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Cronaca

Il Cristo Velato: arte e leggenda di Sansevero

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Il Cristo Velato: arte e leggenda di Sansevero

Il Mistero del Cristo Velato: Un Viaggio tra Arte e Leggenda

Nel cuore del centro storico di Napoli, la Cappella Sansevero è un luogo di grande fascino che ospita il celebre Cristo Velato, un capolavoro scultoreo che cattura da secoli lo sguardo dell’ammirazione. L’opera, realizzata da Giuseppe Sanmartino nel 1753, rappresenta l’incontro tra genialità artistica, impegno tecnico e mito. Il velo marmoreo che avvolge il corpo del Cristo è un vero e proprio miracolo tecnico, capace di suggerire la pelle, i muscoli e le vene con una precisione estrema.

Origini e Contesto: La Cappella Sansevero e il Committente

La storia della Cappella Sansevero affonda le sue radici tra miracolo popolare e devozione familiare. Secondo una narrazione tramandata fin dal Seicento, un uomo destinato al carcere, ma dichiaratosi innocente, transitando di fronte al palazzo dei Di Sangro avrebbe assistito al crollo di un muro di cinta, dietro al quale apparve un’immagine della Madonna. Questo episodio miracoloso fu l’embrione di un culto locale che portò alla costruzione di una “picciola cappella” dedicata a Santa Maria della Pietà.

La Trasformazione Settecentesca: Raimondo di Sangro e il Progetto Iconografico

Il settimo principe di Sansevero, Raimondo di Sangro, decise di fare della cappella un “tempio vivente” dell’arte e del simbolo. A partire dagli anni Quaranta del Settecento, promosse un’opera complessiva di restyling, aggiungendo cornicioni, elementi illusionistici, decorazioni policrome e opere d’arte di grande levatura. Il progetto iconografico di Raimondo di Sangro prevedeva che ogni scultura, ogni ornamento e ogni dipinto inserisse un tassello in un disegno unitario.

Il Cristo Velato: Genesi, Tecnica e Mistero

Il Cristo Velato è una scultura marmorea a grandezza naturale che raffigura il Cristo morto, sdraiato su un materasso con il capo inclinato, avvolto da un sudario che aderisce perfettamente alle sue forme. La resa illusionistica del sudario è un vero e proprio miracolo tecnico, capace di suggerire la pelle, i muscoli e le vene con una precisione estrema. La tecnica utilizzata da Sanmartino per realizzare il velo marmoreo è ancora oggetto di discussione e leggenda, con alcune teorie che suggeriscono l’uso di sostanze chimiche o alchemiche.

Simbolismo, Leggende e Fascino Duraturo

La fama del Cristo Velato non è dovuta soltanto alla sua perfezione formale, ma anche al legame con un contesto simbolico e leggendario. Il mistero del velo, il ruolo del principe di Sangro e le scoperte sotterranee della Cappella alimentano da sempre suggestioni intriganti. La Cappella Sansevero è un luogo che continua a fascinare e a ispirare, un vero e proprio tesoro dell’arte e della cultura napoletana.

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Litigi familiari a Napoli: 52enne dà fuoco al bar del fratello

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Litigi familiari a Napoli: 52enne dà fuoco al bar del fratello

Incendio a Napoli: una lite familiare degenera in follia criminale
Il dramma è avvenuto ieri sera in via Argine, nel quartiere di Ponticelli, a Napoli. Una furibonda lite familiare è degenerata in un atto di follia criminale, quando una donna di 52 anni ha appiccato il fuoco al bar gestito dal proprio fratello, mettendo a rischio l’incolumità pubblica.

Le télécamere decisive

L’episodio è avvenuto all’incrocio con via Don Giovanni Minzoni. L’allarme è scattato quando i residenti hanno notato le fiamme divampare dall’interno dell’esercizio commerciale. Le telecamere di sorveglianza della zona sono state determinanti per incastrare la donna.

Intervento e arresto

Sul posto sono immediatamente intervenuti gli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato, coadiuvati da alcuni cittadini che tentavano coraggiosamente di contenere il rogo. I Vigili del Fuoco hanno domato l’incendio, mentre il personale del 118 ha prestato soccorso a un’anziana donna, probabilmente intossicata o colta da malore a causa del fumo e del panico.

La ricostruzione dei fatti

La donna, una 52enne residente in zona, è stata rintracciata e bloccata poco dopo nella sua abitazione. L’identità dell’arrestata, di cui non sono state diffuse le generalità, è stata confermata: avrebbe agito per vendetta o rabbia subito dopo la lite con il congiunto, accendendo il fuoco all’interno del locale.

Le conseguenze

La 52enne è stata quindi dichiarata in arresto con l’accusa di incendio doloso. Al momento, è in attesa delle decisioni dell’Autorità Giudiziaria, mentre si indaga per chiarire l’esatta origine della lite che ha portato a un gesto così sconsiderato. L’incendio ha causato danni ingenti al bar e avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, vista la presenza di abitazioni nelle immediate vicinanze. L’episodio è stato confermato ieri sera, 9 ottobre 2025, alle 14:09.

