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Cronaca

Poggioreale, detenuto 56enne muore per infarto

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Poggioreale, detenuto 56enne muore per infarto

La crisi delle carceri in Italia: un’emergenza umanitaria in atto
A Napoli, un nuovo decesso si è aggiunto al drammatico bilancio delle morti in carcere. Ieri sera, nel carcere di Poggioreale, un detenuto italiano di 56 anni è morto a causa di un infarto fulminante. Questo evento ha riportato l’attenzione sull’assistenza sanitaria e sulle condizioni di vita nei carceri italiani.

La situazione a Poggioreale

Il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, ha visitato il carcere di Poggioreale dopo il decesso e ha denunciato le condizioni disumane in cui vivono i detenuti. Il carcere ospita attualmente 2.137 persone, ben oltre la capienza regolamentare. Le celle sono sovraffollate, con letti a castello che impediscono di aprire le finestre, e ci sono problemi igienici e sanitari.

I numeri della disperazione

I dati forniti da Ciambriello sono allarmanti: 2 suicidi compiuti e 24 tentativi di suicidio, 196 atti di autolesionismo, 10 decessi per cause naturali e 1 per cause ancora da accertare. A livello nazionale, il bilancio è terrificante: 182 morti in carcere, di cui 65 suicidi. Ciambriello ha definito le morti e i suicidi come la “tragica conseguenza di fattori prevedibili” e ha puntato il dito contro l’inerzia istituzionale.

Un appello all’azione

Il Garante ha lanciato un appello all’azione, non solo al Governo, ma anche ad altri attori chiave come Procure, Magistratura di Sorveglianza e ASL. L’imperativo è “farsi carico delle vulnerabilità e della dignità negata”. La vita in carcere, ha concluso, “deve continuare, il carcere non sia un buco nero o una tragica fatalità”. L’ennesimo decesso a Poggioreale funge da doloroso promemoria che l’emergenza carceraria è una crisi umanitaria in atto. È necessario agire immediatamente per migliorare le condizioni di vita e l’assistenza sanitaria nelle carceri italiane.

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Cronaca

Finge furto escavatore per evitare leasing

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Finge furto escavatore per evitare leasing

Il Caso dell’Escavatore Scomparso: Una Storia di Inganno e Simulazione di Reato

Un’imprenditore di Visciano aveva denunciato ai Carabinieri il furto di un escavatore, affermando di averlo trovato sparito dal deposito della sua ditta edile. La denuncia sembrava legittima, ma gli investigatori hanno avuto immediatamente dei dubbi sulla veridicità del racconto del 54enne.

L’Indagine e la Verità

Le Conseguenze dell’Inganno

La Simulazione di Reato: Una Scelta Pericolosa

L’indagine condotta dai Carabinieri ha portato alla luce la verità. Dopo aver esaminato le immagini dell’impianto di videosorveglianza comunale, è emerso che il denunciante aveva simulato il furto. Il video ha mostrato il 54enne alla guida dell’escavatore, che aveva percorso poche centinaia di metri per parcheggiare il mezzo in un altro capannone. Il motivo dietro a questa scelta era la difficoltà di pagare le rate del leasing del macchinario.

Il denunciante, una volta convocato in caserma e messo davanti alle prove, ha confessato di aver simulato il furto. Questa confessione ha portato a una denuncia per simulazione di reato, una scelta pericolosa che può avere gravi conseguenze legali. La simulazione di reato non solo è un reato in sé, ma può anche portare a una perdita di credibilità e a conseguenze più gravi nel caso di future denunce.

Il caso dell’escavatore scomparso è un esempio di come la simulazione di reato possa essere una scelta pericolosa e controproducente. È importante essere veritieri e onesti nelle nostre azioni e nelle nostre denunce, poiché la menzogna e l’inganno possono portare a conseguenze severe e imprevedibili. Questo articolo è stato pubblicato il 4 Ottobre 2025 e si spera che possa servire come monito per chi pensa di poter ingannare la legge e le autorità.

