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Cronaca

Sassaiola mortale a Rieti, fermati 3 ultras estremisti

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Sassaiola mortale a Rieti, fermati 3 ultras estremisti

Ieri sera, all’ospedale di Rieti, Raffaele Marianella, 65 anni, è morto dopo essere stato colpito da un sasso durante un assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket. Il fatto è avvenuto dopo una partita di Serie A2 vinta dalla Sebastiani Rieti contro il Pistoia. Tre ultras della Curva Terminillo sono stati fermati con gravi indizi di colpevolezza per omicidio volontario aggravato e sono attualmente rinchiusi nella Casa Circondariale di Rieti.

L’assalto al pullman è avvenuto al chilometro 5+800 della superstrada Rieti-Terni, quando una pioggia di sassi e mattoni ha bersagliato il mezzo. Raffaele, che era a bordo come secondo autista, ha incassato un colpo al volto che gli ha fratturato il cranio. Trasportato d’urgenza in codice rosso, non ce l’ha fatta a causa delle complicazioni emorragiche.

La Procura non ha dubbi: si tratta di un’esecuzione premeditata contro “nemici” sportivi. Le indagini sono partite immediatamente dopo l’allarme e hanno fatto centro grazie a un mix di testimoni oculari, filmati di videosorveglianza e pedinamenti. Gli agenti della Polizia di Stato hanno intercettato un’auto in fuga con volti travisati e da lì, il cerchio si è stretto attorno a un nucleo della Curva Terminillo.

I tre fermati, tra i 25 e i 35 anni, sono accusati non solo dell’omicidio ma anche di danneggiamento e interruzione di pubblico servizio. La Procura punta su un movente “tifo estremo”: la rivalità tra Rieti e Pistoia, accesa da una sconfitta cocente in campo, ha degenerato in un rituale di vendetta che ha spezzato una vita innocente. Raffaele Marianella non era un “giocatore” in quel teatro del basket, ma un uomo che amava le storie di viaggio e aveva scelto Firenze per una vita più tranquilla.

La sua morte ha scatenato un’onda di cordoglio: il Pistoia Basket ha annullato gli allenamenti, il presidente della FIP ha condannato “un atto barbaro che macchia lo sport”, e sui social fioccano hashtag come #GiustiziaPerRaffaele. La Sebastiani Rieti ha preso le distanze: “Solidarietà alla famiglia, i responsabili non ci rappresentano”. Ma per Raffaele, l’ultimo viaggio è finito troppo presto. L’Italia del basket piange, e auspica Daspo a vita e riforme: perché una sassata non sia mai più un’arma letale. Come ha detto la figlia di Raffaele, “era lì solo per chiacchierare, per rendere il turno meno solo”, e adesso è “sempre nel mio cuore, papà. Non doveva essere così”.

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