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Truffe con Bitcoin e operatori finti smascherata

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Truffe con Bitcoin e operatori finti smascherata

La rete di truffatori smascherata: come funzionava il sistema criminale

Le indagini della polizia giudiziaria hanno permesso di scoprire un gruppo criminale dedito a truffe online e telefoniche, compiute con tecniche sofisticate e un’organizzazione strutturata. Il gruppo, guidato da Salvatore Cacace, alias “Spid”, e sua moglie Amalia Spadaro, contattava direttamente le vittime fingendosi operatori di istituti di credito.

Il meccanismo delle truffe

Il meccanismo delle truffe era tanto collaudato quanto ingannevole. Tutto partiva da un SMS che avvisava la vittima di un presunto addebito di 199,47 euro sul proprio conto. La vittima era invitata a cliccare su un link per verificare l’anomalia, ma in realtà il link conduceva a un sito artefatto costruito per raccogliere credenziali bancarie e informazioni personali.

La seconda fase delle truffe

Dopo che la vittima aveva cliccato sul link, gli indagati chiamavano la vittima fingendosi operatori del servizio antifrode e promettevano di “bloccare” la transazione sospetta. In realtà, durante la telefonata convincevano la persona a fornire i codici temporanei OTP che arrivavano via SMS, indispensabili per completare gli acquisti fraudolenti online.

Le vittime preferite

Le vittime preferite del gruppo erano anziani, selezionati proprio in base alla data di nascita presente nei database acquistati sul dark web. Queste persone erano ritenute più vulnerabili e meno capaci di reagire in tempo per bloccare le operazioni bancarie in corso.

Il ruolo dei ricettatori

Il gruppo aveva anche una rete di ricettatori che si occupavano di vendere i prodotti acquistati con le carte di credito rubate. I ricettatori principali erano Salvatore Cataldo e Michele Della Rotonda, che si occupavano di stoccare e rivendere i prodotti.

La filiera del riciclaggio

La filiera del riciclaggio era composta da diverse persone, tra cui Raffaele Ranucci, Gennaro Accurso e Nicolas Sarnacchiaro, che aiutavano Simonetti nelle operazioni di ritiro. Il gruppo utilizzava anche carte prepagate fittiziamente intestate per ricevere bonifici truffaldini.

La base operativa

La base operativa del gruppo era l’abitazione di via dell’Abbondanza 52, nel quartiere Marianella di Napoli, dove si pianificavano le truffe e si decidevano le operazioni da compiere.

Il costo della truffa

Il gruppo utilizzava Bitcoin per finanziare l’attività truffaldina, acquistando liste di dati personali sul dark web. Il costo della truffa era significativo, con decine di migliaia di euro rubati e decine di vittime in tutta Italia.

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Rrahmani, recupero complicato: big match con l’Inter a rischio?

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Rrahmani, recupero complicato: big match con l’Inter a rischio?

Il Napoli dovrà ancora aspettare per vedere in campo il suo centrale difensivo, Amir Rrahmani. Il giocatore è fermo dal 5 settembre a causa di una lesione al bicipite femorale della coscia destra rimediata durante la partita Kosovo-Svizzera. Nonostante le speranze iniziali di recuperarlo già dopo la sosta, le ultime valutazioni mediche hanno spinto lo staff sanitario azzurro a rinviare il rientro del giocatore per evitare rischi di ricadute che potrebbero compromettere il suo avvio di stagione.

Situazione clinica e riabilitazione

Le condizioni di Rrahmani richiedono cautela e il difensore continuerà il lavoro personalizzato di riabilitazione a Castel Volturno. L’obiettivo è quello di rientrare gradualmente in gruppo nei prossimi giorni, con un possibile test negli spezzoni finali delle gare contro Torino o PSV Eindhoven.

Prospettive per il rientro in campo

La vera data cerchiata in rosso per il rientro di Rrahmani è quella del 25 ottobre, quando il Napoli affronterà l’Inter al Maradona in una sfida di vertice dal peso specifico enorme. Il tecnico Antonio Conte punta a ritrovare il suo leader difensivo soltanto quando sarà al cento per cento, consapevole che la stagione è ancora lunga e che gli azzurri non possono permettersi altri infortuni nel reparto arretrato.

Impatto sulla squadra

Nel frattempo, Rrahmani resta ai box e Conte dovrà ancora fare affidamento su Beukema e Juan Jesus per reggere la retroguardia. La situazione richiederà una gestione attenta per non compromettere le possibilità del Napoli nella stagione in corso. Il Napoli deve essere prudente e aspettare che Rrahmani sia completamente guarito prima di farlo tornare in campo, per evitare di perdere un giocatore chiave per un périodo più lungo.

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