Cronaca
A Crotone, 34enne ferito da colpi alle gambe: l’auto nascondeva tre chili di hashish. Un altro episodio che scuote la nostra comunità.
Un sarnese nel mirino dello spaccio crotonese: agguato e sequestri nel quartiere Tufolo-Farina #Crotone #CalabriaRiesce #SpaccioLocale
Qui a Crotone, dove le strade del nostro quartiere nord raccontano storie di quotidianità intrecciate con ombre più sinistre, l’ennesimo episodio di violenza legata al traffico di droga ci costringe a una riflessione amara. Come cronista locale, abituato a navigare tra le complessità di questa terra, non posso limitarmi a elencare i fatti: devo contestualizzarli nelle dinamiche che tutti noi qui viviamo, dove il commercio illecito spesso si mescola alla disperazione economica e ai collegamenti interregionali che alimentano il problema.
L’uomo al centro di questa vicenda, C.N., un 34enne di Sarno, in Campania, è stato vittima di un’aggressione nella serata dell’8 novembre, proprio nel cuore di Tufolo-Farina. Dalla ricostruzione delle forze dell’ordine, sembra che una banale discussione con un gruppo di persone sia sfociata in un’esplosione di violenza: C.N. è stato colpito da tre proiettili a una gamba, un gesto brutale che richiama alla mente le faide sotterranee che infestano le nostre periferie. Trasportato d’urgenza all’ospedale “Pugliese” di Catanzaro, ha subito un intervento chirurgico per arrestare una seria emorragia; la sua prognosi rimane riservata, ma per fortuna non è in pericolo di vita. Come spesso accade da queste parti, un episodio del genere non è isolato, e ci fa interrogare su quanto la prossimità al mare e alle rotte del contrabbando renda Crotone un terreno fertile per questi conflitti.
Ma è nei dettagli successivi che la storia si infittisce, rivelando il lato più inquietante della nostra realtà locale. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Crotone, coordinati dalla Procura, hanno perquisito l’auto di C.N. e scoperto una quantità considerevole: “gambizzazione punitiva” legata a contrasti nel mondo dello spaccio. Tre chili di hashish nascosti all’interno dell’auto, abbastanza da far scattare immediatamente un provvedimento di arresto per l’uomo. Non è una sorpresa per chi, come me, segue da anni le dinamiche del territorio: qui, il traffico di droga non è solo un crimine, è un ecosistema che coinvolge fornitori da altre regioni, come la Campania, e corrieri che attraversano la Penisola. Eppure, questo episodio sottolinea un’ironica doppiezza – mentre C.N. giaceva ferito, la legge gli ha stretto le maglie attorno, trasformandolo da vittima a sospettato.
Le indagini, che procedono con l’analisi delle immagini di videosorveglianza e il raccolta di testimonianze, mirano ora a chiarire il ruolo preciso di C.N. nel reticolo dello spaccio: era un semplice corriere, o qualcosa di più? Si indaga su dove abbia acquistato la droga – in Calabria o importata dalla Campania – e su chi fossero i destinatari finali. Come giornalista radicato in questa comunità, non posso fare a meno di commentare quanto questi eventi riflettano un problema più ampio: la nostra città, con le sue vie trafficate e i suoi quartieri marginali, è un anello debole in una catena nazionale, dove la mancanza di opportunità alimenta il ciclo del crimine. Non è solo un fatto di cronaca, è un monito per tutti noi crotonesi, che assistiamo impotenti a come lo spaccio corrompa il tessuto sociale, lasciando ferite ben più profonde di quelle fisiche.
In fin dei conti, episodi come questo ci spingono a un esame critico: quanto ancora possiamo tollerare che le nostre strade diventino teatro di regolamenti di conti, mentre le istituzioni faticano a estirpare le radici del male? La speranza è che queste indagini portino non solo a giustizia, ma a una vera prevenzione, per un Crotone che merita di più di essere etichettato come crocevia di traffici illeciti.
