Cronaca
A Napoli, assegnati cinque alloggi nel Condominio Sociale di San Nicola: un timido segnale contro l’emergenza abitativa in città. (85 caratteri)
Cinque famiglie trovano una nuova vita nel co-housing di Napoli: un piccolo passo contro la precarietà abitativa #Napoli #Cohousing #SocialHousing
NAPOLI – Oggi, in un quartiere come San Nicola a Nilo che racconta da sé le cicatrici della città, cinque famiglie stanno varcando la soglia del Condominio Sociale, un’iniziativa del Comune nata nel 2022 per offrire un rifugio dignitoso a chi è rimasto ai margini. Non si tratta solo di assegnare chiavi e serrature, ma di un segnale che, da queste parti, sa di speranza mista a frustrazione: tra i nuovi inquilini, ci sono persone che per più di quattro decenni hanno vegetato in strutture fatiscenti dell’Asl Napoli 1 al Frullone, luoghi nati per tutt’altro e finiti per simboleggiare l’eterna emergenza abitativa napoletana.
Come cronista del posto, non posso fare a meno di vedere questa mossa come un tassello in un puzzle ancora incompleto. Il Comune, lavorando a braccetto con la Prefettura e il prefetto Michele di Bari, ha coinvolto il Dipartimento di Architettura della Federico II e il progetto europeo Rock the Block per trasformare questo co-housing in qualcosa di più ambizioso: non solo un tetto sulla testa, ma un vero tentativo di costruire reti comunitarie, di accompagnare queste famiglie verso l’autonomia e di integrarlo nelle linee guida del nuovo Piano Urbanistico Comunale. È un approccio che, qui a Napoli, suona come una boccata d’aria fresca in un contesto dove le politiche abitative spesso zoppicano tra burocrazia e promesse non mantenute.
Però, come sempre accade in questa città, non mancano le ombre. Il consigliere comunale Rosario Andreozzi, voce critica e familiare in queste dinamiche, ci ricorda che siamo solo all’inizio di un cammino irto di ostacoli. “Solo un primo passo”, dice, e le sue parole pesano come un macigno in un dibattito che non può ignorare le migliaia di famiglie ancora intrappolate nelle strutture Asl. Andreozzi non le manda a dire: denuncia una società che schiaccia i più deboli e un governo incline alla repressione piuttosto che alle soluzioni concrete, un richiamo che risuona forte nei vicoli dove la lotta per la casa è quotidiana.
Da locale che vive queste storie sulla pelle, mi chiedo quanto questo progetto possa davvero scalare per affrontare l’emergenza abitativa che affligge Napoli, una metropoli dove il diritto a un alloggio decente è spesso un miraggio. È un passo avanti, sì, ma serve che Comune e istituzioni non si adagino sugli allori: l’integrazione sociale e l’autonomia non si fermano a una consegna di appartamenti. Solo spingendo su questi fronti, potremo trasformare il co-housing da esperimento isolato a pilastro di una Napoli più equa e resiliente.
