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Cronaca

Riscaldamenti a singhiozzo: l’Italia divisa

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Riscaldamenti a singhiozzo: l’Italia divisa

#Riscaldamenti, #Italia, #FasceClimatiche, l’inverno si avvicina e con esso le precauzioni per il risparmio energetico.

Con l’arrivo del freddo, l’accensione dei riscaldamenti diventa una necessità, ma è importante ricordare che esistono precise norme da seguire. L’Italia è suddivisa in sei diverse fasce climatiche, definite in base ai “Gradi Giorno” (GG) di ogni comune, che determinano il calendario e la durata di funzionamento degli impianti.
“_La gestione degli impianti termici, sia autonomi che centralizzati, è infatti disciplinata da una normativa nazionale che stabilisce periodi di accensione, limiti orari giornalieri e temperature massime consentite, con l’obiettivo di contenere i consumi energetici_”.

Le sei zone climatiche sono definite come segue: Zona F, senza limitazioni, per i comuni più freddi; Zona E, con 14 ore di accensione al giorno, per comuni con GG tra 2.101 e 3.000; Zona D, con 12 ore di accensione al giorno, per province con GG tra 1.401 e 2.100; Zona C, con 10 ore di accensione al giorno, per un clima più mite; Zona B, con 8 ore di accensione al giorno, per fascia climatica calda; Zona A, con 6 ore di accensione al giorno, per le aree più calde d’Italia.

“_La classificazione climatica non è omogenea: comuni confinanti possono essere inseriti in fasce diverse_”. È importante sottolineare che, oltre agli orari, la legge impone limiti precisi anche per le temperature interne. Il D.P.R. 74/2013 stabilisce che la media negli ambienti non debba superare 20°C (+ 2°C di tolleranza) per tutti gli edifici, incluse le abitazioni.

Tuttavia, esistono delle deroghe. I limiti di orario e temperatura non si applicano a strutture che necessitano di un comfort termico costante per ragioni sanitarie e assistenziali, come ospedali, cliniche, case di cura e strutture sanitarie. Ignorare le regole su date, orari e temperature massime può costare caro, con sanzioni amministrative pesanti che variano da un minimo di 500 a un massimo di 3.000 euro.
“_Sanzioni fino a 3.000 euro_”. È fondamentale, quindi, essere consapevoli delle norme e rispettarle per evitare multe e contribuire al risparmio energetico.

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