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Cronaca

A Napoli, Nunzia Cappitelli aveva denunciato due stalker: un episodio che solleva interrogativi sulla sicurezza locale.

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A Napoli, Nunzia Cappitelli aveva denunciato due stalker: un episodio che solleva interrogativi sulla sicurezza locale.

Dramma a Piazza Sant’Alfonso: Un’altra ombra sul quartiere di Marianella #Napoli #Femminicidio #Stalking

Piazza Sant’Alfonso, nel cuore della vivace ma spesso trascurata Marianella, si è trasformata in un palcoscenico di dolore per una storia che riecheggia le fragilità del nostro territorio. Qui, dove le strade raccontano di una periferia napoletana piena di contrasti – tra comunità strette e silenzi pericolosi – Nunzia Cappitelli, 51 anni, è stata trovata senza vita nel suo appartamento, in un pomeriggio che ha lasciato tutti a chiedersi quanto ancora dovremo convivere con queste tragedie.

Era stato un giovane conoscente, insieme a un amico, a dare l’allarme, scoprendo il corpo di Nunzia riverso a terra, con una ferita alla testa e i frammenti di una bottiglia di vetro disseminati attorno. La Squadra Mobile di Napoli è subito entrata in azione, indagando senza pause in quella che potrebbe essere l’ennesima pagina oscura di un quartiere dove le storie di donne in difficoltà sono fin troppo comuni.

Un elemento chiave ha catturato l’attenzione degli investigatori fin dall’inizio: Nunzia aveva denunciato due presunti stalker che, negli ultimi mesi, l’avevano tormentata con attenzioni ossessive e comportamenti persecutori. Uno di loro è proprio il giovane che ha fatto la macabra scoperta, mentre l’altro è un uomo più maturo, entrambi legati a lei da un’infatuazione che ha superato ogni confine accettabile. Sono stati trattenuti in Questura per ore, insieme ad altre persone vicine alla vittima, nel tentativo di ricostruire gli eventi.

Al momento, non emergono prove concrete di un’aggressione: gli accertamenti medico-legali iniziali non mostrano segni evidenti di lotta, e la ferita potrebbe essere stata causata da una semplice caduta, con quella bottiglia rotta sul pavimento come potenziale responsabile. Nunzia sarebbe morta nel pomeriggio di venerdì. Eppure, proprio quelle denunce per stalking – una richiesta d’aiuto mai completamente presa sul serio, come accade troppo spesso – alimentano il sospetto di un possibile femminicidio, una pista che resta aperta in attesa dell’autopsia, che dovrà chiarire se si tratti di un incidente domestico o di un gesto violento.

Le ricostruzioni delle sue ultime ore sono ancora frammentarie: Nunzia non aveva condiviso con nessuno un senso di pericolo immediato, ma chi la conosceva bene racconta di un’ansia crescente, provocata da quegli sguardi troppo insistenti e da presenze che la facevano sentire intrappolata. In un quartiere come Marianella, dove le dinamiche sociali spesso mascherano problemi profondi – dalle reti di vicinato che aiutano ma non sempre intervengono, ai ritardi nel supporto istituzionale – questa storia non fa che evidenziare quanto le donne debbano ancora lottare per essere protette.

Come cronista che vive queste strade, non posso ignorare il peso di questa domanda: quante richieste d’aiuto devono lanciare le donne di Napoli prima che il sistema risponda con urgenza, trasformando le parole in azioni concrete? Mentre aspettiamo i risultati dell’autopsia e delle perizie della Scientifica, la comunità di Marianella si interroga, sperando che questa non sia solo un’altra statistica in un territorio che merita più attenzione e meno ombre.

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