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Cronaca

Carabinieri sigillano villino abusivo su terra comunale, la faccia nascosta del territorio

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Carabinieri sigillano villino abusivo su terra comunale, la faccia nascosta del territorio

AbusiEdilizi a Napoli, i Carabinieri sequestrano un villino abusivo da 220 mq su terreno comunale a Barra.

La notizia degli ultimi giorni è quella del sequestro di un villino abusivo da parte dei Carabinieri di Poggioreale e del Comune di Napoli. L’immobile, che si trovava nel quartiere di Barra, era stato costruito senza alcuna autorizzazione su un’area demaniale. L’operazione è stata condotta in sinergia con l’Ufficio Tecnico del Comune di Napoli e ha comportato il “sequestro preventivo” dell’immobile, disposto dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura. Il villino, di circa 220 metri quadri, era dotato di un cortile centrale di 80 mq con piscina e gazebo, e rappresenta l’ennesimo caso di occupazione selvaggia che mina il tessuto urbanistico della città.
La donna di 38 anni che viveva nell’immobile con la famiglia è stata denunciata a piede libero con l’accusa di “occupazione abusiva di suolo pubblico” e “abusivismo edilizio in concorso”. Le indagini hanno svelato come la costruzione sia sorta progressivamente negli ultimi due anni, sfruttando l’assenza di controlli in un’area demaniale spesso lasciata all’incuria.
Il sequestro preventivo non è solo un colpo alla singola abusiva, ma è un segnale forte contro un’emergenza cronica. A Barra, come in altre zone della città metropolitana, gli abusi edilizi dilagano da decenni, alimentati da una domanda abitativa insaziabile e da ritardi burocratici.
Secondo dati del Comune, solo nel 2024 sono stati abbattuti o sequestrati oltre 150 immobili irregolari nei quartieri orientali, per un valore stimato in milioni di euro. Questo villino, con il suo cortile “privato” che invadeva spazi pubblici, esemplifica il paradosso: mentre migliaia di famiglie attendono alloggi sociali, privati si appropriano di beni comuni per ricavarne comfort esclusivi.
Ora l’immobile è sotto sigilli, custodito da un maresciallo dei Carabinieri. La 38enne rischia una condanna fino a quattro anni di reclusione e una multa salata, oltre al probabile ordine di demolizione a sue spese.
L’Ufficio Tecnico comunale ha già avviato le procedure per il recupero dell’area, con l’ipotesi di trasformarla in un piccolo parco giochi o in spazi verdi per la comunità. Ma la domanda resta: quanti altri “paradisi nascosti” attendono di essere smascherati? Il caso di Barra è solo la punta dell’iceberg di un problema che affligge la città di Napoli e richiede una risposta forte e decisa dalle autorità.

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