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Cronaca

A Napoli, ennesimo blitz nei campi rom: 400 kg di rame rubato e due pitbull in condizioni critiche.

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#BlitzAntiRomANapoli: Altri 400 kg di rame rubato e cani in catene, l’ennesima sveglia per le periferie dimenticate

I controlli serrati nei campi rom di Napoli continuano a rivelare un mix di illegalità che non sorprende più chi vive queste zone, ma che lascia interdetti per la loro persistenza. Come cronista locale, abituato a girare per le strade occidentali della città, vedo in questi blitz non solo un’azione delle forze dell’ordine, ma un segnale di quanto le nostre periferie siano lasciate a se stesse, tra rifiuti accumulati e traffici sotterranei che alimentano un’economia parallela.

È stato un intervento ben coordinato, con i carabinieri della compagnia di Poggioreale affiancati dai colleghi forestali, dal nucleo radiomobile e dalla polizia municipale, a setacciare l’area di via Macello, vicino all’autostrada. Qui, dove il caos urbano incontra la trascuratezza istituzionale, sono state identificate 132 persone, di cui 38 già note alle forze dell’ordine e per due emersi decreti di espulsione ancora in vigore. Non è una novità: queste cifre parlano di una rotazione costante di individui che, per mancanza di alternative, finiscono in un circolo vizioso di controlli e denunce. Ma come locale, mi chiedo: quanti di questi interventi reali risolvono il problema alla radice, o sono solo toppa su una ferita cronica?

Tra le denunce più gravi, spicca il caso di un 45enne e un 28enne, responsabili del maltrattamento di due pitbull. I cani, Stella, la femmina, e Dedu, il maschio, sono stati trovati incatenati, visibilmente deperiti e con profonde abrasioni al collo, frutto di un abbandono prolungato che grida vendetta. Sequstrati e affidati ai veterinari dell’Asl Napoli 1, questi animali simboleggiano il lato oscuro di un territorio dove il rispetto per la vita è spesso dimenticato. È ironico, no? In una città che ama i suoi animali, come i napoletani che coccolano i randagi per le vie, qui assistiamo a un contrasto evidente che ci fa riflettere su quanto il degrado ambientale si intrecci con il disprezzo per il benessere animale.

Non è finita: un 37enne è stato pizzicato alla guida di un furgone carico di rifiuti urbani – frigoriferi, forni, lavatrici e condizionatori – pronto per uno smaltimento illegale che inquina le nostre strade. Il mezzo e il carico sono stati sequestrati, mentre nell’area sono stati scoperti cinque veicoli senza assicurazione e rimosse diciannove carcasse di auto, abbandonate come relitti in un cimitero improvvisato. Queste scene sono pane quotidiano per chi, come me, conosce bene le dinamiche di Napoli ovest: i cumuli di rifiuti non sono solo un reato, ma un simbolo di come le istituzioni tardino a intervenire, lasciando che le periferie diventino discariche a cielo aperto, con ripercussioni sulla salute pubblica e sull’ambiente.

Il colpo più grosso, però, è stato smascherare un furto fresco: nascosti nell’insediamento c’erano 400 chili di rame, in particolare morsetti per fili sagomati, dal valore commerciale di circa 20mila euro. Proveniente da un deposito logistico di Rete Ferroviaria Italiana a Termoli, il materiale è stato restituito alle mani giuste. Ma questa scoperta non fa che evidenziare un problema endemico: il rame rubato è una piaga che colpisce infrastrutture vitali, come le ferrovie, e alimenta un mercato nero che prospera nelle zone marginali. Da locale, non posso non commentare: quanti altri depositi saranno colpiti prima che si agisca preventivamente? Queste operazioni, pur necessarie, sembrano sempre reattive, non proattive.

In fondo, come sottolinea il comando provinciale dei Carabinieri, si tratta di una strategia per combattere l’illegalità radicata e migliorare la sicurezza nelle aree sensibili. Eppure, osservando da vicino le dinamiche del territorio, mi chiedo se non serva un approccio più olistico: investimenti in integrazione, pulizia urbana e servizi sociali per spezzare questo ciclo. Napoli merita di più di questi blitz periodici; merita una vivibilità che non si limiti a spegnere incendi, ma a prevenire il fuoco. #Napoli #Carabinieri #PeriferieInvisibili #LegalitàSulTerritorio

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