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Cronaca

Bracconieri selvaggi fermati a Poggiomarino, 7 in manette e 40 indagati

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Bracconieri selvaggi fermati a Poggiomarino, 7 in manette e 40 indagati

traffico di fauna selvatica, un cancro per l’ambiente campano #bracconaggio #campania

La Polizia Metropolitana di Napoli ha effettuato un’operazione contro il traffico di fauna selvatica nella zona di Poggiomarino, contro una banda di persone che si dedicavano alla cattura e alla vendita di uccelli protetti. L’inchiesta ha portato all’arresto di sette persone e al sequestro di oltre 270 esemplari di uccelli, tra cui cardellini e altre specie protette o esotiche.

I reati contestati, oltre a quello associativo, comprendono furto ai danni del patrimonio dello Stato, ricettazione, maltrattamento di animali e commercio di fauna selvatica protetta ai sensi della legge 157/1992. La banda operava in tutta la Campania, con un garage a Poggiomarino come fulcro del traffico, dove i bracconieri consegnavano quotidianamente i volatili al capo del gruppo.

Gli uccelli, catturati con reti e trappole, venivano acquistati dal promotore dell’associazione e rivenduti a collezionisti e intermediari con prezzi che andavano dai 100 euro fino a 8.000 euro per esemplare. La pratica è tanto redditizia quanto brutale, alimentata da una rete di bracconieri professionisti che catturavano quotidianamente decine di volatili.

Dalle intercettazioni telefoniche e dai filmati raccolti dagli investigatori emerge un quadro di maltrattamenti estremi. Per migliorare le capacità canore, alcuni cardellini venivano accecati intenzionalmente, una pratica illegale che li induceva a cantare in modo continuo per il disorientamento causato dalla cecità. Quando le prestazioni canore non risultavano soddisfacenti, gli animali venivano eliminati con violenza, sbattuti contro i muri o lasciati morire di fame.

Il traffico di fauna selvatica è una piaga ambientale che colpisce la Campania, con migliaia di esemplari catturati ogni anno e ammassati in piccole gabbie, tenuti in condizioni igieniche disastrose. Circa la metà di essi muore prima di essere immessa nel mercato nero, mentre i sopravvissuti finiscono nelle mani dei collezionisti o degli allevatori clandestini.

La Polizia Metropolitana ha sequestrato decine di canarini maltrattati, gabbie-trappola, reti, richiami acustici e altri strumenti tipici del bracconaggio. Quaranta uccelli sono già stati liberati, mentre gli altri verranno reintrodotti in natura dopo un periodo di osservazione veterinaria. L’operazione è un passo importante nella lotta contro il traffico di fauna selvatica, ma è necesario continuare a lavorare per proteggere l’ambiente e gli animali.

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