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Cronaca

Camorra: processo al clan Moccia, Gratteri in aula

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Camorra: processo al clan Moccia, Gratteri in aula

Il Processo al Clan Moccia: Una Sfida per la Giustizia Italiana

Il Tribunale di Napoli è stato recentemente teatro di un’udienza di grande importanza, quella del processo al clan Moccia, una delle storiche organizzazioni camorristiche dell’area nord della provincia di Napoli. L’aula 215 del Palazzo di Giustizia era gremita di persone, tra cui il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, che ha deciso di intervenire personalmente per seguire l’udienza. Il processo si celebra dinanzi alla Settima Sezione Penale e vede coinvolti oltre quaranta imputati accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura e traffico di droga.

Il Ritmo Serrato delle Udienze

Dopo la pausa estiva, il processo ha ripreso con un ritmo serrato, con tre o quattro udienze a settimana e fino a trenta testimoni escussi al giorno. Questa accelerazione è stata voluta dalla Procura per evitare il rischio di prescrizioni e nuove scarcerazioni. Tuttavia, questa scelta ha suscitato forti polemiche tra gli avvocati difensori, che denunciano una compressione dei diritti della difesa e hanno annunciato quattro giorni di astensione dalle udienze per protestare contro la gestione processuale emergenziale.

Le Scarcerazioni di Luglio e il Nodo dei Termini

Il procedimento aveva già attraversato un momento critico a luglio scorso, quando quindici presunti membri di spicco del clan Moccia erano stati scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. La Procura aveva immediatamente presentato ricorso al Tribunale del Riesame, poi rigettato lo scorso settembre, confermando la libertà per gli indagati. Le scarcerazioni avevano alimentato polemiche e preoccupazioni negli ambienti investigativi, con il timore che la prolungata durata del processo potesse compromettere anni di indagini e di attività antimafia.

La Presenza di Nicola Gratteri

La presenza di Nicola Gratteri in aula non è stata solo simbolica. Il procuratore ha voluto affiancare i magistrati della DDA e riaffermare la linea di fermezza della Procura partenopea. “I processi di mafia non possono fermarsi o rallentare”, ha detto Gratteri. “La giustizia deve poter garantire tempi certi e risposte chiare, anche per chi attende un giudizio da anni”. Una posizione che ha trovato sostegno tra i colleghi dell’accusa, ma che ha ulteriormente acuito la frattura con la difesa.

Un Maxi-Processo tra Tensioni e Precedenti Illustri

Il processo al clan Moccia è uno dei più ampi e complessi della storia recente della camorra. Originario di Afragola, il gruppo Moccia è considerato da decenni un modello di camorra “imprenditoriale”, capace di infiltrarsi nel tessuto economico e politico campano attraverso società, appalti e investimenti nel settore immobiliare. La mole di atti, testimonianze e intercettazioni rende inevitabilmente complessa la gestione dei tempi processuali, fattore che ha alimentato il dibattito nazionale sulla lentezza dei maxi-processi di mafia.

Il Punto di Equilibrio Ancora Lontano

La tensione tra esigenze di celerità e diritto alla difesa sembra destinata a proseguire. Da un lato, la Procura rivendica la necessità di accelerare per evitare la vanificazione degli sforzi investigativi; dall’altro, la Camera Penale invoca il rispetto dei tempi tecnici e delle garanzie costituzionali. Il processo al clan Moccia prosegue tra polemiche, rinvii e scioperi annunciati, diventando uno dei casi emblematici del difficile equilibrio tra efficienza giudiziaria e tutela dei diritti in Italia.

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Positano: arrestati i pusher di turisti e VIP della Costiera Amalfitana

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Positano: arrestati i pusher di turisti e VIP della Costiera Amalfitana

Blitz Antidroga nella Perla della Costiera: Una Retata Lampo Contro gli Spacciatori

Nella bellissima località di Positano, sulla Costiera Amalfitana, i Carabinieri hanno condotto un’operazione lampo contro una rete di spacciatori che aveva trasformato il paradiso dei vacanzieri in un mercato nero della droga. L’operazione, eseguita all’alba del 7 ottobre 2025, ha portato al sequestro di cocaina e all’emissione di sette misure cautelari nei confronti degli indagati.

Il Raid dei Carabinieri

I militari del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito l’operazione su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, dopo una lunga indagine che aveva iniziato a marzo 2023 con un banale posto di blocco. L’inchiesta ha rivelato una storia di un business fiorente, camuffato tra i colori vivaci delle case a strapiombo sul mare e i sentieri profumati di limoni.

L’Indagine e il Sequestro

Tutto è iniziato con il fermare di un’auto di lusso zigzagante sulle strade tortuose della Penisola Sorrentina. Al volante, uno degli odierni indagati, sorpreso in manovre da far gelare il sangue. Quel controllo, apparentemente routine, si è rivelato la crepa nel muro di un’operazione ben oliata. Da lì, i militari hanno tessuto una rete investigativa fitta come le reti dei pescatori locali, con pedinamenti discreti tra i vicoli di Positano, appostamenti sulle scogliere e intercettazioni telefoniche che hanno catturato conversazioni criptiche su “consegne speciali” e “clienti VIP”.

