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Cronaca

Ponticelli: 5 secoli di carcere per clan De Micco-De Martino

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Ponticelli: 5 secoli di carcere per clan De Micco-De Martino

Il clan De Micco-De Martino cade: 44 condanne per associazione mafiosa e reati connessi

Il Tribunale di Napoli ha pronunciato un verdetto storico contro il clan De Micco-De Martino, una delle organizzazioni criminali più potenti e radicate dell’area orientale di Napoli. I 44 imputati, tra cui boss e gregari, sono stati condannati per associazione mafiosa e una lunga serie di reati connessi, tra cui estorsioni, traffico di droga, armi e violenze nei confronti di clan rivali.

– Duro colpo al clan De Micco

Il clan De Micco-De Martino, guidato dai fratelli e alleati De Micco e De Martino, aveva imposto la propria forza criminale sul territorio di Ponticelli e delle aree limitrofe, assicurandosi il monopolio delle piazze di spaccio, la riscossione sistematica del “pizzo” a imprenditori e commercianti e una rete capillare di appoggi e connivenze capace di garantire coperture e latitanze ai vertici del gruppo.

– La struttura del clan

A capo della struttura vi era Marco De Micco, storico boss del rione Conocal, con il ruolo di dirigente e capo dell’organizzazione. A lui facevano riferimento i vari “gruppi” territoriali, tra cui quello guidato da Francesco e Salvatore De Martino, e una fitta rete di referenti operativi e “portatori di imbasciate” che curavano il controllo delle strade, la gestione del denaro e le attività di spaccio.

– Le indagini e le condanne

Le indagini, partite nel 2020 e concluse nel 2024, hanno documentato una struttura mafiosa pienamente armata, con disponibilità di armi da guerra e risorse economiche di provenienza illecita impiegate per infiltrare settori economici del quartiere. Le condanne sono state severe, con pene che vanno da 1 anno e 4 mesi a 20 anni di reclusione. Tra i condannati, vi sono i dirigenti del clan, tra cui Salvatore De Martino e Luigi Minelli, e altri esponenti di vertice, come Francesco Pignatiello e Ciro Giovanni Naturale.

– Gli effetti del verdetto

Il verdetto contro il clan De Micco-De Martino rappresenta un duro colpo per l’organizzazione criminale e un importante successo per la giustizia. La condanna di 44 imputati sottolinea la determinazione delle autorità di combattere la mafia e di proteggere i cittadini dalle attività criminali. Il verdetto è anche un monito per le altre organizzazioni criminali che operano nell’area di Napoli, e rappresenta un passo importante verso la riduzione della violenza e della criminalità nella città.

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Cronaca

Trecase, operaio di 61 anni muore schiacciato da trave in cantiere abusivo

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Trecase, operaio di 61 anni muore schiacciato da trave in cantiere abusivo

Nella regione Campania, un’altra tragedia sul lavoro si è verificata, causando la morte di un uomo. Il 61enne Francesco De Simone, carpentiere di Torre Annunziata, è deceduto a Trecase a causa di un incidente sul cantiere di una villetta in ristrutturazione. Secondo i primi accertamenti, l’uomo lavorava in nero e il cantiere non aveva le autorizzazioni necessarie.

Cause dell’incidente

La dinamica dell’incidente è ancora oggetto di indagine, ma sembra che De Simone sia stato schiacciato da una trave in muratura caduta dal primo piano della villetta. L’impatto è stato fatale e l’uomo è morto sul colpo.

Condizioni di sicurezza nei cantieri

Questo incidente ha sollevato nuovamente la questione delle condizioni di sicurezza nei cantieri della Campania. Nella stessa giornata, si sono verificati altri due gravi incidenti: a Nola, un operaio di 53 anni è precipitato da due metri mentre montava scaffalature e ora è ricoverato in prognosi riservata; a Montella, in Irpinia, un addetto alla potatura è stato ferito in modo serio dopo essere stato colpito da un grosso ramo.

Inchiesta e sequestro della salma

La procura di Torre Annunziata ha disposto il sequestro della salma di De Simone per effettuare l’autopsia e ha aperto un’inchiesta per ricostruire le responsabilità della tragedia. Il cantiere è stato immediatamente sequestrato a causa della mancanza di autorizzazioni necessarie.

Riflessioni sulla sicurezza sul lavoro

Questo incidente tragico solleva interrogativi sulla sicurezza sul lavoro e sulla necessità di controlli più stretti nei cantieri. La mancanza di autorizzazioni e la presenza di lavoratori in nero sono solo alcuni degli aspetti che devono essere presi in considerazione per prevenire future tragedie. È fondamentale che le autorità competenti prendano misure concrete per garantire la sicurezza dei lavoratori e prevenire incidenti come quello occorso a Francesco De Simone.

