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Cronaca

Napoli, condanna mild per pusher con 5 pistole

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Napoli, condanna mild per pusher con 5 pistole

Rabayeh Sami, un 32enne napoletano di origini nordafricane, è stato condannato a quattro anni di reclusione e al pagamento di 9.000 euro di multa. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per la sua tossicodipendenza, era accusato di più episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di detenzione illegale di armi e munizioni.

La sentenza è stata emessa dal giudice Fabio Provvisiero del Tribunale di Napoli, che ha applicato lo sconto di pena previsto dalla legge a seguito del rito abbreviato. Il giudice ha riconosciuto l’imputato colpevole dei reati contestati, concedendogli tuttavia le attenuanti generiche. La pena base, fissata in sei anni di reclusione e 18.000 euro di multa, è stata aumentata di sei mesi per ognuno degli altri sei capi d’accusa, arrivando a un totale di nove anni, poi ridotti a quattro grazie alle attenuanti e al rito scelto.

Oltre alla reclusione e alla multa, il giudice ha disposto la interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e ha ordinato la confisca e distruzione della droga sequestrata, nonché la trasmissione delle armi e munizioni all’Artiglieria competente. Il sequestro del denaro ritenuto provento dell’attività illecita è stato confermato. Rabayeh, difeso dall’avvocato Giuseppe Gallo, aveva puntato a una strategia mirata a ottenere il riconoscimento dello stato di tossicodipendenza come attenuante, sottolineando la condizione di disagio personale e sociale dell’imputato.

Il caso si inserisce in un più ampio filone di indagini su un giro di spaccio nella zona orientale di Napoli, dove Rabayeh sarebbe stato attivo come piccolo intermediario nel commercio al dettaglio di cocaina e hashish. Durante le perquisizioni, i carabinieri avevano rinvenuto quantitativi di droga già suddivisi in dosi, armi non denunciate e denaro contante, elementi che hanno aggravato il quadro probatorio. Il giudice Provvisiero ha sottolineato la gravità dei reati e la pericolosità sociale dell’imputato, ma anche la necessità di favorire un percorso rieducativo, compatibile con la sua condizione di dipendenza e marginalità.

La difesa potrebbe valutare l’opportunità di non proporre appello per ottenere un’ulteriore sconto di pena. Nel frattempo, Rabayeh Sami resterà in stato di detenzione domiciliare presso una comunità di recupero.

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