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Cronaca

Maxi-riunione a Napoli per Fiume Sarno tra procure e forze dell’ordine

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Maxi-riunione a Napoli per Fiume Sarno tra procure e forze dell’ordine

Il fiume Sarno, situato in Campania, è da anni al centro dell’attenzione a causa del suo stato di degrado ambientale. Recentemente, i procuratori generali di Napoli e Salerno hanno convocato un vertice interdistrettuale per discutere le indagini sull’inquinamento del fiume e trovare una soluzione efficace per contrastare il problema.

La situazione attuale

Il fiume Sarno è considerato uno dei più inquinati d’Europa, con scarichi industriali, sversamenti di reflui agricoli e acque nere non depurate che continuano a confluire nel corso d’acqua. Questo sta causando gravi danni alla salute pubblica e all’ecosistema marino della costa vesuviana e sorrentina.

Il piano di azione

Il vertice interdistrettuale ha avuto come obiettivo la definizione di un programma coordinato di monitoraggio e un cronoprogramma di indagini su larga scala. L’obiettivo è quello di individuare sia i fattori inquinanti che i responsabili degli sversamenti illegali che avvelenano quotidianamente il fiume e i suoi affluenti. Le attività riguarderanno l’intero corso fluviale, dal tratto irpino fino alla foce di Castellammare di Stabia.

I protagonisti della riunione

I protagonisti della riunione sono stati i procuratori dei distretti coinvolti lungo il bacino fluviale, insieme ai vertici delle principali forze investigative, come i Carabinieri del Noe, i Carabinieri Forestali, il reparto operativo dell’Arma di Napoli e la Polizia della Città Metropolitana. Sono stati presenti anche i tecnici dell’Arpac, che da anni forniscono supporto scientifico alle indagini.

Un segnale forte

Il nuovo coordinamento tra procure e forze investigative rappresenta un salto di qualità rispetto agli interventi frammentari del passato. Il messaggio è chiaro: “Il Sarno non può più essere lasciato morire. La tutela dell’ambiente coincide con la tutela della salute pubblica”. Nei prossimi mesi, il tavolo sarà allargato anche ad altri corpi investigativi, come la Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto, per completare il fronte investigativo e costruire un modello permanente di contrasto ai crimini ambientali.

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Cava de’ Tirreni, arrestato 39enne con 4 kg di cannabis in auto

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Cava de’ Tirreni, arrestato 39enne con 4 kg di cannabis in auto

La lotta alla droga nella provincia di Salerno: un episodio di spaccio sventato

La città di Cava de’ Tirreni è stata teatro di un inseguimento avvincente tra la Polizia di Stato e un 39enne napoletano, sorpreso con un ingente quantitativo di cannabis nel bagagliaio della sua auto. L’episodio, avvenuto lo scorso 27 settembre, ha messo in luce la determinazione delle forze dell’ordine nel contrastare il traffico di droga nella regione.

L’inseguimento e l’arresto

L’auto del 39enne, proveniente da Napoli, è stata fermata al casello autostradale della A3 Salerno-Reggio Calabria, dove la Polizia Stradale aveva allestito un posto di blocco routine. Tuttavia, l’uomo ha optato per la fuga, eseguendo manovre pericolose e ignorando gli stop e le sirene ululanti. L’inseguimento si è protratto per diversi minuti, fino a quando il fuggitivo non ha abbandonato l’auto e ha tentato di dileguarsi a piedi, venendo poi placcato dagli inseguitori.

Il bottino e le indagini

La perquisizione del veicolo ha rivelato una busta nera contenente 4,630 chili di cannabis, confezionati in 50 panetti ermetici e pronti per essere immessi sul mercato nero. Il quantitativo di droga sequestrato potrebbe valere decine di migliaia di euro nel circuito dello spaccio campano. Le indagini proseguono per chiarire l’origine della partita di droga e verificare eventuali complici.

L’allarme sulla droga nella provincia di Salerno

L’episodio rafforza l’allarme sul ruolo dell’autostrada A3 come “autostrada della droga”, un corridoio privilegiato per il traffico tra Napoli e il Sud Italia. La Polizia ha smantellato reti di spaccio con sequestri di cocaina e hashish per diversi chili, culminati in blitz che hanno portato a una dozzina di arresti. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Salerno, che promette ulteriori sviluppi.

La lotta alla droga: un impegno costante

L’auto usata per la fuga è stata sequestrata e la cannabis distrutta secondo le norme vigenti. L’episodio rappresenta un capitolo chiuso per il 39enne, ma un segnale aperto per chi traffica nell’ombra della Campania. La lotta alla droga richiede un impegno costante e una collaborazione tra le forze dell’ordine e la società civile per contrastare questo fenomeno e garantire la sicurezza e la salute dei cittadini.

