Cronaca
Napoli: smascherata “centrale del phishing”, 3 arresti e 2 denunce

Allerta truffa: Pericolo phishing a Napoli
Napoli è nel mirino delle truffe informatiche. Sono sempre più frequenti i messaggi fraudolenti che avvertono: "Ti hanno clonato la carta di credito, clicca qui per accedere al tuo conto." Questo è il segnale d’allerta che molti cittadini hanno ricevuto sul loro telefono o tramite e-mail negli ultimi mesi.
L’insidia del phishing
Il phishing bancario si rivela una truffa tanto semplice quanto devastante. Promettendo protezione e sicurezza, questi messaggi ingannevoli rubano in pochissimo tempo soldi dai conti correnti. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Stella hanno recentemente smantellato una rete di truffatori operante da un piccolo appartamento in vico Campagnari, nel cuore di Napoli.
Un intervento tempestivo
Durante l’operazione, i militari hanno trovato cinque individui, uno dei quali ha tentato inutilmente di nascondere un computer portatile sotto il letto. Nella stanza sono stati rinvenuti dati sensibili, bozze di e-mail e interfacce web progettate per imitare i siti ufficiali delle banche.
La strategia dei truffatori
Le vittime hanno ricevuto messaggi riguardanti presunti accessi sospetti ai loro conti. Cliccando su link fraudolenti, venivano indirizzate a pagine che sembravano legittime, dove incautamente inserivano le proprie credenziali. I truffatori, una volta acquisiti i dati, effettuavano prelievi o spese su carte virtuali, prendendo di mira principalmente anziani e utenti meno esperti.
La cattura dei malviventi
Nel blitz sono stati arrestati tre giovani di 22, 23 e 27 anni, attualmente in carcere con accuse di truffa aggravata e accesso abusivo ai sistemi informatici. Due ulteriori sospetti di 28 e 50 anni sono stati denunciati a piede libero. È stato sequestrato un laptop e cinque smartphone, utilizzati per gestire le truffe online.
Un fenomeno in crescita
Le indagini suggeriscono che il gruppo non agisse isolatamente, ma fosse parte di una rete di truffe informatiche su scala nazionale e internazionale. Secondo la Polizia Postale, nel 2024 si sono registrate oltre 25.000 denunce per frodi digitali in Italia. A Napoli, l’aumento delle truffe ha raggiunto il 40% rispetto all’anno precedente.
Come proteggersi dalle truffe online
Gli esperti raccomandano di stare all’erta e non cliccare mai su link ricevuti tramite sms o email. È fondamentale non fornire informazioni personali e contattare direttamente la banca in caso di dubbi. In rete, come nei vicoli di Napoli, la trappola dell’inganno è sempre pronta ad attivarsi.
Liberi per la riproduzione. Articolo pubblicato il 15 Ottobre 2025 – 09:10 – Giuseppe Del Gaudio.
Cronaca
Sant’Anastasia: trovato giardino di marijuana, arrestato 35enne

Scoperta di una Piantagione di Marijuana a Sant’Anastasia: Arrestato un 35enne
A Sant’Anastasia, i Carabinieri hanno fatto una sorprendente scoperta in un giardino privato, rivelando un’operazione di coltivazione di marijuana all’avanguardia. L’intuizione dei militari ha portato alla luce un orto ben diverso da quello che ci si potrebbe aspettare.
Un Orto Domestico Inaspettato
In un contesto tradizionale, si sarebbe immaginato un orto ricco di ortaggi e piante aromatiche. Tuttavia, al posto di pomodori e insalate, i Carabinieri hanno trovato una serra clandestina ben attrezzata, in grado di produrre marijuana "a chilometro zero". Questa scoperta ha messo in luce l’ingegnosità di un criminale locale.
La Serra High-Tech di Antonio Capone
L’operazione ha avuto al centro Antonio Capone, un 35enne già noto alle autorità. Durante la perquisizione, è emerso un giardino dotato di una serra altamente sofisticata. Non si trattava di una semplice copertura, ma di un impianto progettato con cura, completo di illuminazione a timer e sistemi di ventilazione. Le condizioni create all’interno della serra erano perfette per la crescita di sei piante di marijuana, che raggiungevano un’altezza compresa tra 1,40 e 1,70 metri.
