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Cronaca

Bambino disabile escluso da scuola a Napoli, denuncia dei legali

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La Storia di un Bambino Disabile Escluso da una Scuola a Napoli

Nella città di Napoli, una vicenda ha scosso l’opinione pubblica e sollevato importanti interrogativi sui diritty dei minori e sull’inclusione scolastica. Un bambino disabile, che frequentava regolarmente i corsi di lingua inglese presso l’istituto linguistico English Adventures s.r.l. (British Institutes Napoli Vomero), è stato escluso dalla scuola perché la direzione ha affermato di non essere in grado di gestirlo in aula.

Il Caso e le Reazioni

Il caso è stato denunciato dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, che assistono la famiglia napoletana al centro della vicenda. Secondo quanto riferito, il bambino ha sempre partecipato con serenità e profitto alle attività didattiche senza alcun problema di convivenza o rendimento. Tuttavia, all’atto del rinnovo dell’iscrizione per il nuovo anno, la scuola ha comunicato il diniego in modo improvviso e senza giustificazioni plausibili.

La Risposta della Scuola e la Posizione della Famiglia

Nonostante la famiglia abbia offerto di garantire a proprie spese la presenza di un educatore di supporto, la direzione dell’istituto ha respinto anche questa soluzione. Gli avvocati Pisani hanno definito questa chiusura “incomprensibile” e hanno sottolineato che aggrava la lesione della dignità del bambino e dei suoi genitori.

Le Richieste della Famiglia e gli Sviluppi del Caso

Per questo motivo, gli avvocati hanno inviato una formale diffida all’istituto, chiedendo scuse pubbliche per l’accaduto, il risarcimento dei danni morali e materiali subiti dalla famiglia, e l’adozione di misure interne di formazione e revisione organizzativa per evitare che episodi simili possano ripetersi. La vicenda è stata segnalata al Ministero dell’Istruzione e del Merito, all’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e al Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza.

L’Importanza dell’Inclusione e le Pari Opportunità

“L’inclusione non è un favore, ma un dovere morale e giuridico”, hanno sottolineato gli avvocati. “Un istituto che si definisce educativo non può chiudere le porte a un bambino solo perché ha una disabilità. È una pagina buia per Napoli e per la scuola italiana”. Il caso ha riaccende il dibattito sul diritto allo studio e sulla necessità di garantire pari opportunità ai minori con disabilità in ogni ambiente formativo, pubblico o privato.

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