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Cronaca

Minacce al sindaco di Ogliastro Cilento: arriva un proiettile

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Minacce al sindaco di Ogliastro Cilento: arriva un proiettile

Il Cilento in allarme: minacce al sindaco di Ogliastro Cilento

Il Cilento è stato scosso da un grave atto intimidatorio ai danni del sindaco di Ogliastro Cilento, Michele Apolito. Nei giorni scorsi, il sindaco ha ricevuto due lettere minatorie, una delle quali contiene un proiettile, mentre l’altra evoca la tragica morte di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” ucciso a Pollica nel 2010. Questo gesto ha creato un clima di paura nella regione e ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza degli amministratori locali.

Le indagini

I carabinieri sono immediatamente intervenuti per risalire agli autori del gesto e al movente delle minacce. Apolito, che ricopre anche l’incarico di presidente della Comunità montana Alento-Monte Stella, ha denunciato l’accaduto alle autorità, mostrando fermezza e determinazione nel confrontare questa sfida.

La condanna di Anci Campania

Anci Campania ha condannato duramente l’episodio, definendolo “un gesto vile e inaccettabile, un attacco non solo personale ma anche al ruolo delle istituzioni locali e a un’intera comunità”. Il presidente di Anci Campania, Francesco Morra, insieme al segretario generale Aniello D’Auria e al direttivo regionale, ha espresso solidarietà al sindaco, affermando che “nessuna intimidazione potrà mai piegare i principi di democrazia, legalità e convivenza civile”.

Solidarietà e sostegno

La condanna di Anci Campania rappresenta un importante segnale di solidarietà e sostegno al sindaco Apolito e alla comunità di Ogliastro Cilento. È fondamentale che le istituzioni e la società civile si uniscano per contrastare ogni forma di violenza e intimidazione, ribadendo i valori di democrazia e legalità che sono alla base della nostra convivenza. Il Cilento non può e non deve essere intimidito da gesti di violenza e minaccia, e la solidarietà hacia il sindaco Apolito è un messaggio chiaro in questo senso.

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Confisca da 38 mln a imprenditore legato ai clan Di Lauro

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Confisca da 38 mln a imprenditore legato ai clan Di Lauro

La lotta contro la camorra ha registrato un’importante vittoria grazie alla maxi-operazione condotta dalla Procura di Napoli. Un imprenditore edile di Melito di Napoli, considerato vicino agli ambienti camorristici, ha visto confiscati beni per un valore di circa 38 milioni di euro. Questa operazione è il risultato di complesse indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Napoli e Bologna, che hanno coinvolto accertamenti economico-patrimoniali e polizia giudiziaria.

Operazione e indagini

L’imprenditore in questione è stato accusato di aver riciclato proventi di truffe assicurative organizzate da soggetti legati a diversi clan, e di aver intrattenuto rapporti d’affari con esponenti del clan Di Lauro e successivamente con il gruppo degli “scissionisti”. Questi rapporti sono stati fondamentali nel controllo delle attività illecite nella zona di Napoli nord e hinterland.

Condotte fiscali fraudolente

Oltre alle accuse di riciclaggio, l’imprenditore è anche stato accusato di condotte fiscali fraudolente, tra cui l’aver sottratto al fisco ingenti capitali provenienti da compravendite immobiliari e l’averli reinvestiti in attività imprenditoriali e patrimoniali. Queste azioni hanno contribuito a creare un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Patrimonio sproporzionato

Le indagini economico-patrimoniali hanno rivelato che tra il 2000 e il 2021, i redditi dichiarati dall’imprenditore e dai componenti del suo nucleo familiare erano modesti e incompatibili con gli investimenti finanziari e societari realizzati. Ciò ha portato il Tribunale di Napoli a disporre la confisca di numerousi beni, tra cui 102 immobili, rapporti finanziari, un’autovettura, un compendio aziendale e quote di una società.

La lotta contro la “borghesia mafiosa”

La confisca rappresenta un’importante azione contro la cosiddetta “borghesia mafiosa”, ovvero quegli imprenditori che, dietro una facciata di rispettabilità, alimentano e rafforzano i circuiti criminali della camorra. Questa operazione dimostra come le autorità investigative siano sempre più attente a contrastare le ramificazioni economiche delle alleanze tra imprenditori e clan camorristici.

Conclusione

La maxi-operazione condotta dalla Procura di Napoli è un’importante vittoria nella lotta contro la camorra e dimostra la determinazione delle autorità a contrastare le attività illecite e a proteggere i cittadini. La confisca dei beni rappresenta un messaggio forte contro la criminalità organizzata e sottolinea l’importanza di continuare a lavorare per prevenire e contrastare le attività di riciclaggio e di evasione fiscale.

