Cronaca
A Battipaglia, ennesimo caso di fatture false: sequestrati 4,6 milioni di contributi pubblici, un campanello d’allarme per la comunità.
Blitz a Battipaglia: La Finanza stringe la morsa sulle frodi fiscali da 4,6 milioni! #Salerno #GdfAntifrode #CampaniaReale
In una città come Battipaglia, dove la vita economica pulsa tra piccole imprese e sogni di sviluppo regionale, l’ultimo intervento della Guardia di Finanza suona come un campanello d’allarme per tutti noi che viviamo questi territori. Non è solo un’operazione di routine: è un duro colpo a un sistema che ha prosciugato risorse destinate al vero progresso, lasciando sul campo imprese oneste e cittadini che faticano a vedere i frutti dei fondi pubblici.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica hanno portato al sequestro preventivo di beni per un valore superiore a 4,6 milioni di euro, mirato a smantellare una rete di frodi fiscali che ha colpito dritto al cuore del Salernitano. Sei società, tutte radicate in quest’area, sono finite nel mirino per aver orchestrato un meccanismo ingegnoso ma illecito: l’emissione e l’utilizzo di fatture relative a operazioni mai realmente avvenute. Come chi vive qui sa bene, questa non è una novità isolata; è il sintomo di un malessere più profondo, dove la corsa ai contributi pubblici spesso sfocia in scorciatoie che tradiscono la fiducia della comunità.
Le forze dell’ordine di Battipaglia hanno ricostruito un intreccio di aziende, tutte legate a un unico gruppo familiare, create apposta per gonfiare crediti d’imposta fittizi. Questo ha permesso di abbattere l’IVA dovuta e di accaparrarsi fondi statali e regionali, in particolare quelli del POR Campania FESR 2014-2020, destinati a progetti di innovazione e crescita. Eppure, come un osservatore locale non può fare a meno di notare, questi soldi erano pensati per trainare l’economia del Sud, non per alimentare inganni che lasciano le vere imprese – quelle che lottano ogni giorno con burocrazia e mercato – a secco. Le fatture false, ammontanti a oltre un milione di euro, mascheravano transazioni inesistenti, trasformando carte e conti in un gioco al rialzo che ha sottratto risorse vitali.
Sette individui e le stesse sei società sono ora segnalati all’Autorità Giudiziaria per una serie di reati gravi: dalla dichiarazione fraudolenta all’emissione di fatture inesistenti, dall’indebita compensazione di crediti d’imposta all’omesso versamento dell’IVA, fino alla truffa aggravata ai danni dello Stato. Il sequestro ha toccato conti correnti, asset finanziari, crediti e altri beni aziendali, bloccando di fatto i profitti illeciti. Da queste parti, dove il tessuto sociale è intrecciato con l’economia locale, operazioni come questa ci ricordano che ogni frode non è solo un reato contabile: è un tradimento verso chi, onestamente, cerca di far crescere la Campania.
Mentre la Guardia di Finanza prosegue nel suo piano di contrasto alle frodi fiscali e all’abuso dei fondi pubblici, non possiamo ignorare la lezione più amara. In un territorio come il nostro, ricco di potenziale ma segnato da disuguaglianze, questi episodi sottolineano l’urgenza di una vigilanza maggiore e di politiche che premino davvero l’innovazione, non gli artifici. È tempo che la comunità salernitana rifletta: quante opportunità perse, quante risorse deviate, potrebbero invece alimentare un futuro condiviso e autentico?