Un Bottino Impressionante
La scoperta più significativa è stata fatta all’interno dell’abitazione. I Carabinieri hanno rinvenuto ben 800 grammi di marijuana già lavorata e pronta per la vendita, insieme a oltre 3 chili di droga in fase di essiccazione. Il materiale sequestrato ha confermato l’impatto della scoperta, dimostrando un’operazione ben organizzata.
Conseguenze Legali per il 35enne
Consapevole della gravità della situazione, Capone è stato arrestato e trasferito nella casa circondariale di Napoli. Bergamotto di Massa di Somma, Capone risponde dell’accusa di detenzione di sostanza stupefacente con l’intento di spaccio. Data la quantità significativa di marijuana rinvenuta, le sanzioni legali potrebbero essere severe.
Un Fenomeno in Crescita
Questa operazione mette in evidenza un fenomeno in crescita: la coltivazione domestica di sostanze stupefacenti. Utilizzando tecnologie avanzate, i criminali stanno cercando di eludere le forze dell’ordine, ma restano sempre nel mirino. La vigilanza delle autorità rimane alta in un contesto in continua evoluzione.
In conclusione, l’operazione di Sant’Anastasia serve da monito riguardo alla sempre più sofisticata coltivazione di marijuana, sottolineando l’importanza della collaborazione tra le forze dell’ordine e la comunità per combattere questo fenomeno.
Cronaca
Napoli: fermato un pusher di soli 14 anni.

Arresto di un "Baby Pusher" a Castello di Cisterna: Un Segnale di Allerta
I Carabinieri di Castello di Cisterna hanno arrestato un giovane "baby pusher" nel problematico quartiere della "219", un’azione che pone l’accento su un’emergenza sociale in atto.
Un Contesto Criminale Preoccupante
Nel quartiere della "219", dove le difficoltà economiche e la criminalità si intrecciano, la situazione dei bambini coinvolti nel traffico di droga è diventata allarmante. Il giovane di soli 14 anni, arrestato con 40 dosi di cocaina e 470 euro in contanti, rappresenta un campione di un fenomeno inquietante: i minori sempre più coinvolti nelle attività illecite delle baby gang, diventando ignari protagonisti di una guerra che non perdona.
L’Operazione degli Inquirenti
L’operazione dei Carabinieri è scattata nel cuore della "Legge 219", un’area nota per le sue problematiche sociali. Durante un pattugliamento rutinario, gli agenti hanno notato un ragazzino dal comportamento sospetto. Il suo passo affrettato e lo sguardo sfuggente sono stati indicatori chiari di un possibile coinvolgimento in attività illecite.
Il Fermato e la Perquisizione
Bloccato tra i palazzoni popolari, il giovane non ha opposto resistenza durante la perquisizione. Nel suo marsupio sono state trovate prove inconfutabili della sua attività: dosi di cocaina pronte per lo spaccio e una somma significativa di denaro, frutto delle sue "transazioni".
Parole che Gelano il Sangue
Interrogato dagli agenti, il ragazzo ha rivelato una realtà sconvolgente: "Non so fare altro, non c’è alternativa". Queste parole, pronunciate con rassegnazione, offrono uno spaccato di una gioventù intrappolata in un sistema che le sottrae ogni possibilità di futuro.
Le Conseguenze e il Futuro del Minore
Dopo l’arresto, il ragazzo è stato trasferito presso un centro di prima accoglienza. Qui, specialisti sociali e psicologi cercheranno di aiutarlo a riscontrare un nuovo inizio. Tuttavia, il suo caso è solo una delle tante facce di un problema che sta inghiottendo intere generazioni.
Un Fenomeno Nazionale
Il reclutamento di minori per attività di spaccio è diventato un fenomeno preoccupante a Napoli e in molte altre città italiane. Solo nel 2025, sono state condotte operazioni che hanno visto controlli su centinaia di minori, evidenziando un allarmante aumento del fenomeno. A Roma, per esempio, oltre 400 minori sono stati indagati per spaccio di droga in un solo anno.
