Cronaca
Paupisi, funerali congiunti per Elisa e Cosimo, lutto cittadino
La strage di Paupisi: una tragedia che scuote l’Italia
La prossima settimana, la comunità di Paupisi sarà unita nel dolore per celebrare i funerali di Elisa Polcino e del piccolo Cosimo Ocone, vittime della strage familiare che ha scosso il Sannio e l’intero Paese. La decisione di un rito congiunto è stata presa dal figlio maggiore di Elisa, Mario, insieme agli altri familiari, dopo l’esecuzione delle autopsie. Il sindaco Salvatore Coletta ha proclamato il lutto cittadino, affinché tutta la comunità possa stringersi intorno al dolore dei superstiti.
La vicenda giudiziaria
Nel carcere di Campobasso si è svolta l’udienza di convalida del fermo per Salvatore Ocone, 58 anni, accusato di aver ucciso la moglie e il figlio e di aver lasciato in fin di vita l’altra figlia. Di fronte al gip Silvia Lubrano, Ocone si è avvalso della facoltà di non rispondere. La Procura ha chiesto la conferma della detenzione in carcere, mentre la decisione del giudice è attesa nelle prossime ore.
La difesa di Ocone
Il difensore Giovanni Santoro ha descritto un uomo incapace di rendersi conto della tragedia compiuta. Secondo il legale, Ocone soffrirebbe di vuoti di memoria e di una patologia psichiatrica preesistente, che potrebbe aver influito sulla sua capacità di intendere e di volere al momento della strage. Per questo la difesa ha chiesto approfonditi accertamenti sulla condizione mentale dell’uomo.
Una comunità ferita
La vicenda ha suscitato enorme commozione non solo a Paupisi ma in tutto il Paese, riportando in primo piano il tema della violenza familiare e dei femminicidi che troppo spesso si consumano tra le mura domestiche. La strage del Sannio si innesta in un quadro nazionale drammatico: nel 2024 oltre 100 donne sono state uccise, molte per mano del partner o di un familiare. A Paupisi, la comunità si prepara a stringersi attorno a Mario, il figlio sopravvissuto, e alla giovane sorellina che sta lottando per la vita. I funerali congiunti di Elisa e Cosimo diventeranno così non solo un momento di dolore privato, ma un rito collettivo di memoria e denuncia contro la violenza domestica.