Cronaca
Uomo di 40 anni ferito a colpi di pistola a Ponticelli

Un colpo di pistola chesquarcia il silenzio notturno a Ponticelli, un uomo di 40 anni finito al pronto soccorso dopo un misterioso agguato. La sua versione dei fatti è stata raccontata agli agenti della Squadra Mobile, che sono al lavoro per verificare la sua storia. L’uomo sostiene di essere stato vittima di un tentativo di rapina, con lo sconosciuto che avrebbe cercato di strappargli una collanina d’oro dal collo.
La ricostruzione dei fatti
La chiamata al 113 è arrivata nella notte, direttamente dall’ospedale Villa Betania, dove l’uomo era giunto in autonomia o con l’aiuto di conoscenti, chiedendo cure. I sanitari hanno allertato la polizia, standard procedure per un caso del genere. Gli agenti hanno ascoltato la versione dell’uomo, che ha raccontato di essere stato avvicinato da uno sconosciuto proprio nei pressi della sua abitazione.
La versione dell’uomo
L’uomo ha detto di aver reagito allo sconosciuto che avrebbe cercato di rubargli la collanina d’oro, e che in quel momento lo sconosciuto avrebbe fatto fuoco, colpendolo, prima di darsi alla fuga senza portare a termine il furto. Tuttavia, la dinamica non convince fino in fondo gli investigatori, che hanno molti punti interrogativi. Perché un rapinatore spara per una collanina, esponendosi al rischio di un omicidio, senza nemmeno portare a casa il bottino?
Le indagini
Le indagini, coordinate dalla Procura, sono ora a tutto campo. Si stanno controllando le telecamere della zona, per verificare se qualcuno o qualcosa confermi il racconto del 40enne. Si cercano eventuali testimoni, anche se la notte fonda in quartieri come Ponticelli spesso non ha occhi. E, soprattutto, si cerca di capire se quel proiettile sia partito per una questione di micro-criminalità o se affondi le sue radici in qualcosa di più pericoloso. La vittima è stata medicata e dimessa dall’ospedale con una prognosi di 15 giorni, e gli investigatori iniziano il lavoro più duro per ricostruire la verità.
Fonte
Cronaca
Tragedia in officina: 3 operai feriti, uno grave

Un incidente sul lavoro scuote la comunità di Pomigliano
Una mattinata di lavoro ordinario si è trasformata in un incubo a Pomigliano, dove un violento scoppio ha dilaniato i locali di un’officina di autodemolizioni, ferendo gravemente tre operai. L’incidente, avvenuto intorno alle 10 di mattina, ha richiesto un immediato intervento dei soccorsi e ha sollevato nuovamente il tema della sicurezza sul lavoro.
Cosa è successo
L’esplosione ha avuto luogo in via San Giusto, all’interno di un’officina di autodemolizioni, e ha causato lesioni gravissime a due degli operai, che sono stati trasportati d’urgenza all’Ospedale Cardarelli di Napoli. Il terzo operaio, le cui condizioni sono apparse meno critiche, è stato prima curato sul posto e poi trasferito per accertamenti all’Ospedale del Mare.
Le indagini sono in corso
I Carabinieri della Stazione di Pomigliano e della Compagnia di Castello di Cisterna sono intervenuti immediatamente sul luogo della tragedia e hanno avviato i rilievi e l’inchiesta per determinare l’esatta dinamica dell’incidente e verificare il rispetto delle normative di sicurezza all’interno della struttura.
I dati sulla sicurezza sul lavoro in Italia
L’incidente di Pomigliano d’Arco non è un evento isolato, ma si aggiunge al drammatico e costante bollettino di guerra che registra l’Italia sul fronte della sicurezza sul lavoro. I dati recenti dell’INAIL e degli Osservatori sulla Sicurezza non lasciano spazio all’ottimismo, con 1.090 infortuni mortali in Italia nel solo 2024, segnando un aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente.
La necessità di investire in prevenzione e controlli
La Campania, come altre regioni, continua a pagare un prezzo altissimo a questa “strage silenziosa”. Ogni volta che un operaio resta ferito o perde la vita, emerge la necessità di non abbassare la guardia. La Magistratura e gli ispettorati dovranno ora fare piena luce sulle responsabilità dietro l’esplosione di stamane, un monito doloroso che ricorda l’urgenza di investire massicciamente in prevenzione e controlli serrati.
Cronaca
Uomo dà fuoco alla casa dell’ex moglie, si consegna

