Cronaca
A Castel Volturno, un 19enne sorpreso con documenti falsi, badge da poliziotto e marijuana: l’ennesima denuncia che fa riflettere sul territorio. (95 caratteri)
#CastelVolturnoSveglia: Un 19enne con documenti falsi e marijuana mette in luce i lati oscuri del nostro territorio
A Castel Volturno, dove le strade raccontano storie di quotidianità intrecciate a ombre di illegalità, l’ennesimo controllo dei Carabinieri ha svelato un mix preoccupante di ingegno criminale e problemi sociali che ci toccano da vicino. Come cronista locale, non posso fare a meno di riflettere su come questi episodi, pur non sorprendendo più nessuno, rivelino le crepe di un territorio che lotta contro la diffusione di documenti contraffatti e il consumo di sostanze tra i giovani – un problema che affonda le radici nelle nostre dinamiche di emigrazione e precarietà economica.
Immaginate una mattina qualunque in viale Livenza: i Carabinieri della Tenenza locale, impegnati in un’operazione anti-spaccio, fermano un 19enne del posto per un controllo di routine. Il suo atteggiamento sospetto non è sfuggito, e da lì è scattata una perquisizione che ha portato alla luce un arsenale di falsi e illeciti. In casa, gli agenti hanno rinvenuto una placca metallica con la scritta “Polizia Municipale”, un tesserino di servizio della Polizia Mortuaria di un Comune del Napoletano – risultato rubato e intestato a un’altra persona – una banconota falsa da 50 euro, 42 sigarette artigianali con tabacco e frammenti di marijuana per quasi 40 grammi, e un barattolo contenente ulteriori 45 grammi di sostanza stupefacente.
Estendendo le ricerche alla sua Mercedes con targa inglese, i militari hanno scoperto una patente di guida e un permesso di soggiorno britannici, entrambi falsificati e intestati a qualcun altro, ma con la foto del giovane. Tutto è stato sequestrato e passato all’Ufficio corpi di reato, un passo standard che però mi fa pensare: come è possibile che questi materiali circolino così facilmente nelle nostre strade? Qui a Castel Volturno, dove l’immigrazione e il mercato nero sono parte del tessuto quotidiano, eventi del genere non sono isolati; riflettono un sistema in cui la falsificazione serve come scorciatoia per chi cerca di navigare le acque turbolente della burocrazia o del lavoro nero. Il ragazzo, già noto alle forze dell’ordine, è stato denunciato per spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, falsità materiale commessa da privato, possesso di documenti falsi, possesso di segni distintivi contraffatti e ricettazione. Per la marijuana, considerata destinata all’uso personale, è scattata una segnalazione amministrativa alla Prefettura, come da articolo 75 del DPR 309/90.
Ma oltre i fatti, c’è il contesto che mi spinge a un commento critico: in una zona come la nostra, segnata da storie di giovani che cadono nella rete dello spaccio o della contraffazione per necessità o emulazione, questo caso è un campanello d’allarme. Le indagini continuano per tracciare la provenienza dei documenti e eventuali legami con altre truffe sul territorio, e spero che portino a risultati concreti. È tempo che la comunità si interroghi su come arginare queste derive, magari con più prevenzione e sostegno per i ragazzi, prima che diventino la norma in un posto che merita di più di queste ombre.
