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Cronaca

A Napoli, ennesima truffa all’INPS: falsi invalidi rubano due milioni, otto indagati nel territorio.

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A Napoli, ennesima truffa all’INPS: falsi invalidi rubano due milioni, otto indagati nel territorio.

#MaxiTruffaANapoli: Finti Invalidi Svuotano le Casse dell’INPS, Otto Sotto Inchiesta

In una Napoli che lotta ogni giorno con risorse limitate e bisogni reali, emerge un’altra spregiudicata beffa ai danni dello Stato: una rete di falsi invalidi che, con certificati medici taroccati, ha prosciugato quasi due milioni di euro dalle tasche dei contribuenti. #NapoliAntimafia #TruffePubbliche #GiustiziaSociale

La città partenopea si ritrova ancora una volta al centro di un’inchiesta che squarcia il velo su un sistema di abusi ben oliato, dove l’assistenza pubblica – pensata per proteggere i più vulnerabili – viene piegata a fini personali. La Guardia di Finanza locale, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato a termine un’operazione meticolosa, culminata con l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli. Otto individui sono ora nel mirino, accusati di aver orchestrato una truffa aggravata che ha sottratto risorse vitali a chi ne ha veramente bisogno.

Come spesso accade in questi contesti, gli indagati sono riusciti a incassare pensioni d’inabilità e indennità di accompagnamento senza rispettare neanche i basilari requisiti legali. Il colpo alle finanze pubbliche? Un salasso da ben 1.997.482 euro, una cifra che, per chi vive qui, equivale a centinaia di stipendi negati o servizi essenziali rimandati. Le forze dell’ordine hanno ricostruito il meccanismo partendo dalle rivelazioni di un collaboratore di giustizia, il quale ha esposto un vero e proprio schema illecito: certificazioni mediche contraffatte e la complicità di persone che, nonostante non avessero gravi problemi di salute, hanno intascato anni di pagamenti immeritati. Le verifiche del G.I.C.O., il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, hanno poi confermato l’assurdità della situazione, rivelando che alcuni “beneficiari” non si erano mai presentati davanti alle commissioni mediche preposte.

Da cronista che cammina per queste strade ogni giorno, non posso fare a meno di riflettere su quanto questa vicenda sia sintomatica di un problema più profondo: in una metropoli come Napoli, dove la disoccupazione dilaga e le famiglie in difficoltà devono lottare per ogni euro, furberie del genere non solo rubano denaro, ma erodono la fiducia nel sistema. È frustrante pensare che risorse destinate ai cittadini onesti e bisognosi finiscano in mani sbagliate, alimentando un circolo vizioso di ingiustizia sociale. Il sequestro preventivo dei beni – mobili e immobili – legati agli indagati, disposto per bloccare e recuperare l’intero importo, è un passo necessario, ma fa sorgere una domanda: quanto ancora dovremo attendere per tappare le falle in un meccanismo che permette questi abusi?

Questa operazione non è solo un colpo alle tasche dello Stato, ma un segnale che la lotta alle truffe nell’assistenza pubblica deve intensificarsi, per restituire credibilità a un welfare che, qui al Sud, è già sotto pressione. Napoli merita di meglio, e speriamo che queste indagini non si fermino qui, ripristinando un po’ di equità in una comunità che ne ha fin troppo bisogno.

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