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Cronaca

Strage bianca nel Nolano, la CGIL denuncia: “Il governo non ascolta”

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Strage bianca nel Nolano, la CGIL denuncia: “Il governo non ascolta”

MortiBianche, la Campania continua a piangere le sue vittime: 41 solo quest’anno!

La notizia della morte di Vincenzo Bolero, 68enne geometra di Marigliano, precipitato da un’impalcatura alta sette metri durante i lavori di ristrutturazione di un fabbricato a San Vitaliano, non lascia indifferenti. “Ancora un incidente mortale sul lavoro, ancora dovuto a una caduta dall’alto”, come denuncia la CGIL Napoli e Campania, che non esita a criticare duramente il governo Meloni per l’inerzia nella prevenzione e formazione contro gli incidenti sul lavoro.

I numeri parlano chiaro: oltre 40 vittime solo nel 2025, un dato allarmante che conferma la Campania come la regione più colpita d’Italia per tasso di letalità sul lavoro. Le cause? Spesso legate a subappalti selvaggi e risparmio sui protocolli di sicurezza in un settore edile campano che arranca tra crisi e abusivismo. “Ogni nuova morte è una vergogna collettiva”, afferma la CGIL, che invoca un “patto per la vita” che coinvolga imprese, istituzioni e sindacati.

La comunità locale di San Vitaliano, con i suoi 10mila abitanti e le fabbriche che pulsano lungo la statale 7 bis, è un microcosmo della Campania operaia, dove il sogno di un reddito dignitoso si scontra con la realtà di ponteggi instabili e orari estenuanti. Non è solo: solo nei primi otto mesi del 2025, la regione ha contato 56 decessi, dieci in più dello stesso periodo del 2024, con Napoli e provincia a fare da triste primato.

Il fronte datoriale tace, e il governo centrale, impegnato in dibattiti su difesa e bilancio, sembra sordo. Ma domani, dalle strade di Roma, la voce dei campani potrebbe rompere il silenzio: non solo per Bolero, ma per tutte le 41 vite svanite quest’anno in nome di un progresso che costa troppo caro. Il sindacato confederale sfilerà con lavoratrici, pensionati e giovani per “fermare la strage dei morti sul lavoro, per dire no al riarmo, alla precarietà e a un’economia di guerra. Per chiedere lavoro, pace e giustizia sociale”. Una protesta che vuole essere un grido di allarme contro l’indifferenza e l’impunità, e un monito a ricordare che “non ci stancheremo di dirlo: occorrono maggiore prevenzione e formazione, più controlli e ispezioni, più risorse per rafforzare il personale di Asl, Inail e Ispettorato del Lavoro”.

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