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Maltempo in Campania, allerta gialla per temporali

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Maltempo in Campania, allerta gialla per temporali

La Campania si trova di fronte a una domenica caratterizzata da condizioni meteorologiche avverse. Secondo le previsioni della Protezione civile regionale, sulla base delle valutazioni del Centro Funzionale, è stato emanato un avviso di allerta meteo di livello giallo, valido dalle 6 alle 23.59 di domani, domenica 5 ottobre, per piogge, temporali e grandine. Questo avviso interesserà l’intero territorio regionale, ad eccezione delle zone di Alta Irpinia, Sannio e Tanagro.

Avviso di allerta meteo

L’avviso di allerta meteo è stato emanato a causa delle previsioni di piogge intense e temporali che potranno colpire la regione. Le precipitazioni potranno essere accompagnate da grandine e raffiche di vento, e potranno causare allagamenti, innalzamento del livello dei corsi d’acqua, scorrimento di acqua lungo le strade, caduta di massi e frane.

Rischi legati al maltempo

I rischi legati al maltempo sono molteplici e possono avere conseguenze gravi. La Protezione civile ha evidenziato la possibilità di danni a strutture e coperture, in particolare a causa dei fulmini e della grandine. Inoltre, i temporali potranno evolvere rapidamente e assumere forte intensità a livello locale, causando possibili disagi alla popolazione.

Misure preventive

La Protezione civile invita i Comuni a monitorare il verde pubblico, attivare i Centri Operativi Comunali e predisporre tutte le misure preventive per contenere i possibili disagi. I cittadini sono invitati a prestare attenzione agli aggiornamenti meteo e alle indicazioni delle autorità locali. È importante rimanere informati e seguire le istruzioni delle autorità per minimizzare i rischi legati al maltempo.

Consigli ai cittadini

In generale, è importante essere preparati e prendere misure preventive per affrontare il maltempo. I cittadini possono prendere alcune precauzioni, come controllare lo stato dei tetti e delle coperture, assicurarsi che i canali di scolo siano liberi e funzionanti, e avere a disposizione mezzi di comunicazione e informazione in caso di emergenza. Inoltre, è importante seguire le istruzioni delle autorità locali e rimanere aggiornati sulle condizioni meteorologiche.

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Faida tra sinti: uccisa Dolores Dori, 44enne abbandonata ad ospedale

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Faida tra sinti: uccisa Dolores Dori, 44enne abbandonata ad ospedale

Un tragico evento si è verificato a Lonato del Garda, dove un incontro tra due famiglie romanì per discutere di un matrimonio tra due giovani si è concluso con la morte di una donna di 44 anni, Dolores Dori. L’incontro, che avrebbe dovuto essere un’opportunità per chiarire i contrasti tra le due famiglie, è degenerato in una lite violenta che ha portato alla morte della donna.

La dinamica degli eventi

La donna, Dolores Dori, è stata colpita da tre proiettili al termine della lite e abbandonata in fin di vita davanti al pronto soccorso dell’ospedale di Desenzano del Garda, dove è morta poche ore dopo durante un intervento chirurgico. Gli investigatori dei Carabinieri di Brescia stanno indagando per omicidio e hanno individuato come principale sospettato il consuocero della vittima, che è attualmente in fuga e ricercato.

La ricostruzione dell’evento

Secondo la prima ricostruzione, l’incontro tra i clan famigliari sarebbe degenerato rapidamente, con almeno tre colpi di pistola esplosi davanti al figlio 16enne di Dolores. La vicenda ha assunto contorni ancora più inquietanti dopo la diffusione sui social di un video del marito della vittima, che brandendo un’arma minaccia ritorsioni contro l’altra famiglia.

Le indagini e il sequestro del campo nomadi

Il campo nomadi di via Ferrarini a Lonato è stato posto sotto sequestro, mentre un’Alfa Romeo Stelvio con targa falsa, ritenuta l’auto usata per trasportare la donna ferita, è stata trovata a Mestre. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la dinamica della sparatoria per capire se si sia trattato di un gesto d’impeto o di un’azione premeditata. L’evento ha suscitato grande allarme e preoccupazione nella comunità, e le autorità stanno lavorando per garantire la sicurezza e la giustizia.

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