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Cronaca

Juventus Stabia, dirigente legato a clan malavitoso

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Juventus Stabia, dirigente legato a clan malavitoso

Il clan D’Alessandro avrebbe infiltrato il settore giovanile della Juve Stabia, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il settore giovanile della società calcistica di Castellammare di Stabia sarebbe stato condizionato dal clan, creando un’area potenzialmente vulnerabile a influenze devianti.

Le indagini hanno portato alla luce nomi e ruoli all’interno della società sportiva che destano perplessità. Un esempio è il camiciaio che figura come dirigente del settore giovanile, nonostante abbia parentele e contiguità con esponenti malavitosi della zona e una pregressa denuncia per favoreggiamento personale. La sua presenza stabile e non retribuita nel settore giovanile desta perplessità e si sospetta un’infiltrazione e un condizionamento chiaro.

Accanto a lui, figura di spicco è Roberto Amodio, ex calciatore di Napoli, Avellino e Juve Stabia, oggi alla direzione del vivaio. Il suo nome emerge nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pasquale Rapicano, che lo indica come “uno che fa quello che dicono i D’Alessandro” e che “sta nella società Juve Stabia perché imposto dai D’Alessandro”. Amodio è da ritenersi innocente fino a prova contraria e avrà modo di chiarire le accuse nelle sedi opportune.

Un altro episodio che richiama l’attenzione è la festa in villa Comunale, dove sono state scattate foto di gruppo sul palco insieme a calciatori, dirigenti, amministratori comunali e il sindaco Luigi Vicinanza, e poi anche la presenza di tre camorristi. Le indagini successive hanno confermato i sospetti iniziali e hanno rivelato che i dirigenti della società e gli amministratori comunali avevano tollerato o condiviso l’iniziativa premiale voluta dai capotifoseria camorristi.

Il presentatore dell’evento ha dichiarato di essere stato sollecitato dal portavoce del sindaco a inserire nella scaletta l’intervento premiale, e ha scoperto che la richiesta “a monte” era stata avanzata da un esponente della società Juve Stabia, Pino “Pinuccio” Di Maio. Di Maio è attuale dirigente del club e già squalificato per tre anni per una vicenda legata al calcioscommesse. Il suo nome riemerge anche in un’intercettazione in carcere, dove un boss del clan Cesarano consiglia al figlio di rivolgersi a Di Maio per ottenere più spazio in campo.

La Juve Stabia, oggi sotto amministrazione giudiziaria, dovrà affrontare non solo l’inchiesta, ma anche la sfida di ricostruire la propria credibilità dopo anni di ombre e di rapporti pericolosi con l’universo criminale di Castellammare. Secondo la DDA, il confine tra calcio, potere e camorra si è fatto sempre più sottile, e la società dovrà lavorare per ristabilire la propria integrità e trasparenza.

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