Cronaca
A 40 anni, Ronaldo incanta con una nuova rovesciata: il calcio italiano non smette di stupirsi!
Ronaldo a 40 anni: la magia che non invecchia, sfidando il tempo nel deserto saudita! #CR7 #AlNassr #CalcioArabia
Cristiano Ronaldo, l’eterno sfidante dell’orologio biologico, continua a stupire e a riscrivere le regole del calcio, dimostrando che l’età è solo un dettaglio marginale per chi sa ancora volare. Qui, nel cuore del campionato saudita, dove il pallone si mescola con il calore del deserto e le ambizioni di un’intera nazione che investe sul calcio per proiettarsi globalmente, CR7 ha regalato un altro momento da incorniciare. Non è solo un gol, è un’affermazione: a 40 anni, il portoghese mantiene intatto quel mix di atletismo e precisione che lo ha reso leggendario, ma fa anche riflettere su come figure come la sua stiano trasformando i campionati locali, mescolando sogni internazionali con realtà più terrestri.
Presa nel finale della partita che ha visto l’Al-Nassr dominare per 4-1 contro l’Al-Khaleej, la sua rovesciata ha echeggiato quella indimenticabile del 2018, quando con la maglia del Real Madrid aveva incantato lo Stadium di Torino contro la Juventus. Stavolta, tra le dune e i palazzi moderni dell’Arabia Saudita, Ronaldo si è levato in aria su un cross preciso di Nawaf Boushal dalla fascia destra, siglando con eleganza il suo 954esimo gol in carriera. La serata era già stata elettrica, grazie ai centri di João Félix, Wesley Gassova e Sadio Mané, che avevano costruito una vittoria schiacciante. Eppure, è stato il gesto di CR7 a rubare la scena, confermando quanto il calcio qui stia evolvendo: da campionato emergente a vetrina per i grandi, anche se a volte ci chiediamo se queste stelle non eclissino i talenti locali, spingendoli a rincorrere ombre troppo lunghe.
Subito dopo l’impresa, Ronaldo ha condiviso il momento sui social, accompagnando il video con un messaggio che sa di sfida e autoconferma: “Vince la leggenda migliore”. Questa frase, così tipica del suo carattere, non è solo un’esplosione di ego – che, diamo atto, è meritato – ma anche un commento tacito sul contesto saudita. In un torneo dove l’Al-Nassr guida con nove vittorie su nove e un margine di quattro punti sull’Al-Hilal, il suo decimo gol stagionale (uno in meno di João Félix) non è solo una statistica, è un pilastro per una squadra che aspira al dominio. Come cronista del territorio, mi chiedo: Ronaldo sta davvero elevando il livello del gioco qui, o rischia di creare un divario che i giocatori autoctoni faticano a colmare? È un arricchimento culturale, sì, ma anche un richiamo alla necessità di investire sui giovani talenti locali per non dipendere eternamente da importazioni di lusso.
Alla fine, la storia di Ronaldo in Arabia Saudita è un riflesso più ampio delle dinamiche del nostro calcio regionale: un misto di eccitazione per il progresso e di critica costruttiva per un futuro sostenibile. Con le sue giocate, CR7 non fa solo incetta di gol, ma ispira e interroga, ricordandoci che il vero campione reinventa se stesso, mentre il resto del mondo osserva e impara.