I Risultati dell’Operazione

Il risultato è stato la ricostruzione di oltre ottanta cessioni di cocaina, dal marzo all’ottobre 2023, con base operativa proprio nel cuore di Positano. I clienti non erano solo i soliti noti del sottobosco locale, ma un flusso costante di turisti, soprattutto stranieri, attratti dal fascino amalfitano e ignari di sfociare in un giro di dosi pronte all’uso. L’operazione ha portato al sequestro di decine di dosi, per un totale di oltre tre etti di cocaina purissima, già porzionata per il dettaglio.

Le Misure Cautelari

Le misure cautelari, calibrate sulla gravità dei ruoli, non hanno lasciato scampo: due indagati sono finiti dietro le sbarre del carcere, privati della libertà per il rischio di reiterazione; altri due sono stati confinati agli arresti domiciliari, con uno costretto a un braccialetto elettronico; un terzo con l’obbligo di dimora al di fuori della provincia di Salerno, con l’obbligo di presentarsi periodicamente ai Carabinieri; per un quarto, il divieto è più chirurgico, niente più dimora a Positano; infine, l’ultimo deve solo firmare il registro della Polizia Giudiziaria, ma sotto lo sguardo vigile delle forze dell’ordine. L’operazione si è estesa come una onda oltre i confini campani, toccando le province di Napoli, Salerno, Cosenza, Lecce e Pescara, dove i complici sono stati pizzicati uno a uno.

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Riparte Cantina&Cultura, libri e talk l’8 ottobre

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Riparte Cantina&Cultura, libri e talk l’8 ottobre

Il mese di ottobre si preannuncia caldo a Salerno, grazie al ritorno di Cantina&Cultura, il format di Cantina Verace che unisce sapori e storie nel cuore della città. Questa rassegna unica nel suo genere, che соединisce cultura e vino, promette di essere un itinerario emozionante tra letteratura, giornalismo e storie di territorio. Il primo appuntamento è già alle porte, l’8 ottobre, e sarà dedicato alla memoria di Amleto De Silva, scrittore e vignettista anticonformista recentemente scomparso.

Il programma di ottobre

Il programma di ottobre si apre con la serata dedicata ad Amleto De Silva, durante la quale verrà presentata anche la “scuola elementare” Amleto De Silva, laboratorio di scrittura e pensiero critico nato per trasmettere ai più giovani l’amore per le parole libere. Il 15 ottobre sarà la volta del giornalismo, con Clemente Ultimo, direttore di Linea Mezzogiorno, che racconterà la sfida di un quotidiano capace di guardare al Sud con una prospettiva globale.

Docufilm e letteratura

Il 22 ottobre sarà il momento di Gate 48. Ultras Salerno, il docufilm di Umberto Adinolfi – regia di Fernando Inglese – che ripercorre cinquant’anni di passione granata, dalle prime curve del 1975 ai giorni nostri, in un viaggio emozionante tra memoria e identità. A chiudere il mese, il 29 ottobre, il ritorno in libreria di Linda Di Giacomo con il thriller Morto che scrive (Caffè Orchidea), nuova indagine della grafologa Agnese Malaspina, presentata in dialogo con Rosita Sosto Archimio.

Conclusione

La rassegna di ottobre promette di essere un itinerario tra cultura popolare, letteratura e storie di territorio, confermando Cantina&Cultura come uno dei format più vivaci del panorama salernitano. Con questo programma ricco e variegato, Cantina&Cultura si conferma come un punto di riferimento per chi ama la cultura e il vino, e si preannuncia un ottobre caldo e emozionante a Salerno. Articolo pubblicato il 7 Ottobre 2025 – 12:01 – Vincenzo Scarpa.

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Ladro in bici a Napoli: 46enne arrestato di notte

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Ladro in bici a Napoli: 46enne arrestato di notte

Un caso di furto originale è stato scoperto nella notte a Napoli, dove i carabinieri della stazione di Capodimonte hanno arrestato un uomo di 46 anni, già noto alle forze dell’ordine, mentre rubava pezzi d’auto e fuggiva su una bicicletta elettrica. L’arresto è avvenuto poco prima delle 2 del mattino, quando i militari hanno notato l’uomo armeggiare vicino a un’auto in sosta nel quartiere San Carlo all’Arena. Il ladro, identificato come Mario Biino, è stato sorpreso mentre sottraeva lo stereo della vettura e successivamente è stato fermato e perquisito.

Dettagli dell’arresto

I carabinieri hanno scoperto che Biino era in possesso di chiavi alterate, un altro impianto stereo e due fanali posteriori di una Fiat 500, rubati poco prima nel quartiere Vomero. La refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari, che hanno espresso sorpresa e incredulità per l’accaduto.

Le conseguenze dell’arresto

Biino è stato arrestato e ora è in attesa di giudizio. L’arresto è stato possibile grazie alla pronta azione dei carabinieri, che hanno sventato il furto e recuperato la refurtiva. Il caso rappresenta un esempio di come la tecnologia, come la bicicletta elettrica, possa essere utilizzata per commettere reati, ma anche di come la vigilanza e l’azione rapida delle forze dell’ordine possano prevenire e risolvere tali casi.

Il contesto del furto

Il quartiere San Carlo all’Arena, dove è avvenuto il furto, è un’area densamente popolata di Napoli, con molte auto in sosta. Il fatto che il ladro abbia utilizzato una bicicletta elettrica per fuggire suggerisce che abbia pianificato il furto con cura, cercando di evitare di essere notato. Tuttavia, la pronta azione dei carabinieri ha sventato i suoi piani e ha portato alla sua cattura.

Articolo pubblicato il 7 Ottobre 2025 – 11:49 – Vincenzo Scarpa

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