Il Ruolo della Società e delle Istituzioni
Esperti e associazioni denunciano un "sistema piramidale" che approfitta della vulnerabilità dei giovani. Le baby gang sono diventate il veicolo principale attraverso cui le organizzazioni criminali riforniscono il mercato della droga. È essenziale implementare politiche di prevenzione efficaci e integrare i programmi educativi con attività sportive e culturali per strappare questi ragazzi dal ciclo della criminalità.
La Speranza per il Futuro
Mentre il 14enne di Castello di Cisterna attende il suo destino in tribunale, la comunità si interroga sul futuro di molti altri ragazzi nella stessa situazione. Le autorità promettono di intensificare i controlli, ma è fondamentale che ci sia una maggiore collaborazione tra istituzioni, famiglie e cittadini per restituire speranza a una gioventù che merita mejor.
Conclusione
Il dramma dei "baby pusher" non è un problema isolato, ma un sintomo di una più ampia crisi sociale. Solo con interventi mirati e un impegno collettivo sarà possibile affrontare questa emergenza e restituire ai giovani la possibilità di costruire un futuro diverso.
Cronaca
Camorra: il boss Nicola Rullo assolto dalle accuse.

Processo Contro il Clan Contini: Risultati e Conseguenze
Introduzione al Caso
L’Aquila – Si conclude il processo in primo grado riguardante le nuove rotte della droga legate al clan Contini. Il giudice Marco Billi ha emesso ieri la sentenza, evidenziando risultati contrastanti: otto imputati condannati a una pena totale di quasi 70 anni di reclusione, mentre sei individui, alcuni dei quali figure di spicco della criminalità organizzata partenopea, sono stati assolti.
Gli Accusati Assolti
A emergere indenni sono stati nomi noti come Nicola Rullo, il presunto boss del clan, insieme ai suoi collaboratori vicini, Carmine Botta e Vincenzo Capozzoli. Il giudice ha ritenuto le prove contro di loro insufficienti, portando così all’assoluzione.
Dettagli sulle Condanne
La condanna più severa è stata inflitta a Umberto Schettino, considerato il fulcro dell’organizzazione criminale, con 20 anni di reclusione. Altri condannati includono:
- Francesca Di Cristo: 8 anni
- Daniele Malafronte, Leonardo Ortensi e Marco Basso: 7 anni e 9 mesi ciascuno
- Giuseppe Lanzano: 6 anni e 10 mesi
- Domenico e Ferdinando Marasca: 5 anni e 30.000 € di multa ciascuno
Accuse e Sviluppo dell’Inchiesta
L’accusa ha evidenziato che il gruppo criminale operava tra l’estate del 2017 e i primi mesi del 2018, gestendo un traffico esteso di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina, hashish e mdma. Le droghe venivano acquistate a Napoli e distribuite in province come Teramo, Ascoli Piceno, Fermo e Ancona.
Hierarchia del Clan e Ruoli Chiave
Schettino, domiciliato a Corropoli, è stato descritto come l’intermediario principale con i fornitori di Napoli. Tra i nomi noti coinvolti ci sono stati Gaetano Attardo e Nicola Fruguglietti. Il trasporto della droga è stato affidato a Vincenzo Saracino, Pasquale Starita e Farinelli.
Esito delle Accuse Contro Rullo e Botta
Per quanto riguarda Nicola Rullo e Carmine Botta, la Procura aveva ipotizzato singole contestazioni relative a detenzione e cessione di stupefacenti. Tuttavia, l’insufficienza delle prove ha portato alla loro assoluzione.
Riepilogo delle Condanne
- Umberto Schettino: 20 anni di reclusione
- Francesca Di Cristo: 8 anni
- Daniele Malafronte: 7 anni e 9 mesi
- Leonardo Ortensi: 7 anni e 9 mesi
- Marco Basso: 7 anni e 9 mesi
- Giuseppe Lanzano: 6 anni e 10 mesi
- Domenico Marasca: 5 anni e 30.000 € di multa
- Ferdinando Marasca: 5 anni e 30.000 € di multa
Assoluzioni
- Gaetano Attardo
- Nicola Fruguglietti
- Nicola Rullo
- Carmine Botta
- Vincenzo Capozzoli
- Ciro Toscano
RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il 15 Ottobre 2025 – 07:34 – Giuseppe Del Gaudio