Cronaca
A Napoli, blitz in zona movida: multe ai locali scatenano l’ira dei residenti nel centro storico. La routine che non cambia.
Blitz nel cuore della Napoli notturna: Movida sotto assedio, ma residenti sotto pressione! #Napoli #CentroStorico #MovidaSottoControllo
Nel labirinto di vicoli che rende il centro storico di Napoli un’icona vivente, l’ultimo blitz della Polizia Locale ha riacceso le tensioni tra il caos della vita notturna e le esigenze quotidiane dei cittadini. Conosciamo bene queste strade – vico Quercia, via Cisterna dell’Olio e i dintorni – che da anni oscillano tra il brulicare di turisti e giovani in cerca di divertimento e il silenzio reclamato dagli abitanti stanchi di notti insonne. Stavolta, l’intervento nella notte tra domenica e lunedì non ha risparmiato nessuno, imponendo l’ennesimo giro di vite su un’ordinanza che, per quanto necessaria, sembra colpire più chi ci vive che chi crea il disordine.
Questa operazione, la seconda in appena quattro giorni dopo quella di venerdì scorso, mira a far rispettare le regole stabilite dal sindaco Gaetano Manfredi a partire dal 6 novembre. L’idea è semplice: contenere gli eccessi della movida nel cosiddetto “triangolo dei baretti”, quell’area incastonata tra via Toledo e piazza del Gesù, dove i locali devono chiudere alle 00:30 durante la settimana e alle 01:30 nei weekend, con il divieto di asporto di bevande dopo le 22. Da cronista che frequenta questi luoghi da anni, so quanto queste misure nascano da un mix di buone intenzioni e frustrazione accumulata – i residenti parlano da tempo di musica assordante, schiamazzi e assembramenti che trasformano le loro case in prigioni notturne. Eppure, mentre il Comune prova a bilanciare il tutto, il risultato appare sbilanciato, con controlli che finiscono per punire proprio chi ha alzato la voce per primo.
Non è solo la movida a essere nel mirino: i blitz hanno portato multe e rimozioni di auto anche per i residenti, alimentando un senso di ingiustizia che qui, nel cuore della città, è palpabile come l’umidità nei vicoli. Questa ordinanza, applicata solo a un pugno di strade, non risolve il problema più ampio, lasciando il resto di Napoli a navigare nel solito mare di disordini. È un braccio di ferro che va avanti da mesi, con i cittadini che hanno portato il Comune in tribunale per la mancanza di pace e i gestori dei locali pronti a sfidare le regole al Tar. Come locale, mi chiedo: è questa la via per la convivenza? O stiamo solo spostando il conflitto da un’aula di tribunale alla strada?
Le lamentele si intensificano, e non senza ragioni. “Vengono a rimuovere le auto dei residenti che si sono ribellati alla movida molesta – denuncia l’avvocato Gennaro Esposito, presidente del Comitato Vivibilità Cittadina –. La Polizia Locale aveva già multato gli abitanti venerdì. Oggi sono state elevate nuove sanzioni. Ma la delibera del 2020 che ha istituito l’Area Pedonale Urbana non è mai stata completata: le strisce bianche furono cancellate, ma non sono mai state ripristinate. Così non sappiamo dove parcheggiare”. Queste parole riecheggiano forte nei vicoli, dove l’Area Pedonale Urbana istituita nel 2020 rimane un’idea a metà, con segnaletica incompleta che obbliga i residenti a improvvisare, esponendosi a multe. È frustrante vedere come, in una città che vive di contrasti, le soluzioni amministrative finiscano per acuire le divisioni: da un lato, un Comune che cerca di imporre ordine per tutelare tutti; dall’altro, cittadini che si sentono dimenticati, costretti a combattere per un parcheggio mentre il divertimento altrui va avanti.
Questa vicenda, specchio delle dinamiche tipiche di Napoli – dove il folklore incontra la quotidianità in un eterno duello – sottolinea un problema più profondo. La guerra tra vivibilità e svago non è solo legale, è sociale: mentre i carri attrezzi continuano a perlustrare le strade, il clima resta teso, con pochi segnali di dialogo. Se non troviamo un equilibrio, rischiamo di perdere l’anima di quartieri che definiscono la nostra identità. La battaglia è appena iniziata, e per il centro storico, il vero vincitore è ancora lontano.