La Spirale della Violenza: Una Storia di Abuso e Distruzione
Nel paese di Pollena Trocchia, un uomo di 54 anni ha commesso un atto estremo di violenza contro la sua ex moglie, appiccando il fuoco alla sua casa dopo vent’anni di maltrattamenti e soprusi. L’uomo, che aveva una storia di tossicodipendenza e ludopatia, ha confessato ogni cosa ai Carabinieri di Cercola dopo l’incendio.
La Storia di una Famiglia Segnata
La famiglia in questione sembrava “normale” all’inizio, con una coppia e quattro figlie che vivevano insieme. Tuttavia, tutto è cambiato nel 2005, quando l’uomo è caduto nel vortice della tossicodipendenza e della ludopatia. Da allora, la violenza ha preso il sopravvento, con le prime urla, i primi schiaffi, poi le minacce e i controlli ossessivi.
La Separazione e la Vendetta
La moglie ha resistito finché ha potuto, poi ha chiesto la separazione. Tuttavia, la separazione è stata solo formale, poiché le vite dei due restavano intrecciate da una convivenza forzata e da un rancore mai sopito. L’uomo ha tentato di convincere la moglie a tornare con lui, promettendo di cambiare e di trattarla come una regina. Tuttavia, quando ha capito che non c’era più ritorno, la minaccia si è fatta profezia: “Le cose si fanno a tempo debito”.
Le Fiamme della Vendetta
Pochi ore prima dell’incendio, l’uomo aveva aggredito un uomo davanti all’abitazione della ex moglie, accusandolo di avere una relazione con lei. Poi, ha cosparso di benzina la casa dove aveva vissuto con la famiglia e ha appiccato il fuoco. Le fiamme hanno divorato tutto: mobili, vestiti, ricordi. Solo il caso ha voluto che in quel momento nessuno fosse all’interno.
L’Arresto e le Accuse
Dopo l’incendio, l’uomo è andato dai Carabinieri di Cercola e si è consegnato. Non ha tentato di fuggire e ha confessato ogni cosa. Ora è in carcere, accusato di maltrattamenti, incendio doloso, sequestro di persona e rapina.
Un Dramma che si Ripete
La vicenda di Pollena Trocchia è l’ennesimo tassello di un fenomeno che non si arresta. In Italia, secondo i dati del Ministero dell’Interno, una donna ogni tre giorni muore per mano di un uomo. Dietro ogni statistica, una storia come questa: un amore diventato ossessione, un legame malato che si consuma nel controllo, nell’umiliazione e nella violenza. La ferita invisibile — quella che segna chi sopravvive alla violenza — brucia più del fuoco che ha distrutto una casa.
Cronaca
Cassazione annulla condanna Massimiliano Imbemba clan Verde

La Cassazione Annulla la Condanna a 8 Anni per Massimiliano Imbemba
Il narcotraffico campano è stato protagonista di un colpo di scena significativo con la decisione della Corte di Cassazione di annullare la condanna a otto anni di reclusione per Massimiliano Imbemba, figura centrale nel clan Verde. Questa decisione, presa dalla Quinta sezione della Corte di Cassazione, segna una svolta importante nel processo a carico di Imbemba, che era stato condannato in base alle accuse di essere coinvolto in attività di narcotraffico.
Il Contesto del Processo
L’udienza di recente ha visto la Corte di Cassazione esaminare i ricorsi presentati da diversi esponenti del clan Verde, un’organizzazione criminale attiva nei comuni di Sant’Antimo, Grumo Nevano e Casandrino, nonché da un gruppo criminale dedito al traffico di stupefacenti tra Sant’Antimo e Arzano. I giudici supremi hanno espresso la loro decisione dopo un’attenta valutazione delle prove e delle argomentazioni presentate.
La Decisione della Cassazione
La decisione della Corte di Cassazione ha stabilito l’annullamento della condanna per Imbemba, mentre le condanne per gli altri sette imputati sono state confermate. Questa scelta è stata motivata dalla valutazione delle prove e dalla considerazione degli elementi probatori presentati nel processo. La Cassazione ha ritenuto che le motivazioni addotte dai gradi inferiori non reggessero al vaglio di legittimità, portando così all’annullamento totale della sentenza senza rinvio per una rideterminazione della pena.
Le Implicazioni della Sentenza
La sentenza emessa dalla Corte di Cassazione potrebbe avere implicazioni significative sull’inchiesta relativa al clan Verde, uno dei gruppi criminali più radicati nel hinterland napoletano. Questa decisione solleva interrogativi sulla robustezza delle prove raccolte contro figure di secondo piano nelle gerarchie mafiose e potrebbe influenzare l’andamento dell’inchiesta nel suo complesso. Per Massimiliano Imbemba, che era stato scarcerato in attesa del giudizio, si profila ora una possibilità di ribaltare il suo destino giudiziario.
Il Prossimo Capitolo del Processo
Il processo di rinvio sarà celebrato da un’altra sezione della Corte d’Appello di Napoli, che dovrà esaminare nuovamente il caso partendo da zero. Questo processo rappresenterà un nuovo capitolo nella storia giudiziaria di Massimiliano Imbemba e potrebbe portare a una riconsiderazione delle prove e delle accuse presentate contro di lui. La vicenda continua a tenere banco nelle aule giudiziarie partenopee, con ombre di collusioni familiari e traffici di stupefacenti che non smettono di infestare i quartieri vesuviani.