Cronaca
Pompei, un altro “souvenir” troppo richiesto
Un turista polacco di 40 anni è stato bloccato all’uscita del Parco Archeologico di Pompei con frammenti archeologici nello zaino. L’uomo si è giustificato dicendo: “Non sapevo fosse illegale, volevo un ricordo”. Tuttavia, la sua scusa non regge di fronte ai divieti espliciti presenti in tutto il sito. Il furto di reperti, anche se apparentemente insignificanti, costituisce un danno inestimabile al patrimonio culturale.
L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie di furti che hanno colpito il Parco Archeologico di Pompei. Il personale di sicurezza aveva notato l’uomo mentre si aggirava con fare sospetto lungo la strada nei pressi dell’Anfiteatro, raccogliendo cocci e frammenti di pietra pompeiana e facendoli scivolare nello zaino. La stretta collaborazione tra la direzione del Parco, il personale di vigilanza e i Carabinieri ha permesso di fermare il turista all’uscita di Piazza Esedra e di recuperare i reperti.
Il turista polacco è stato denunciato per furto aggravato e ha visto la sua vacanza italiana conclusa in modo inaspettato. L’episodio evidenzia il problema della tutela del patrimonio culturale e la necesità di educare i visitatori al rispetto di un patrimonio mondiale come quello di Pompei. I reperti sono stati restituiti alla direzione del Parco Archeologico per la ricollocazione, ma il danno al patrimonio culturale è stato già fatto. La speranza è che questo episodio serva da lezione per i visitatori e che il Parco Archeologico di Pompei possa essere protetto da future rapine.
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