locale che conosce bene le strade congestionate e i vicoli pieni di scooter, non posso fare a meno di riflettere su queste nuove limitazioni al traffico, pensate per combattere l’inquinamento atmosferico e dare fiato ai nostri polmoni affaticati. Il Comune ha finalmente messo in campo misure concrete, ispirate al Piano regionale di Tutela della Qualità dell’Aria e alle direttive europee, per arginare un problema che da anni ci rende protagonisti di avvisi di superamento dei limiti inquinanti.

Da qui al 31 marzo 2026, dal lunedì al venerdì e tra le 8:30 e le 18:30, le strade della città intera saranno off-limits per una serie di veicoli obsoleti o troppo inquinanti. Parliamo dello stop totale alle auto e ai veicoli commerciali Euro 0 ed Euro 1, così come ai diesel per auto e mezzi commerciali (categorie N1, N2, N3) fino a Euro 5, senza dimenticare i motoveicoli e i ciclomotori fino a Euro 2. È una mossa che, da un lato, sembra logica per ridurre le emissioni, ma dall’altro mi fa pensare a quanti napoletani – lavoratori, famiglie, commercianti – dovranno reinventare i loro spostamenti quotidiani in una metropoli già caotica, dove il trasporto pubblico è spesso un miraggio e le alternative ecologiche non sono per tutti.

Certo, non tutto è bloccato: le autostrade urbane come A1, A3, l’ex SS 162 e il raccordo di viale Fulco di Calabria rimangono accessibili, e poi ci sono le eccezioni per i veicoli essenziali, tra cui quelli per il trasporto di disabili, i mezzi di emergenza, le forze dell’ordine, il trasporto pubblico, i taxi, le auto d’epoca, e i veicoli sanitari o di pubblica utilità. È una scelta pragmatica, ma come locale che vive questi contrasti ogni giorno, mi chiedo se basti. In una città dove il biossido di azoto (NO2) supera i limiti con una regolarità deprimente, queste restrizioni potrebbero essere un primo passo verso un’aria più salubre, ma rischiano di essere solo un cerotto su una ferita più profonda, come il nostro stile di vita frenetico e l’assenza di investimenti in infrastrutture verdi.

“Queste misure – sottolinea il Comune di Napoli – si rendono necessarie per contrastare il costante superamento dei limiti di biossido di azoto (NO2) e garantire il rispetto delle norme europee sulla qualità dell’aria”.

Alla fine, da un giornalista immerso nelle dinamiche del territorio, vedo in tutto questo un’opportunità per un dibattito più ampio: non solo regole, ma un vero cambiamento culturale. Se Napoli vuole davvero respirare, dobbiamo tutti fare la nostra parte, dalle istituzioni ai cittadini, per trasformare queste limitazioni in un ponte verso una città più sostenibile e vivibile. Chissà se queste misure saranno l’inizio di una rivoluzione o solo un’altra promessa nell’aria inquinata.

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