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Cronaca

Colpo al clan Tammaro, 5 arresti a Casalnuovo

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Colpo al clan Tammaro, 5 arresti a Casalnuovo

Blitz dei Carabinieri a Casalnuovo: 5 arresti per traffico di droga
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e della Compagnia di Nola hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, arrestando 5 persone gravemente indiziate di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione a fini di spaccio.

Il contesto dell’operazione

L’operazione è scaturita da indagini della Dda e ha portato alla luce l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale, un sodalizio che avrebbe gestito e controllato con pugno di ferro le “piazze” di spaccio nel territorio di Casalnuovo e nelle aree confinanti.

Il patto con il clan Tammaro

Gli investigatori hanno scoperto un’alleanza strategica tra il sodalizio e il clan Tammaro, una delle cosche più temute del territorio. Il sodalizio non avrebbe agito in autonomia, ma avrebbe sfruttato sistematicamente la forza intimidatrice del clan Tammaro per gestire e controllare il mercato della droga.

L’obiettivo dell’organizzazione criminale

L’intera attività di spaccio era finalizzata non solo all’arricchimento dei diretti interessati, ma anche ad agevolare l’ascesa criminale del clan, rinsaldandone la presa sul territorio attraverso il controllo del mercato della droga e, con esso, dei flussi di denaro e consenso. Un circolo vizioso tra affari illeciti e potere mafioso.

La risposta delle autorità

L’operazione dei Carabinieri è un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e il traffico di droga nel territorio di Casalnuovo. La collaborazione tra le forze dell’ordine e la magistratura è fondamentale per contrastare le attività illecite e garantire la sicurezza dei cittadini.

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Blitz nel regno degli Aprea: arrestato pusher

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Blitz nel regno degli Aprea: arrestato pusher

Operazione Antidroga a Napoli: Arrestato Pusher nella Zona di Barra

La Polizia di Stato ha condotto un’operazione antidroga nella zona di Barra, a Napoli, arrestando un 27enne napoletano, Cosimo Loffredo, con precedenti specifici in materia di stupefacenti. L’arresto è avvenuto durante un servizio di controllo del territorio, quando i poliziotti hanno intercettato e fermato un’auto in via Gerardo Chiaromonte.

Il Contesto dell’Arresto

Il contesto territoriale dell’arresto è cruciale, poiché via Chiaromonte ricade in un’area notoriamente controllata dal clan Aprea, storicamente attivo nel narcotraffico e nell’estorsione. L’azione della Polizia mira a disarticolare le maglie della micro-criminalità che alimenta le casse della criminalità organizzata.

La Perquisizione e il Sequestro

Durante la perquisizione personale e veicolare, i poliziotti hanno trovato in possesso di Loffredo tre bustine contenenti circa 9 grammi di marijuana e un panetto intero di hashish del peso di circa 100 grammi. Sono stati sequestrati anche 45 euro, ritenuti provento dell’attività di spaccio.

Il Profilo dell’Arrestato

Cosimo Loffredo non è un nome nuovo negli archivi delle forze dell’ordine. Era già balzato agli onori della cronaca per questioni legate alla droga e aveva tentato di fuggire per sottrarsi all’arresto in un precedente episodio. Per tali motivi, il 27enne è stato dichiarato in arresto e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per le procedure di rito.

Le Prossime Mosse

I controlli anti-droga da parte della Questura di Napoli sono destinati a intensificarsi nelle prossime settimane. L’operazione antidroga è un ulteriore segnale della determinazione delle forze dell’ordine nel contrastare il traffico di droga nel capoluogo campano. La chiusura del piccolo spaccio nella zona di Barra è un successo importante nella lotta contro la micro-criminalità che alimenta la criminalità organizzata.

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Napoli: 3 rapine in poche ore, catturato il rapinatore

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Napoli: 3 rapine in poche ore, catturato il rapinatore

Un giovane rapinatore seriale è stato arrestato dopo aver seminato paura tra Napoli ed Ercolano. L’arresto è avvenuto grazie all’articolata indagine condotta dagli agenti del Commissariato Vasto-Arenaccia, in collaborazione con l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e con i Carabinieri della Tenenza di Ercolano.

