Seguici sui Social

Cronaca

A Capodrise, un’altra rete di spaccio di crack sgominata: due arresti e una comunità che spera nel cambiamento.

Pubblicato

il

A Capodrise, un’altra rete di spaccio di crack sgominata: due arresti e una comunità che spera nel cambiamento.

#SmantellataLaPiazzaDiSpaccioACapodrise: QuandoLeForzeDell’OrdineDiconoBastaAlTrafficoSottoCasa #Antidroga #SicurezzaLocale

A Capodrise, un’operazione decisa dei Carabinieri ha messo fine a un’attività illecita che stava diventando fin troppo familiare per chi vive in questi vicoli. Come cronista del territorio, mi chiedo quante volte abbiamo girato l’angolo sapendo che qualcosa di losco accadeva sotto i nostri nasi, e finalmente qualcuno ha agito. Non è solo un arresto: è un segnale che il nostro quartiere non può più essere visto come un terreno di caccia per il crimine.

I fatti parlano chiaro, e raccontano di un blitz chirurgico che ha colto di sorpresa due giovani coinvolti. Un 22enne di origine albanese, senza un tetto stabile, e un 19enne di Napoli, sono finiti in manette per ordine della magistratura, dopo che la loro rete di spaccio è stata smantellata in un appartamento del nostro comune. Per chi conosce Capodrise, questo non è solo un episodio isolato: è un riflesso di come le dinamiche locali, con i loro margini di povertà e vicinanza a centri più grandi come Santa Maria Capua Vetere, attirino traffici che avvelenano la vita quotidiana.

L’indagine, frutto di una sorveglianza paziente durata giorni, ha visto i militari della Stazione di Macerata Campania collaborare con l’aliquota radiomobile della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere. Pedinamenti e controlli attenti hanno tracciato un quadro preoccupante: movimenti sospetti intorno a quell’abitazione che, per troppo tempo, era diventata un punto di partenza per sostanze che circolano nelle nostre strade. È stato l’arresto di un potenziale cliente, sorpreso con la roba appena acquistata, a dare il via al raid definitivo.

Durante la perquisizione, gli agenti hanno scoperto un vero e proprio setup per il business illegale: 43 grammi di crack già divisi in dosi pronte per la strada, 8 grammi di hashish, e 150 euro in contanti, soldi che probabilmente provenivano dalle tasche di chi, da queste parti, lotta già con i problemi quotidiani. Ma ad impressionare di più è stato l’aspetto organizzato: sostanza da taglio, quattro bilancini di precisione e tutto l’occorrente per preparare le dosi, trasformando quell’appartamento in un laboratorio improvvisato. Come giornalista locale, non posso fare a meno di commentare quanto questo metodo quasi “imprenditoriale” rifletta una triste realtà – non solo criminale, ma sociale. Qui a Capodrise, dove i giovani cercano opportunità e finiscono intrappolati in queste reti, è evidente che serve più che repressione: servono interventi per spezzare il ciclo di disoccupazione e marginalità che alimenta questi giri.

I due sono stati trasferiti alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in attesa di giudizio, e questo colpo sembra aver inferto un duro colpo a un’attività che trattava il nostro territorio come un affare personale. Nel complesso, è un passo avanti, ma come chi vive e respira queste dinamiche, mi chiedo quanto durerà la quiete. Capodrise merita di più di questi continui allarmi: una comunità unita e vigile può fare la differenza, ma solo se le istituzioni continuano a collaborare con la gente del posto.

Fonte

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]