Cronaca
Giustizia a Castellammare: il clan Moscarella tra condanne e silenzi.
Castellammare, la giustizia fa il suo corso: condannato il boss della camorra Michele Onorato, noto come “’U Pimuntese”, a dieci anni di reclusione per il suo ruolo nel clan del Rione Moscarella.
La notizia giunge come un colpo al cuore del potere stabiese, uno dei più rilevanti nella lotta contro la criminalità organizzata della zona. Il processo, che ha visto al centro Michele Onorato, si è concluso con una condanna severa: dieci anni di reclusione e 10.000 euro di multa. “’U Pimuntese” è stato riconosciuto come capo promotore di un’associazione di tipo mafioso e di un gruppo dedito al traffico di sostanze stupefacenti.
L’indagine, condotta dalla Polizia di Stato, ha permesso di delineare una rete di affari illeciti che garantiva al clan un controllo capillare sul territorio, tra spaccio, estorsioni e rapporti con ambienti imprenditoriali locali. Onorato, già detenuto in regime di 41 bis, avrebbe continuato a mantenere contatti con alcuni sodali anche durante la reclusione, coordinando attività e scambi di informazioni attraverso canali riservati. La sua condanna rappresenta un segnale di continuità nella pressione giudiziaria su Castellammare, dove il tessuto sociale ed economico resta tuttora fragile e vulnerabile alle infiltrazioni camorristiche.
Le indagini hanno inoltre toccato l’area della nota struttura “La Sonrisa”, già in passato finita al centro di attenzioni giudiziarie per i suoi legami con il tessuto economico del territorio. La difesa di Onorato, rappresentata dall’avvocato Gennaro De Gennaro, ha tentato di smontare l’impianto accusatorio sostenendo l’assenza di prove dirette sul ruolo di promotore attribuito all’imputato principale, ma la magistratura ha ritenuto sufficienti le prove raccolte.
Il Rione Moscarella, da anni considerato una delle aree più sensibili della città, è stato al centro di numerose operazioni di polizia volte a smantellare le storiche alleanze tra clan locali e gruppi emergenti legati al traffico di droga. La condanna di “’U Pimuntese” e dei suoi sodali rappresenta un passo importante nella lotta contro la camorra e un messaggio chiaro di zero tolleranza verso la criminalità organizzata. Il processo si è concluso con condanne severe anche per gli altri imputati del gruppo Moscarella: Salvatore Scotognella a 8 anni e 4 mesi, Pasquale Palma a 5 anni, Carmela Zurlo a 8 anni e 4 mesi, e Silverio Onorato a 8 anni e 4 mesi.
La giustizia ha fatto il suo corso, ma la strada per la ripresa del territorio è ancora lunga. Occorre continuare a lavorare per ridurre la vulnerabilità del tessuto sociale ed economico di Castellammare alle infiltrazioni camorristiche, e per costruire un futuro più sicuro e più giusto per tutti i suoi cittadini. “La giustizia è stata fatta”, ma non basta: occorre continuare a impegnarsi per una società più libre e più giusta.
