Cronaca
Napoli, baby gang colpisce: 3 studenti denunciati
 
																								
												
												
											NapoliSottoAttacco: la violenza giovanile fa paura, ma chi ascolta il grido delle strade?
La notte di Napoli si tinge di violenza, un ragazzo di 17 anni aggredito eGenesis quasi ucciso da tre coetanei armati di cocci di bottiglia
Napoli, una città che non dorme mai, ma che ultimamente sembra essere stata invasa da un clima di violenza e paura. L’ultimo episodio di cronaca è quello di un ragazzo di 17 anni, aggredito e quasi ucciso da tre coetanei armati di cocci di bottiglia. I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Napoli Stella sono riusciti a ricostruire la dinamica dell’aggressione grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, che hanno consentito di identificare i presunti responsabili: tre studenti, due quattordicenni e un quindicenne, compagni di scuola tra loro ma estranei alla vittima e al suo amico, anch’egli minorenne. I tre indagati devono ora rispondere di **_”tentato omicidio in concorso e porto di armi e oggetti atti a offendere”_**.
Ma cosa sta succedendo nelle strade di Napoli? La violenza giovanile sembra essere diventata un fenomeno sempre più diffuso e pericoloso. Le statistiche parlano chiaro: il numero di minori denunciati o arrestati per reati violenti è in aumento, con un incremento di oltre il 20% negli ultimi cinque anni. A Napoli, in particolare, il tessuto urbano mescola disagio sociale, abbandono scolastico e la presenza radicata di modelli criminali, il fenomeno assume contorni ancora più complessi.
La **_”perdita di percezione del limite”_** tra i giovani, acuita da una cultura dell’emulazione e dell’apparenza, sembra essere una delle cause principali di questo fenomeno. La violenza diventa linguaggio, strumento di affermazione, simbolo di forza. Ma dietro questi gesti c’è spesso un vuoto educativo, una solitudine mascherata da sfida. Come dicevano i **_”baby gang”_**: **_”La strada siamo noi”_**, ma chi ascolta il loro grido?
La comunità educativa, le famiglie, le istituzioni e la società civile devono unirsi per affrontare questo problema e ricucire il legame tra i ragazzi e la legalità, tra scuola e strada, tra libertà e responsabilità. Perché ogni volta che un minore impugna un’arma, anche un semplice coccio di bottiglia, non è solo un reato che si compie — è una ferita inferta al futuro stesso della città. Chi ascolta il grido delle strade? Napoli gridare aiuto, ma chi risponde?

 
														