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Cronaca

A Napoli, la Prefettura stringe contro i botti illegali: quasi metà delle fabbriche risulta irregolare, un problema radicato da anni.

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A Napoli, la Prefettura stringe contro i botti illegali: quasi metà delle fabbriche risulta irregolare, un problema radicato da anni.

#Napoli Sotto Assedio dai Controlli Anti-Fuochi: Tolleranza Zero per le Botti Clandestine #SicurezzaNapoli #FestivitàASud

Napoli, città dove le feste scoppiettano letteralmente tra tradizione e rischio, sta vivendo un’autentica offensiva contro la produzione e la vendita illegale di fuochi d’artificio. Come napoletano doc, che ha visto più di una volta le nostre strade trasformarsi in campi minati durante le celebrazioni, non posso fare a meno di riflettere su quanto questi controlli – pur necessari – arrivino sempre un po’ in ritardo, dopo anni di negligenza che mettono a repentaglio la vita quotidiana. La Prefettura ha finalmente messo in luce una realtà allarmistica: quasi la metà delle fabbriche autorizzate nella provincia opera in palese violazione delle norme di sicurezza, un dato che non sorprende, ma che fa arrabbiare, considerando quanto questo settore sia radicato nella nostra economia informale.

Questi interventi, condotti tra il 2024 e gennaio 2025, non sono stati solo routine: hanno portato a sanzioni pesanti e denunce penali che stanno scuotendo il tessuto locale. La Commissione tecnica territoriale per le sostanze esplodenti ha passato al setaccio tutte le 13 fabbriche autorizzate e più di 30 punti vendita al dettaglio, rivelando un quadro desolante. Per 6 di quei 13 opifici, le autorità hanno inoltrato una notizia di reato alla Procura, evidenziando violazioni così gravi da costituire un vero pericolo pubblico. Come qualcuno che conosce le dinamiche delle nostre periferie, dove spesso le regole si piegano al profitto, mi chiedo quanto queste irregolarità siano il sintomo di un sistema più ampio, dove la sicurezza passa in secondo piano rispetto alle urgenze economiche.

Le conseguenze sono state immediate e incisive: per queste fabbriche, sono scattati provvedimenti di sospensione della licenza che vanno da 5 giorni a 3 mesi, una misura che, seppur drastica, potrebbe essere un primo passo per riequilibrare le cose. Non da meno, 16 negozi di vendita hanno subito la stessa sorte, con sospensioni tra 15 e 30 giorni. Qui, da cronista del territorio, non posso esimermi dal commentare il doppio standard: da un lato, questi interventi proteggono i cittadini; dall’altro, mettono in crisi piccole realtà locali che navigano in acque già turbolente, alimentate da una domanda insaziabile per le feste. Eppure, è evidente che senza regole stringenti, rischiamo di pagare un prezzo troppo alto in termini di incidenti e danni ambientali.

L’operazione non si limita al presente: in vista delle festività natalizie, un vertice del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, svoltosi il 7 novembre e presieduto dal Prefetto Michele di Bari, ha delineato una strategia coordinata. Al tavolo c’erano i vertici delle Procure di Napoli, Torre Annunziata, Nola e Napoli Nord, assieme ai comandanti di Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizie Locali. Questo incontro, che ho visto come un segnale di unità rara in una città frammentata, mira a intensificare i controlli su produzione, commercio e detenzione di materiale pirotecnico, creando un fronte comune contro il caos. Come locale, apprezzo l’impegno, ma non posso ignorare il realismo: quante volte abbiamo visto piani ambiziosi affievolirsi tra burocrazia e resistenze culturali?

La Prefettura promette verifiche a tappeto nei prossimi mesi, sia nelle fabbriche che nei negozi, con l’obiettivo di assicurare il rispetto delle normative e combattere l’economia illegale che prospera attorno a questo mondo. Il messaggio è inequivocabile: tolleranza zero verso chi sacrifica la sicurezza pubblica per un guadagno rapido, con un’attenzione specifica alla tutela della salute, dell’ambiente e degli animali. In una Napoli che ama le sue tradizioni pirotecniche, ma che ha pagato caro il prezzo di incidenti passati, questi sforzi rappresentano una sveglia necessaria. Speriamo che, questa volta, le parole si traducano in azioni durature, per una città più sicura e consapevole.

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