Cronaca
Tammaro, clan in azione: 6 arresti, il boss dal carcere comandava
#ColpitoIlClanTammaro l’operazione dei Carabinieri ha smantellato una cellula della camorra a Casalnuovo di Napoli, mettendo in luce un sistema criminale che “_non si arrende facilmente_”.
Il clan Tammaro-Rea-Veneruso, una delle famiglie criminali più radicate nella zona di Casalnuovo di Napoli e nei comuni limitrofi, ha subito un duro colpo ad opera dei Carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna. Le indagini, condotte con pedinamenti e intercettazioni ambientali, hanno portato a galla un sistema di comando “a distanza” orchestrato dal boss principale del clan, Ciro Tammaro, attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale per reati pregressi legati al traffico di stupefacenti.
Nonostante le restrizioni carcerarie, Tammaro avrebbe continuato a impartire direttive precise agli affiliati liberi, sfruttando una rete di telefonini “puliti” e messaggi criptati per indicare gli obiettivi da colpire con “_il racket delle estorsioni_”. Il clan avrebbe tentato di estorcere somme di denaro ad imprenditori locali, imponendo tangenti che oscillavano tra i 5.000 e i 20.000 euro, “_con intimidazioni che spaziavano da atti vandalici a telefonate anonime, sempre con il sottofondo del nome del clan a fare da deterrente_”.
Le indagini hanno portato all’arresto di sei persone, tra gregari e uomini di fiducia, con l’accusa di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto illegali di armi da sparo, nonché tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso e dalla finalità di favorire il gruppo criminale. Tra gli arrestati spicca il nome di Pasquale Rea, 35 anni, cugino di un altro boss del clan, accusato di essere il “_braccio armato_” sul territorio.
L’operazione arriva in un momento di fermento per la criminalità organizzata campana e dimostra come la camorra “_non si arrende facilmente_”. I sei arrestati saranno trasferiti nel carcere di Secondigliano per gli interrogatori di garanzia, attesi nei prossimi giorni. Gli investigatori non escludono ulteriori sviluppi, in un quadro inquietante che mette in luce il controllo capillare della camorra nella “terra dei fuochi” napoletana.
