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Cronaca

Cassazione annulla condanna Massimiliano Imbemba clan Verde

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Cassazione annulla condanna Massimiliano Imbemba clan Verde

La Cassazione Annulla la Condanna a 8 Anni per Massimiliano Imbemba

Il narcotraffico campano è stato protagonista di un colpo di scena significativo con la decisione della Corte di Cassazione di annullare la condanna a otto anni di reclusione per Massimiliano Imbemba, figura centrale nel clan Verde. Questa decisione, presa dalla Quinta sezione della Corte di Cassazione, segna una svolta importante nel processo a carico di Imbemba, che era stato condannato in base alle accuse di essere coinvolto in attività di narcotraffico.

Il Contesto del Processo

L’udienza di recente ha visto la Corte di Cassazione esaminare i ricorsi presentati da diversi esponenti del clan Verde, un’organizzazione criminale attiva nei comuni di Sant’Antimo, Grumo Nevano e Casandrino, nonché da un gruppo criminale dedito al traffico di stupefacenti tra Sant’Antimo e Arzano. I giudici supremi hanno espresso la loro decisione dopo un’attenta valutazione delle prove e delle argomentazioni presentate.

La Decisione della Cassazione

La decisione della Corte di Cassazione ha stabilito l’annullamento della condanna per Imbemba, mentre le condanne per gli altri sette imputati sono state confermate. Questa scelta è stata motivata dalla valutazione delle prove e dalla considerazione degli elementi probatori presentati nel processo. La Cassazione ha ritenuto che le motivazioni addotte dai gradi inferiori non reggessero al vaglio di legittimità, portando così all’annullamento totale della sentenza senza rinvio per una rideterminazione della pena.

Le Implicazioni della Sentenza

La sentenza emessa dalla Corte di Cassazione potrebbe avere implicazioni significative sull’inchiesta relativa al clan Verde, uno dei gruppi criminali più radicati nel hinterland napoletano. Questa decisione solleva interrogativi sulla robustezza delle prove raccolte contro figure di secondo piano nelle gerarchie mafiose e potrebbe influenzare l’andamento dell’inchiesta nel suo complesso. Per Massimiliano Imbemba, che era stato scarcerato in attesa del giudizio, si profila ora una possibilità di ribaltare il suo destino giudiziario.

Il Prossimo Capitolo del Processo

Il processo di rinvio sarà celebrato da un’altra sezione della Corte d’Appello di Napoli, che dovrà esaminare nuovamente il caso partendo da zero. Questo processo rappresenterà un nuovo capitolo nella storia giudiziaria di Massimiliano Imbemba e potrebbe portare a una riconsiderazione delle prove e delle accuse presentate contro di lui. La vicenda continua a tenere banco nelle aule giudiziarie partenopee, con ombre di collusioni familiari e traffici di stupefacenti che non smettono di infestare i quartieri vesuviani.

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Strage sulla Statale: 4 morti, 6 feriti

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Strage sulla Statale: 4 morti, 6 feriti

Un incidente stradale devastante si è verificato sull’Agri, provocando la morte di quattro persone e il ferimento di sei altre. L’incidente è avvenuto quando un’auto con 10 persone a bordo, una Renault Scenic a 7 posti, ha colliso con un camion Iveco Eurostar sulla strada statale 598 di Fondo Valle d’Agri. Le vittime e i feriti sono probabilmente tutti cittadini pakistani.

Dettagli dell’incidente

L’incidente è avvenuto intorno alle 14:20 al chilometro 121+100 della strada statale 598 di Fondo Valle d’Agri. L’impatto è stato estremamente violento e ha richiesto l’intervento di un vasto dispiegamento di soccorsi, tra cui i Vigili del Fuoco di Matera e Policoro, il personale del 118, la Polizia di Stato e l’elisoccorso per trasportare i feriti negli ospedali della Basilicata.

Le vittime e i feriti

Le prime ricostruzioni indicano che tutte le vittime e i feriti sono cittadini di nazionalità pakistana. Questo dettaglio squarcia il velo su un dramma nel dramma, poiché si tratta probabilmente di una comunità di lavoratori o forse anche di una famiglia intera che ha perso la vita o è stata ferita in questo incidente.

La sicurezza stradale in Italia

Questa strage non è un caso isolato, ma fa parte di un bollettino di guerra quotidiano che le cronache riportano ormai con tragica regolarità. Le strade italiane continuano a mietere vittime in un “massacro invisibile” che ogni anno conta oltre tremila morti. Ogni vittima ha un nome, una storia, un volto, e i quattro morti di Scanzano Jonico si aggiungono oggi all’interminabile lista che fa dell’Italia un Paese dove la sicurezza stradale rimane un’emergenza nazionale costantemente sottovalutata.

Le indagini

La Polizia indaga sulle dinamiche dell’incidente, cercando di capire se si sia trattato di un sorpasso azzardato, di un colpo di sonno o se le condizioni della strada abbiano giocato un ruolo nell’incidente. Resta il vuoto di dieci esistenze strappate via e la domanda che, dopo ogni tragedia, rimane senza risposta: quando sarà la prossima volta?

