Seguici sui Social

Cronaca

Il baby killer di Santo Romano:gang di rapinatori

Pubblicato

il

Il baby killer di Santo Romano:gang di rapinatori

Nuovo sviluppo nell’inchiesta sulla tentata rapina alla gioielleria “Gioie di Torrette” di Mercogliano

La Squadra Mobile di Avellino ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Luigi D. M., un napoletano già condannato per l’omicidio di Santo Romano, avvenuto il 19 novembre 2024. L’arresto porta a tre il numero complessivo delle persone finite in carcere per il colpo fallito alla gioielleria. Il minore, trasferito all’Istituto penale per minorenni di Casal del Marmo a Roma, è gravemente indiziato di tentata rapina aggravata e porto abusivo di armi comuni da sparo.

Il minore e il legame con l’omicidio di Santo Romano

Il giovane aveva sparato e ucciso Santo Romano, un giovane calciatore, durante una lite scoppiata per futili motivi. Il colpo, partito da una pistola calibro 7.65, lo raggiunse al petto. Dalle successive indagini emerse che il 17enne aveva partecipato alla tentata rapina di Mercogliano appena dieci giorni prima dell’omicidio, confermando un percorso criminale precoce e violento.

Il colpo fallito di Mercogliano

Il 22 ottobre 2024, un commando armato composto da quattro persone entrò in azione nel centro commerciale di Torrette di Mercogliano. La banda, con i volti coperti da maschere di Carnevale e giubbotti verdi, fece irruzione nella gioielleria dopo che la donna del gruppo era riuscita a farsi aprire la porta fingendosi una cliente interessata a un acquisto. A sventare la rapina fu la prontezza del titolare di un negozio di animali adiacente, che allertò immediatamente la polizia e cercò persino di ostacolare i rapinatori.

Le indagini e i riscontri

Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura di Avellino, hanno permesso di ricostruire le fasi preparatorie e l’esecuzione del colpo, fino a individuare i responsabili del fallito assalto. La posizione del minorenne è stata chiarita grazie a tracce digitali e testimonianze incrociate, che lo collocano tra i membri del gruppo operativo entrato in gioielleria.

Un profilo criminale precoce e violento

L’arresto del 17enne napoletano riaccende l’allarme sulla criminalità giovanile organizzata e sul ruolo dei minori nei reati di sangue e nei colpi armati. Un percorso che, nel giro di pochi mesi, lo ha portato dal rapinare una gioielleria a premere il grilletto contro un coetaneo, segnando un’escalation che il giudice minorile ha definito “indice di elevata pericolosità sociale e totale assenza di controllo emotivo”. L’inchiesta prosegue, con gli inquirenti che puntano ora a identificare la donna del gruppo e a chiarire le eventuali connessioni con altri episodi analoghi avvenuti nel Napoletano e in Irpinia nello stesso periodo.

Fonte

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]