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Cronaca

Dda: il clan D’Alessandro controllava la Juve Stabia

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Dda: il clan D’Alessandro controllava la Juve Stabia

La Juve Stabia è ufficialmente in amministrazione giudiziaria a Castellammare di Stabia. La Procura di Napoli ha disposto questo provvedimento dopo aver scoperto un allarmante scenario di infiltrazione mafiosa all’interno della società. In particolare, i settori chiave dei servizi e della sicurezza erano ritenuti “bene strumentale” e sotto il “condizionamento mafioso” del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia.

L’annuncio è stato dato in conferenza stampa a Napoli, alla presenza del Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, e il Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri. Gratteri ha parlato di una “ombra della camorra” che ha agito nel “silenzio assordante delle altre istituzioni”. L’inchiesta ha messo in luce una penetrazione criminale profonda e capillare all’interno della società, con un intero comparto dei servizi legati alla Juve Stabia nelle mani della camorra stabiese.

Secondo Gratteri, “Un intero comparto dei servizi legati alla Juve Stabia era nelle mani della camorra stabiese. È un intero settore – dai ticket agli steward – che andrà ripensato”. La Procura ha evidenziato come il club fosse diventato una “grande vetrina” per il clan, che si fa “pubblicità anche con le squadre di calcio”, confermando che “le mafie sono presenti dove c’è potere e soldi”.

I dettagli forniti dalle autorità restituiscono il quadro di un vero e proprio sistema di illegalità interna al club. La sicurezza e lo stewarding sono stati influenzati dal clan Imparato, con l’influenza esercitata finanche da persone vicine o formalmente rappresentanti del clan. Sono stati emessi 38 Daspo, 22 dei quali a soggetti interni ai clan D’Alessandro e Imparato. Inoltre, è emerso che gli “store alteravano i dati anagrafici dei daspati per farli entrare allo stadio” e che soggetti legati alla camorra venivano fatti entrare in curva.

L’aspetto più allarmante è l’infiltrazione nel settore giovanile, “infiltrato da clan” per creare un “volano valoriale” per “elementi disvaloriali” e ottenere “consenso sociale” a partire dalla formazione dei minori. Il prefetto Michele di Bari ha parlato di una “azione di bonifica” necessaria per accertare le ripercussioni sul territorio e ha specificato che “non si esclude la possibilità di rinviare qualche gara” in caso di necessità. L’obiettivo primario è il processo di risanamento del club, attraverso un nuovo ridisegno del settore di ticketing e stewarding all’insegna della legalità, al fine di spezzare il legame tra criminalità e sport.

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