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Cronaca

Giovani aggressori alla stazione: violento attacco a un clochard nordafricano

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Giovani aggressori alla stazione: violento attacco a un clochard nordafricano

Nella notte di sabato, la stazione ferroviaria di Nola è stata teatro di una scena di terrore. Un gruppo di almeno cinque giovani ha aggredito un uomo senza fissa dimora, probabilmente di origine nordafricana, con inaudita ferocia. I colpi di calci, pugni e bastoni hanno lasciato la vittima riversa sul marciapiede, con il volto tumefatto e una lesione polmonare che ha compromesso la respirazione.

L’episodio è avvenuto in una zona nota per il degrado e l’insicurezza notturna, e ha riacceso i riflettori su un problema annoso: la devianza giovanile che si abbatte sui più deboli. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, l’aggressione potrebbe essere stata motivata da un rigurgito di odio razziale, un’ipotesi che emerge dalle testimonianze raccolte e dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza.

“Colpevole solo di esistere ai margini”, ha commentato amaramente un volontario della Caritas locale, che conosceva la vittima di vista per le distribuzioni serali di cibo. Le urla strazianti della vittima hanno perforato il silenzio della notte, attirando l’attenzione di un sorvegliante di un cantiere edile adiacente alla stazione. Con un coraggio che ha fatto la differenza, l’uomo si è precipitato sul luogo, urlando e brandendo una torcia per disperdere il branco.

“Ho visto cinque ombre che lo stavano calpestando come un sacco dell’immondizia”, ha raccontato ai poliziotti, la voce ancora tremante. Il suo intervento tempestivo ha messo in fuga gli aggressori, descritti come ragazzi tra i 16 e i 20 anni, con uno solo forse maggiorenne. Immediatamente, il sorvegliante ha chiamato il 118: l’ambulanza è arrivata in pochi minuti, trasportando il ferito d’urgenza all’ospedale di Nola.

Le condizioni dell’uomo, stimato intorno ai 40-45 anni, rimangono gravi. Ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione, soffre di multiple contusioni al volto, fratture nasali e una contusione polmonare che ha richiesto ossigenoterapia. La vittima, ancora non identificata formalmente per mancanza di documenti, è stata descritta dai medici come “un corpo martoriato dalla strada, ma con una tempra che lo ha tenuto in vita”.

Le indagini puntano ora a ricostruire il suo percorso: si ipotizza che fosse un migrante irregolare, in Italia da tempo, che bazzicava la stazione per trovare riparo o un pasto caldo. Gli agenti del commissariato di Nola sono al lavoro senza sosta, esaminando le telecamere della stazione e di un esercizio commerciale vicino che hanno catturato frammenti dell’aggressione.

Il gruppo, secondo le prime descrizioni, era “ben organizzato, come in una spedizione punitiva”, e uno dei ragazzi portava un cappuccio con il logo di una squadra di calcio locale, un indizio che potrebbe accelerare le identificazioni. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Nola, privilegia l’ipotesi dell’odio razziale: la vittima sarebbe stata apostrofata con insulti xenofobi prima dell’assalto.

Questo raid brutale rievoca un capitolo nerissimo della storia locale, datato 2015. Dieci anni fa, proprio nei pressi della stazione, un altro senzatetto – Sasha, un cittadino ceco di 38 anni – fu massacrato da un branco di giovani ubriachi. Calci e pugni fino a ridurlo in fin di vita: Sasha sopravvisse per miracolo, ma l’episodio scatenò un’onda di indignazione collettiva. La città si mobilitò con veglie e petizioni, e i colpevoli – quattro minorenni – finirono in comunità.

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