Cronaca
Neoborbonici chiedono restituzione bottino Napoleone
Un clamoroso furto da milioni di euro ha scosso il Louvre, con tre ladri in motorino ancora ricercati dalla polizia francese. Ma a Napoli, il Movimento Neoborbonico ha deciso di rivolgersi direttamente ai responsabili del colpo, con una lettera aperta che mescola ironia e memoria storica. “Gentili ladri”, si legge nell’appello, “se è vero che le spoliazioni napoleoniche rappresentarono il più grande spostamento di opere d’arte della storia, chiediamo che una parte del vostro bottino sia restituita simbolicamente ai napoletani”.
L’appello fa leva su un tema che i neoborbonici portano avanti da anni: il saccheggio sistematico del Sud Italia durante le campagne napoleoniche tra il 1799 e il 1815. Un’occupazione che costò oltre centomila vittime e che segnò uno dei momenti più duri della storia del Mezzogiorno. Dietro l’ironia, non manca la critica alla storiografia “ufficiale”, accusata dal movimento di aver minimizzato le violenze e le spoliazioni subite dal Sud Italia in nome dell'”importazione della libertà”.
Il messaggio si chiude con un saluto beffardo ma solenne: “In attesa di un vostro riscontro, cortesi saluti dalla ex capitale del Regno di Napoli”. Un gesto simbolico, che trasforma un clamoroso fatto di cronaca parigina in un nuovo capitolo della lunga battaglia identitaria dei neoborbonici: quella per la memoria e per una giustizia storica che, secondo loro, non è mai arrivata. La lettera aperta è un modo per ricordare le ingiustizie del passato e per chiedere una forma di risarcimento, anche se solo simbolico, per le sofferenze inflitte al popolo napoletano.
Fonte