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Napoli: tassisti in sciopero, “in gioco la sopravvivenza”

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Napoli: tassisti in sciopero, “in gioco la sopravvivenza”

Napoli: il settore dei taxi si mobilita contro le ingiustizie

Il settore dei taxi di Napoli è pronto a vivere una giornata di mobilitazione senza precedenti, proclamata per giovedì 23 ottobre 2025. Lo sciopero generale, deciso all’unanimità dalle nove sigle sindacali di categoria, si annuncia come il punto di rottura dopo un lungo periodo di tensioni mai risolte. La protesta è il risultato di mesi di frustrazione e rabbia da parte dei tassisti napoletani, che si sentono con le spalle al muro contro le multinazionali e le piattaforme digitali che operano nel settore.

I motivi della protesta

Il documento che proclama lo sciopero non è un semplice elenco di lamentele, ma una vera e propria denuncia sociale che delinea un sistema al collasso. Le motivazioni della mobilitazione sono cinque punti critici che i tassisti napoletani vivono come una battaglia per la sopravvivenza:

  • La concorrenza “spietata” di multinazionali e piattaforme digitali
  • L’assalto degli abusivi, con veicoli privati che operano senza licenze, senza assicurazioni e senza controlli
  • La “violazione del principio di territorialità” da parte dei Noleggi con Conducente (NCC) provenienti da comuni limitrofi
  • L’assenza di confronto istituzionale con la dirigenza dell’Ufficio Trasporto Pubblico Locale
  • L’urgenza di un Piano del Traffico “concreto, realistico e attuabile”

La richiesta di cambiamento

Le organizzazioni sindacali parlano di una “assenza di confronto istituzionale” con la dirigenza dell’Ufficio Trasporto Pubblico Locale e chiedono non solo di riaprire il dialogo, ma una vera e propria “riorganizzazione interna” dell’ufficio stesso, ritenuto inadeguato. La categoria chiede a gran voce che il Comune si svegli e fornisca uno strumento operativo che tenga finalmente conto delle loro esigenze e di quelle del trasporto pubblico non di linea.

La protesta: una questione di dignità

Il messaggio è chiaro: il tempo delle deleghe è finito, ora tocca alla base scendere in campo in prima persona. Le modalità concrete della protesta – se si tratterà di un semplice stop delle corse o di cortei e manifestazioni di piazza – saranno definite e comunicate a breve. Quel che è certo è che Napoli, il 23 ottobre, dovrà fare i conti con la rabbia di una categoria che si sente con le spalle al muro, pronta a paralizzare le strade per urlare che il suo lavoro, la sua “dignità”, non sono in vendita.

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Tappo di bottiglia nell’esofago, uomo ricoverato a Napoli

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Tappo di bottiglia nell’esofago, uomo ricoverato a Napoli

Caso Medico Insolito a Napoli: Un Tappo di Bottiglia Metallico nell’Esofago

Un uomo di circa 40 anni si è presentato al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini di Napoli con un forte dolore al torace, convinto di avere un problema cardiaco. Tuttavia, dopo gli accertamenti di rito, i medici hanno fatto una scoperta sconcertante: un tappo di bottiglia metallico incastrato nell’esofago. Questo caso raro e pericoloso è stato risolto grazie a un intervento d’urgenza effettuato dai medici del presidio dell’Asl Napoli 1 Centro.

La Scoperta Inaspettata

Il paziente si era recato al pronto soccorso lamentando un dolore retrosternale persistente, non associato a sforzo fisico o difficoltà respiratorie. I sintomi facevano pensare a un disturbo cardiaco, ma gli esami hanno escluso l’origine ischemica del dolore. I medici del Pronto soccorso, coordinati dal dottor Emilio Bellinfante, hanno deciso di approfondire con una radiografia del torace, che ha revelationato l’impensabile: un’ombra rotondeggiante e radiopaca nell’esofago medio.

L’Intervento d’Urgenza

L’uomo è stato immediatamente trasferito presso l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia, dove è stato sottoposto a esofagogastroduodenoscopia urgente in sedazione profonda. L’intervento è stato eseguito dal dottor Vittorio D’Onofrio, con l’assistenza delle infermiere e dell’intera équipe chirurgica. Grazie all’utilizzo di una pinza di presa e di un cappuccio protettivo, i medici sono riusciti a rimuovere il corpo estraneo in un’unica manovra, senza provocare lesioni alla parete esofagea.

Un Caso Raro ma non Isolato

I corpi estranei esofagei rappresentano una delle emergenze più insidiose in campo gastroenterologico. In Italia, ogni anno, circa 1.500 persone vengono ricoverate per ingestione accidentale di oggetti metallici o plastici. Il caso del Vecchio Pellegrini si aggiunge agli episodi di successo clinico che testimoniano l’elevato livello di competenza dell’ospedale napoletano.

Conclusioni

La collaborazione tra reparti e la prontezza diagnostica del personale sanitario hanno permesso di risolvere questo caso raro e pericoloso. L’esperienza dimostra l’importanza dell’approccio multidisciplinare e della tempestività dell’intervento. Il paziente ha potuto lasciare l’ospedale senza conseguenze, grazie all’intervento temoposto e alla competenza dei medici del Vecchio Pellegrini.

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