Cronaca
Esplosione in autofficina, morto 31enne a Pomigliano
Tragedia sul lavoro: un operaio moldavo muore a Pomigliano d’Arco
Pomigliano d’Arco è stata teatro di una tragica vicenda che ha protagonista un giovane operaio moldavo di 31 anni, Vasile Bujac. L’uomo è deceduto a causa delle ustioni riportate in un incendio scoppiato sabato mattina presso l’autodemolizioni Motortecno, dove lavorava come meccanico specializzato.
Le circostanze dell’incidente
L’incidente è avvenuto intorno alle 9 del mattino, quando il serbatoio di GPL di una vecchia utilitaria ha ceduto in modo catastrofico, intrappolando Bujac e due colleghi ucraini, Oleh Kovalenko e Mykhailo Petrenko. I vigili del fuoco sono intervenuti prontamente, domando le fiamme in meno di un’ora, ma il danno era già irreparabile.
Le indagini
La magistratura ha disposto il sequestro della salma di Bujac per l’esame autoptico, che sarà effettuato nei prossimi giorni per accertare le cause esatte del decesso. I carabinieri hanno avviato un’inchiesta per lesioni colpose e omicidio colposo, con l’azienda Motortecno posta sotto sigilli parziali. Gli investigatori stanno passando al setaccio i registri di sicurezza e i protocolli per la gestione dei veicoli con GPL.
Un’emergenza nazionale
Questa tragedia non è un caso isolato, ma l’eco di un’emergenza nazionale che sta assumendo i contorni di una strage silenziosa. In Italia, i numeri parlano chiaro: nei primi cinque mesi del 2025 si sono registrati già 386 infortuni mortali, con un incremento del 4,6% rispetto all’anno precedente. Settori come l’edilizia, l’industria e i servizi di demolizione sono i più colpiti, dove la precarietà dei materiali e la sottovalutazione dei rischi trasformano ogni turno in una roulette russa.
Reazioni e promesse
I sindacati hanno annunciato una giornata di sciopero nel Napoletano, mentre il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha promesso “controlli stringenti” nelle autodemolizioni campane. Tuttavia, le promesse suonano come un’eco lontana in un Paese che piange un operaio ogni sei ore. La salma di Bujac riposerà nella cappella dell’ospedale in attesa dell’autopsia, ma la ferita aperta nel cuore di Pomigliano – e dell’Italia intera – brucia ancora, come quelle fiamme che non si sono ancora spente.