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Cronaca

Processo clan Moccia: avvocati in sciopero per 4 giorni

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Processo clan Moccia: avvocati in sciopero per 4 giorni

La Giustizia in Bilico: il Maxiprocesso al Clan Moccia

La Camera Penale di Napoli ha annunciato un’astensione dalle udienze per quattro giorni, dal 14 al 17 ottobre, in occasione del maxiprocesso al clan Moccia, uno dei sodalizi più potenti e ramificati della camorra campana. La decisione è stata presa al termine di un’assemblea nel Nuovo Palazzo di Giustizia, con l’approvazione di una delibera firmata dal presidente Marco Muscariello e dal segretario Maurizio Capozzo.

Le Ragioni della Protesta

La protesta degli avvocati penalisti è motivata dall’accelerazione impressa al calendario delle udienze, con tre o quattro appuntamenti settimanali e l’escussione di venti-trenta testimoni al giorno. Un ritmo definito “insostenibile” che rischia di compromettere la qualità del contraddittorio e il diritto a una difesa effettiva. Inoltre, le difficoltà croniche nei colloqui con i detenuti di Poggioreale, dove il sovraffollamento e i vincoli organizzativi rendono complicato per i legali incontrare regolarmente i propri assistiti, hanno contribuito a scatenare la mobilitazione.

Il Contesto: il Nodo delle Scarcerazioni

Il caso si inserisce in un momento particolarmente delicato per la giustizia campana, con polemiche per le scarcerazioni anticipate di boss e gregari di vari clan, dovute a cavilli procedurali, vizi formali o all’impossibilità di rispettare i tempi dei processi. Queste vicende hanno alimentato accuse reciproche tra magistratura e avvocatura, con chi chiede tempi rapidi e processi efficienti per colpire le organizzazioni criminali e chi denuncia la compressione del diritto di difesa come rischio per le stesse garanzie costituzionali.

Un Processo ad Alta Tensione

Il maxiprocesso ai Moccia è già diventato un banco di prova per il sistema giudiziario partenopeo, con una posta in gioco altissima: la necessità di giudicare in tempi ragionevoli una delle cosche più influenti della camorra e il rischio che la foga repressiva finisca per alimentare nuovi ricorsi e ulteriori scarcerazioni. Gli avvocati, con la loro protesta, intendono accendere i riflettori su un nodo cruciale: si può davvero fare un processo giusto a ritmo di catena di montaggio? La risposta a questa domanda potrebbe avere conseguenze importanti per il futuro della giustizia in Campania.

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