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Aggressione a 8 agenti nel carcere di Secondigliano

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Aggressione a 8 agenti nel carcere di Secondigliano

Napoli è stata teatro di una nuova emergenza sicurezza all’interno del carcere di Secondigliano, dove un detenuto di etnia rom ha aggredito otto poliziotti penitenziari. Questo evento ha riportato l’attenzione sulle criticità del sistema penitenziario campano e sulla gestione dei detenuti problematici.

Le cause dell’aggressione

Il detenuto in questione era già noto per precedenti aggressioni e si trovava sotto la misura limitativa dell’articolo 14-bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni alla vita detentiva per soggetti ritenuti particolarmente pericolosi. Nonostante ciò, le autorità sembrano non aver adottato misure adeguate per prevenire questo tipo di episodi.

La denuncia del sindacato

Il sindacato dei poliziotti penitenziari, OSAPP, ha denunciato l’evento e ha sottolineato come la direzione del carcere e il comando di polizia penitenziaria avessero già sollecitato il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) per ottenere il trasferimento del detenuto in una struttura più adeguata. Tuttavia, queste richieste sono state ignorate, con conseguenze tragiche.

Le richieste del sindacato

Il segretario regionale dell’OSAPP, Vincenzo Palmieri, ha lanciato un appello al nuovo Provveditore regionale della Campania, affinché si attivi immediatamente per disporre il trasferimento del detenuto e avviare un piano di deflazionamento dei carcerati nei 14 istituti penitenziari della regione. Questo piano potrebbe aiutare a ridurre la pressione e i rischi all’interno del carcere.

Le conseguenze dell’aggressione

L’aggressione ha avuto conseguenze fisiche e psicologiche per gli agenti coinvolti e ha minato la sicurezza quotidiana all’interno del penitenziario. Il sindacato ha espresso “vicinanza e solidarietà ai colleghi” colpiti in questo episodio, che definisce “la vile aggressione di questo energumeno violento”.

Il contesto più ampio

Questa aggressione si inserisce in un quadro nazionale di tensioni crescenti nelle carceri, spesso caratterizzate da sovraffollamento e carenza di personale. La gestione dei detenuti problematici e l’efficacia del dialogo tra le direzioni periferiche degli istituti e l’amministrazione centrale sono stati messi in discussione. La palla passa ora al neo Provveditore, chiamato a rispondere a un’emergenza locale che è il sintomo di una crisi sistemica.

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Strage di Paupisi: condizioni stazionarie per 16enne in coma farmacologico

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Strage di Paupisi: condizioni stazionarie per 16enne in coma farmacologico

Il caso di Antonia Ocone, la sedicenne vittima dell’aggressione del padre, continua a tenere con il fiato sospeso l’intera comunità del Sannio. La ragazza, ricoverata in Terapia Intensiva presso l’ospedale Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, dopo essere stata trovata in fin di vita a seguito della fuga del padre, rimane in condizioni stazionarie ma in un quadro clinico complesso.

Sottotitoli

# Aggiornamento sulle condizioni di Antonia Ocone

Le condizioni di Antonia Ocone sono giudicate “discrete”, con alcuni valori ematici alterati che starebbero rientrando nella norma. La notte è trascorsa “tranquilla” per la giovane, che è mantenuta in coma farmacologico.

# Il trauma cranico e il monitoraggio medico

La Tac eseguita nella mattinata di oggi ha confermato l’edema cerebrale, ma ha evidenziato la stabilità dei focolai emorragici. La giovane paziente è ancora intubata e in ventilazione artificiale, sottoposta a un “stretto monitoraggio cardiovascolare e neurologico”.

# La prognosi e le speranze dei medici

Data la natura e la gravità del trauma cranico, la prognosi resta riservata, un elemento che sottolinea l’estrema delicatezza del suo quadro clinico nonostante i lievi segnali di stabilità. La speranza dei medici è che il coma farmacologico continui a dare al cervello il riposo necessario per superare la fase critica.

# L’impatto sulla comunità del Sannio

L’intera comunità del Sannio e non solo resta col fiato sospeso per le sorti della ragazza, unica sopravvissuta alla tragedia familiare di Paupisi. Il caso di Antonia Ocone ha suscitato grande emozione e solidarietà, con molti che sperano in un miglioramento delle sue condizioni e in un futuro più sereno per la giovane vittima.

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