Una notte di follia

Il 25enne napoletano, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia, è stato ritenuto gravemente indiziato di rapina e lesioni personali aggravate. La notte di follia del giovane era iniziata intorno alle 2.40, lungo il primo tratto dell’autostrada A3 Napoli-Salerno, dove aveva fermato uno scooterista, minacciandolo di essere armato di pistola, e lo aveva derubato del motorino e di due telefoni iPhone.

Altri episodi

Poco più tardi, alle 6.50 del mattino, il secondo episodio: vittima un autotrasportatore fermo a fare rifornimento in via Alessandro Volta. Con la stessa modalità intimidatoria, il 25enne avrebbe sferrato un pugno al volto dell’uomo, portandogli via contanti, uno smartphone e due anelli d’oro. Non pago, circa mezz’ora dopo, avrebbe colpito ancora in via Galileo Ferraris, non lontano dal centro di Napoli, aggredendo un’altra persona e rubandole denaro contante.

L’indagine e la svolta delle immagini

A incastrare il presunto rapinatore è stata una minuziosa attività d’indagine, basata sulle descrizioni fornite dalle vittime e sull’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza. Gli investigatori hanno poi effettuato una perquisizione nell’abitazione del 25enne, trovando un paio di scarpe perfettamente compatibili con quelle indossate dal rapinatore nelle immagini riprese la notte dei colpi. Elementi che, insieme alle testimonianze, hanno convinto il G.I.P. del Tribunale di Napoli a emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Procura partenopea.

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Camorra: Paone rivela equilibri e omicidi

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Camorra: Paone rivela equilibri e omicidi

La Camorra a Napoli: Le Rivelazioni di Raffaele Paone

Raffaele Paone, ex affiliato della Vanella Grassi e ora collaboratore di giustizia, ha fornito informazioni cruciali sulla camorra a Napoli, offrendo uno spaccato prezioso sulle dinamiche della camorra tra Secondigliano, Scampia e San Pietro a Patierno. Le sue dichiarazioni, rese dopo la sua collaborazione con la magistratura iniziata il 31 maggio 2024, hanno un doppio valore: da un lato fotografa la situazione immediatamente precedente all’ascesa del nuovo cartello emergente; dall’altro proviene da un ambiente criminale esterno agli Amato-Pagano, ma pur sempre limitrofo e ben informato.

Il Ruolo dei Cancello e il Giallo sull’Omicidio “Cioppetta”

Il pentito ha indicato Elia Cancello come figura di vertice del clan Amato-Pagano almeno fino al 2016, anno in cui venne sospettato – insieme al fratello Maurizio – dell’omicidio di Francesco Angrisano, detto Cioppetta, elemento apicale della Vanella Grassi e fratello di Gaetano, storico boss del gruppo. Secondo quanto riferito da Paone, il capo della Vanella Grassi gli avrebbe riconosciuto piena libertà operativa nel Lotto G, roccaforte storica del clan, segno di una pace siglata nonostante i sospetti di sangue del passato.

L’Ascesa di “Nanduccio” Cifariello e i Sette Palazzi

Il pentito ha poi tracciato il profilo di Ferdinando Cifariello, detto Nanduccio, ritenuto capo della famiglia omonima e considerato “un pupillo” degli Amato-Pagano, in particolare di Enzo Notturno. Operava nell’area dei Sette Palazzi di Scampia, gestendo il traffico di droga sotto il controllo di Luigi Diano, detto Cicciotto, reggente locale del clan.

La Versione di Rafaniello: Sospetti, Rivalità e Paci Armate

Nei verbali resi il 19 novembre 2024, Paone ha ricordato la propria convinzione che furono i Cancello a uccidere Cioppetta, anche se negli anni i sospetti si spostarono sui Grimaldi. Nonostante i rancori, racconta che, dopo la scarcerazione, Elia Cancello e Gaetano Angrisano si sarebbero ritrovati a tavola insieme, suggellando una tregua che consentiva al primo di muoversi liberamente nel Lotto G.

La Credibilità del Collaboratore

La posizione di Paone è stata ritenuta attendibile dai giudici in più procedimenti. Le sue dichiarazioni, definite “lineari e prive di intenti calunniatori”, sono state già utilizzate in sentenze e ordinanze di rilievo, tra cui la condanna del 2024 per tentata estorsione aggravata e i recenti procedimenti a carico di figure di vertice della Vanella Grassi e dei Licciardi. Gli inquirenti considerano dunque “Rafaniello” una fonte di primo piano, capace di raccontare dall’interno oltre dieci anni di dinamiche criminali.

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