Cronaca
Cassazione: detenuto attore bloccato, niente esibizioni esterne

La Corte di Cassazione: No all’uscita di un detenuto per esibizioni teatrali
La Corte di Cassazione ha recentemente stabilito che un detenuto, sebbene attore, non potrà lasciare il carcere per esibirsi con la sua compagnia teatrale. Questa decisione ha suscitato un acceso dibattito sulla portata dei benefici penitenziari e il loro utilizzo, in particolare per coloro che sono stati condannati per reati di particolare gravità.
Il contrasto tra umanizzazione e sicurezza
La sentenza della Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che aveva originariamente autorizzato l’uscita del detenuto scortato dalla Polizia Penitenziaria. I giudici di Milano avevano giustificato la loro decisione sottolineando l’importanza dell’integrazione tra il carcere e la comunità esterna, e la possibilità di valorizzare il percorso artistico del detenuto.
Nonostante la presenza di agenti di scorta, che secondo il Tribunale avrebbero garantito la sicurezza, la Procura Generale di Milano ha presentato ricorso alla Cassazione, che si è schierata con il parere dell’accusa.
L’approccio rigoroso della Suprema Corte
Pur riconoscendo i valori umanitari legati alla reclusione, la Suprema Corte ha adottato un’interpretazione rigorosa del diritto. La Cassazione ha chiarito che il “permesso di necessità” – l’agevolazione richiesta dal detenuto – deve essere considerato un’eccezione, volto a rispondere a specifiche necessità familiari o personali di grave importanza.
Secondo i giudici, non è accettabile sfruttare tale permesso come una pratica ordinaria per sostenere l’attività rieducativa o la risocializzazione. Infatti, la proposta di impiegare il “permesso di necessità” per espandere la sfera artistica del detenuto presenta “decisivi ostacoli” all’interno dell’attuale sistema penitenziario.
Le conseguenze della sentenza
La decisione della Cassazione ha portato all’annullamento del provvedimento del Giudice della Sorveglianza, riaffermando la superiorità della legge rispetto a principi nobili quali quelli dell’integrazione. Il messaggio è chiaro: l’arte può entrare nel carcere, ma un detenuto condannato per gravi reati non ha il diritto di uscire per perseguire attività artistiche.
In questo caso, la tra il principio dell’umanizzazione e il dovere di garantire la sicurezza viene messa in evidenza, generando nuove interrogativi su come gestire e bilanciare i diritti dei detenuti con la necessità di tutela della società.
Data di pubblicazione: 14 Ottobre 2025 – A. Carlino
Cronaca
Sorrento: ex aggredisce carabinieri dopo la rottura, arrestato

Intervento dei Carabinieri a Sorrento: Aggressione durante un Blocco Stradale
Un’operazione di routine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sorrento si è trasformata in un drammatico intervento di ordine pubblico, rivelando la complessità delle relazioni moderne e le loro possibili conseguenze.
Un Appello d’Aiuto
La situazione si è sviluppata nella serata di ieri, all’interno di un appartamento a Sorrento. Una giovane donna di 25 anni ha contattato il 112, preoccupata per la presenza del suo ex compagno, un 24enne senza precedenti penali. L’uomo, incapace di accettare la conclusione della loro relazione, si era appostato davanti alla sua casa, creando una vera e propria situazione di assedio che le impediva di lasciare l’abitazione.
L’Intervento dei Carabinieri
All’arrivo delle forze dell’ordine, la tensione è aumentata. Invece di calmarsi, l’ex partner ha reagito aggredendo i Carabinieri intervenuti. La situazione si è rapidamente deteriorata, costringendo a richiedere l’assistenza del personale medico del 118. Solo dopo il loro arrivo è stato possibile immobilizzare l’aggressore.
Le Conseguenze per i Militari
L’aggressione ha avuto gravi conseguenze per gli agenti: entrambi i Carabinieri hanno riportato lesioni, con una prognosi di sette giorni per ciascuno. Uno dei militari ha subito un infortunio alla mano, mentre l’altro è stato colpito alla spalla.
Le Accuse e la Riflessione sulla Violenza Domestica
Dopo aver completato le formalità di rito, il 24enne è stato arrestato con gravi accuse, tra cui violenza privata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Questo episodio, che coinvolge una persona incensurata, mette in luce l’importanza di affrontare il tema della violenza domestica e della gestione delle relazioni interrotte, evidenziando come anche individui senza precedenti possano comportarsi in modo imprevedibile.
Questo drammatico evento è un richiamo alla necessità di maggiore consapevolezza riguardo ai segnali di allerta nelle relazioni personali e alla disponibilità di risorse per chi vive situazioni di rischio.
Cronaca
Caivano: Fiaccolata con don Patriciello contro la paura e minacce