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Assolto Crescenzo Marino, cadono accuse su Case Celesti

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Assolto Crescenzo Marino, cadono accuse su Case Celesti

Crescenzo Marino Assolto: La Corte di Appello di Napoli Annulla le Accuse di Camorra

Napoli – La Corte di appello di Napoli ha assolto con formula piena Crescenzo Marino, figlio del boss Gennaro detto Mekkey, dalle accuse di essere il capo del clan delle Case Celesti a Secondigliano. La sentenza, emessa al termine di una camera di consiglio durata diverse ore, rappresenta un punto di svolta non solo per la posizione processuale dell’imputato, ma anche per le ricadute mediatiche che la sua figura aveva avuto negli ultimi anni.

Il Contesto dell’Indagine

L’inchiesta che aveva portato al coinvolgimento di Marino jr era nata nel 2022 nell’ambito delle ricerche di Roberto Manganiello, allora latitante e indiziato di duplice omicidio aggravato dal metodo mafioso. La Dda aveva ricostruito un presunto organigramma del clan delle Case Celesti, con Marino e Maddalena Imperatore indicati come promotori e direttori del gruppo.

La Vicinanza con Geolier e le “Ombre” di Sanremo

La vicenda giudiziaria di Crescenzo Marino si era intrecciata, suo malgrado, anche con la carriera artistica del rapper Geolier, nome d’arte di Emanuele Palumbo. I due sono legati da un’amicizia, citata dallo stesso artista in alcuni brani, tra cui “Nun sacc’ perdere”. Proprio questa vicinanza era stata strumentalizzata da alcuni commentatori e rilanciata in rete con insinuazioni e illazioni.

La Caduta del Castello Accusatorio

La Corte di appello ha ora smontato l’impianto accusatorio nei confronti di Crescenzo Marino, stabilendo che non vi fossero prove sufficienti a dimostrare la sua effettiva leadership nel clan né la sua partecipazione diretta agli affari illeciti. La sentenza rappresenta un punto di svolta non solo per la posizione processuale dell’imputato, ma anche per le ricadute mediatiche che la sua figura aveva avuto negli ultimi anni, tra cronaca nera e gossip giudiziario.

Gli Arresti del 2022 e le Conseguenze

Gli arresti scattarono a fine luglio 2022, ma il blitz si era esteso anche a indagati già colpiti da misure cautelari nell’ottobre 2021. In totale furono 32 le persone finite sotto inchiesta, alcune arrestate, altre a piede libero. Tra i nomi compariva anche quello di Domenico Gargiulo, detto Sicc penniello, successivamente ucciso in un agguato di camorra.

La sentenza di assoluzione di Crescenzo Marino contribuisce a smontare la narrazione di una presunta amicizia pericolosa con Geolier e archivia definitivamente quella che i difensori definiscono “una campagna di discredito senza fondamento”. La vicenda giudiziaria di Marino jr si chiude con un punto di svolta importante, che ribadisce l’importanza della presunzione di innocenza e della necessità di prove concrete per condannare un imputato.

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Strage di Paupisi, figlio: “Non perdonerò mio padre”

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Strage di Paupisi, figlio: “Non perdonerò mio padre”

La tragedia di Paupisi: il figlio di Salvatore Ocone non perdona il padre

La comunità di Paupisi, in provincia di Benevento, è ancora sotto shock dopo la tragica notizia dell’uccisione di Elisa Polcino e del figlio 15enne Cosimo ad opera del marito e padre, Salvatore Ocone. Il figlio primogenito, Mario Ocone, ha espresso la sua rabbia e il suo dolore in una recente intervista televisiva, affermando di non poter perdonare il padre per il gesto atroce.

La vicenda

Mario Ocone, che lavora in Emilia Romagna, è tornato a Paupisi per visitare la sorella Antonia, ricoverata in condizioni gravi alla clinica Neuromed di Pozzilli. Il ragazzo ha raccontato di aver sentito l’ultima volta i genitori venerdì sera e di non aver notato nulla di anormale. La notizia della tragedia gli è stata comunicata dai carabinieri e ha letto altri particolari sui giornali.

La reazione di Mario Ocone

Il figlio di Salvatore Ocone ha espresso la sua incredulità e il suo dolore per il gesto del padre, affermando di non aver mai visto segnali di violenza in lui. “Era un lavoratore che non aveva mai mostrato segni di violenza. Ci era sempre molto vicino e nessuno si aspettava un gesto del genere”, ha detto. Mario Ocone ha anche menzionato che il padre prendeva farmaci antidepressivi e era sotto cura, ma nessuno si aspettava un gesto del genere.

Il lutto cittadino

Il Comune di Paupisi ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali di Elisa Polcino e del figlio Cosimo. La comunità è in lutto per la perdita di due vite innocenti e la ferita grave alla figlia Antonia. La vicenda ha scosso la comunità e ha sollevato interrogativi sulla violenza domestica e sulla prevenzione dei gesti violenti.

La situazione di Antonia

Mario Ocone ha visitato la sorella Antonia in clinica e ha espresso la sua speranza che si riprenda presto. “Sono andato a trovarla oggi pomeriggio, speriamo si riprenda. Eravamo tutti e tre molto legati”, ha detto. La famiglia è ancora sotto shock e deve trovare il tempo di riprendersi da questa situazione traumatica.

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