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Napoli, investito 46enne sulle strisce pedonali

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Napoli, investito 46enne sulle strisce pedonali

Un grave incidente stradale a Napoli ha riportato alla ribalta il dibattito sulla sicurezza dei pedoni nella città. Un uomo di 46 anni è stato investito mentre attraversava le strisce pedonali in via Mario Palermo, nel quartiere Ponticelli, e ora è ricoverato in prognosi riservata all’Ospedale del Mare. L’incidente è stato causato da una Renault Captur condotta da un 63enne, e le condizioni del pedone sono apparse subito gravissime. La Polizia Locale ha avviato gli accertamenti per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente.

La crisi dei pedoni a Napoli

La città di Napoli è stata colpita da una serie di incidenti stradali che hanno messo in evidenza la criticità della condizione della sicurezza stradale. Le statistiche recenti mostrano che la città registra un elevato numero di vittime e feriti tra i pedoni, e che una significativa percentuale di essi è investita proprio sulle strisce pedonali.

Interventi per la sicurezza stradale

L’Amministrazione comunale ha messo in campo ingenti investimenti per migliorare la sicurezza stradale a Napoli. Sono stati installati nuovi attraversamenti rialzati e luminosi in punti ad alto rischio, come ad esempio in Via Petrarca, Via Caravaggio e Corso Vittorio Emanuele. Inoltre, è stato avviato un vasto ammodernamento delle strisce pedonali con l’uso di materiali elastoplastici e laminati preformati, che garantiscono maggiore durata nel tempo e una visibilità superiore. Sono stati anche approvati progetti per l’installazione di dossi, semafori, paletti e attraversamenti rialzati in tutte le dieci Municipalità, mirando alle strade con la più alta incidentalità.

Zone a velocità limitata

È prevista l’istituzione di “Zone 30”, aree a velocità massima consentita di 30 km/h, come quella sperimentale al Rione Luzzatti, per una moderazione complessiva del traffico. Questi interventi mirano a trasformare radicalmente la segnaletica e la sicurezza passiva in città, ma nonostante ciò, i bollettini di cronaca continuano a registrare incidenti come quello di Ponticelli.

La necessità di una sensibilizzazione culturale

I frequenti investimenti evidenziano come la sola riqualificazione delle strisce e l’installazione di rallentatori, pur essendo fondamentali, non bastino a risolvere il problema alla radice. È cruciale che agli interventi strutturali si affianchino un rafforzamento dei controlli e una profonda campagna di sensibilizzazione per la cittadinanza, affinché il rispetto delle norme stradali diventi una priorità culturale e non solo un obbligo. Il tempo stringe e per molti pedoni napoletani, attraversare la strada è ancora una scommessa pericolosa.

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Operai feriti a Pomigliano: “Ferita aperta del Paese”

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Operai feriti a Pomigliano: “Ferita aperta del Paese”

Incidente sul lavoro a Pomigliano: una piaga nazionale che non si arresta

L’incidente sul lavoro avvenuto a Pomigliano d’Arco, in cui tre operai sono rimasti gravemente feriti a seguito di un’esplosione o di un malfunzionamento, ha sollevato nuovamente la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro. La deputata del Movimento 5 Stelle Carmela Auriemma ha definito l’accaduto “l’ennesima ferita aperta” nel panorama del lavoro italiano, sottolineando che la sicurezza sul lavoro resta un’emergenza strutturale del nostro Paese.

La situazione attuale

Secondo i dati INAIL, nel 2024 si sono registrate oltre 585 mila denunce di infortunio e più di mille decessi. Nei primi nove mesi del 2025, le vittime sul lavoro hanno già superato quota 600. In Campania, regione ad alta densità industriale e manifatturiera, solo nel 2024 sono stati denunciati oltre 20.000 infortuni, con un’incidenza particolarmente alta nei settori dell’edilizia, della logistica e della manutenzione industriale.

La necessità di un intervento deciso

Auriemma ha sottolineato la necessità di un intervento deciso da parte delle istituzioni,Through un aumento dei controlli e della formazione, nonché un maggiore coordinamento tra gli enti preposti ai controlli. “La politica ha il dovere morale e istituzionale di agire”, ha dichiarato. “Nessun lavoratore dovrebbe uscire di casa senza la certezza di poter tornare a casa sano e salvo”.

Il dibattito nazionale

L’incidente di Pomigliano d’Arco arriva in un momento in cui il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro torna al centro del dibattito nazionale, dopo mesi segnati da tragedie in fabbriche, cantieri e impianti industriali da Nord a Sud. I sindacati ricordano che ogni episodio non è soltanto una fatalità, ma “il sintomo di un sistema che troppo spesso antepone la produttività alla tutela della vita”. Intanto, i tre feriti di Pomigliano restano ricoverati in ospedale, con uno di loro che lotta ancora tra la vita e la morte.

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