Fiaccolata di Speranza a Caivano: La Lumi del Fede Contro la Paura
Un Evento di Luce e Unità
A Caivano, le strade del Parco Verde hanno brillato di luce e determinazione, grazie a una straordinaria fiaccolata. Circa un migliaio di persone ha risposto con calore all’invito di don Maurizio Patriciello, marchiando insieme per una causa comune: accendere la fede e sconfiggere la paura. Questa manifestazione di solidarietà si tiene a quindici giorni dalla minaccia subita dal sacerdote, la consegna di un proiettile durante una messa per i bambini, un gesto che ha scosso la comunità locale.
Una Manifestazione Coinvolgente
Accanto a don Patriciello, si sono unite le massime autorità civili e religiose, tra cui il Vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, e il Commissario straordinario al Comune, Filippo Dispenza. La loro presenza ha rappresentato un chiaro segnale: lo Stato è al fianco della comunità, pronto a combattere la criminalità organizzata. Anche il parlamentare dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ha partecipato attivamente alla celebrazione eucaristica che ha preceduto la marcia.
Il Coraggioso Appello di Don Patriciello
Sul sagrato della chiesa, don Patriciello ha rivolto un appello coraggioso a Vittorio, l’uomo che gli aveva consegnato il proiettile. “A Vittorio, ancora una volta chiedo di rivelare chi ti ha mandato”, ha esortato, trasformando la platea di fedeli in una comunità alla ricerca di verità. La sua voce pacata ma ferma ha mescolato compassione e fermezza, richiamando l’attenzione su un gesto di sottomissione che Vittorio aveva subito, etichettato come “scellerato”.
La Lotta per La Trasparenza e la Giustizia
La conclusione del discorso di don Patriciello è stata un chiaro monito: “Qui lo Stato non è andato via”, ha affermato, mentre la folla applaudiva entusiasta. Ha definito una distinzione fondamentale: ci sono quelli che vivono nell’illegalità forzati dalle circostanze, e chi delinque per scelta. Questo chiarimento è fondamentale per costruire ponti di solidarietà, isolando chi opera per causa di opportunismo.
Un Simbolo di Resistenza Civile
La fiaccolata di Caivano ha dimostrato di essere molto più di un semplice rito religioso; è diventata un potente simbolo di resistenza civile. Ogni fiaccola accesa rappresenta una promessa di fronte alla violenza e all’omertà: la paura non avrà l’ultima parola e la ricerca di giustizia sarà illuminata da una luce indomita e collettiva.
In conclusione, la manifestazione di Caivano è stata una chiara dimostrazione che la comunità può unirsi per affrontare le difficoltà e cercare un futuro migliore, liberandosi dall’ombra della criminalità.
Articolo pubblicato il 14 Ottobre 2025 – A. Carlino
Cronaca
Porta Capuana: “Basta degrado e violenza!” In piazza cittadini e commercianti

Porta Capuana: Un Quartiere in Lotta per la Sicurezza
Napoli, un luogo affascinante ma spesso segnato da episodi di degrado. In questo contesto, Porta Capuana si sta mobilitando per chiedere maggiore sicurezza e dignità per i suoi abitanti e commercianti. L’ultimo episodio di violenza ai danni di una donna ha spinto la comunità a scendere in piazza per chiedere un cambiamento.
Manifestazione di protesta
Recentemente, in Piazza Enrico De Nicola, decine di residenti e commercianti si sono riuniti per esprimere il loro malcontento. Tra striscioni e cartelli, la manifestazione è diventata un simbolo della richiesta collettiva di sicurezza. Maria, una salumiera locale, ha evidenziato la gravità della situazione: «Ogni sera assistiamo a risse e furti. Ora anche a violenze sulle donne. La nostra zona è lasciata a sé stessa».
La voce dei commercianti
Antonio, un barista che ha il suo locale di fronte alla piazza, ha condiviso la sua frustrazione: «Dopo una certa ora non c’è più nessuno, solo persone che incutono paura. Dobbiamo chiudere prima perché non ci sentiamo al sicuro. È necessario un aumento della presenza delle forze dell’ordine, non solo dopo gli avvenimenti violenti».
L’appello per interventi concreti
Al sit-in hanno partecipato anche esponenti di associazioni locali, come Rosaria Ferraro del comitato “Vivi la Porta”, che ha sottolineato l’importanza di interventi concreti: «Porta Capuana è una comunità viva che merita attenzione. Abbiamo bisogno di più controlli, servizi, pulizia e illuminazione: la sicurezza è legata alla cura del nostro territorio».
Le misure in discussione
Il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ha risposto all’appello dei cittadini convocando un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Durante un incontro, sono state trattate problematiche simili in altre aree della città, evidenziando la necessità di un piano d’azione per ridurre la microcriminalità e migliorare la qualità della vita.
Iniziative comunitarie
Parallelamente, alcune associazioni locali stanno dando vita a progetti culturali e sociali per affrontare il degrado. Anna, volontaria di un centro sociale, ha spiegato come l’azione collettiva possa fare la differenza: «Offriamo laboratori per i giovani e attività per le persone senza dimora. La risposta al degrado non deve essere solo repressiva, ma deve promuovere la partecipazione collettiva».
Verso un futuro migliore
Nonostante gli sforzi, la comunità di Porta Capuana sente ancora il peso dell’abbandono. La paura è che, una volta passata l’emozione di questo momento, tutto torni come prima. Un commerciante ha commentato: «Ogni volta è la stessa storia. Parliamo per un po’, poi silenzio. Ma noi non ci arrendiamo: questa piazza è casa nostra e vogliamo riprendercela».
In sintesi, Porto Capuana rappresenta una comunità che si sta unendo per il cambiamento, in cerca di un futuro più sicuro e dignitoso.