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Cronaca

Donne a Napoli rioccupano l’ex Motel Agip: “Vogliamo case vere”

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Donne a Napoli rioccupano l’ex Motel Agip: “Vogliamo case vere”

A Napoli, dieci madri hanno rioccupato gli appartamenti fatiscenti dell’ex Motel Agip a Secondigliano, sgomberati appena due settimane fa. Le donne, rimaste senza un tetto sulla testa, hanno forzato l’ingresso nella struttura, barricandosi in unità non ancora abbattute. L’arrivo dei carabinieri ha innescato un momento di alta tensione, con alcune occupanti che si sono sedute sui davanzali delle finestre al terzo piano, urlando slogan e minacciando di buttarsi nel vuoto.

“Vogliamo una casa vera!”, ha gridato una delle protagoniste della protesta, la voce rotta dalla stanchezza e dalla rabbia, mentre teneva stretto al petto un bambino di pochi anni. “Il sindaco ci ha promesso soluzioni, ma qui ci sono solo bugie e ritardi. Ditelo a Gaetano Manfredi: o ci date alloggi dignitosi, o da qui non ce ne andiamo!”. Le parole riecheggiano come un grido di battaglia, amplificato dai megafoni dei solidali della “Campagna per il diritto all’abitare”.

Le donne – mamme single per lo più, con figli a carico e storie di povertà e marginalità – avevano già tentato ogni strada: petizioni, tavoli di concertazione, persino l’accettazione di un contributo una tantum da 10mila euro offerto dal Comune. Ma quel denaro, promettono i promotori della campagna, “non è mai arrivato nelle tasche di chi ne aveva più bisogno”. Altre, invece, protestano per il semplice terrore dell’ignoto: “Non sappiamo dove andare – confida una delle occupanti, che preferisce l’anonimato – i proprietari privati non ci affittano perché siamo ‘a rischio’, e le case famiglia proposte dal Comune sono solo un contentino, senza garanzie per il futuro”.

Lo sgombero dell’ex Motel Agip, avvenuto due settimane fa, ha lasciato sul lastrico intere famiglie, molte delle quali immigrate o in condizioni di disagio economico estremo. “Nessuno ci affitta case perché siamo in condizioni di disagio”, aveva detto una madre durante lo sgombero. Il Comune, guidato dal sindaco Manfredi, ha replicato offrendo aiuti immediati: voucher per affitti temporanei e, per chi rifiutava, l’inserimento in percorsi di housing sociale. Ma le famiglie hanno detto no. “Niente soldi, ma una casa vera”, è stato il coro delle proteste successive.

Questa vicenda non è un caso isolato, ma l’ennesimo capitolo di una crisi abitativa che morde Napoli da anni. Secondo i dati del Comune, oltre 5mila famiglie sono in lista d’attesa per un alloggio popolare, mentre speculazioni e ritardi burocratici gonfiano i prezzi degli affitti in periferia. L’ex Motel Agip, un relitto degli anni ’70 trasformato in “casa popolare abusiva” dalla disperazione, simboleggia il fallimento di politiche abitative che privilegiano la repressione agli sgomberi rispetto all’inclusione. “È una vergogna – tuona un portavoce del movimento – mentre le donne si giocano la vita sui balconi, l’amministrazione tace. Dove sono i fondi del PNRR per l’edilizia sociale?”. La situazione all’ex Motel è in stallo, con i carabinieri che vigilano senza intervenire, in attesa di un dialogo con il Municipio. Le donne restano lì, appese a un filo di speranza e di rabbia, con i figli che giocano tra le macerie. Un promemoria crudele: a Napoli, il diritto alla casa è ancora un lusso per pochi.

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