Cronaca
Aggredito dirigente Irpiniambiente ad Avellino

Aggressione a Avellino: il dirigente di Irpiniambiente pestato sotto casa
Avellino è stata teatro di una violenta aggressione all’alba, quando Carmine Laudonia, 62 anni, dirigente della sede di Monteforte Irpino della società provinciale Irpiniambiente, è stato assalito da due individui con il volto coperto da scaldacollo. L’uomo, che usciva di casa per recarsi al lavoro, è stato colpito più volte con una spranga di ferro e ha riportato diverse ferite.
Il pestaggio e il sospetto di un avvertimento
Gli investigatori escludono l’ipotesi della rapina, poiché nulla è stato sottratto a Laudonia. Ciò, insieme alle modalità dell’aggressione, fa ritenere che il gesto possa essere stato premeditato e collegato all’attività lavorativa del dirigente. Il pestaggio potrebbe rappresentare un gesto intimidatorio maturato nell’ambito delle tensioni interne alla gestione del personale e dei servizi di raccolta.
Le indagini e la situazione di Irpiniambiente
La Squadra Mobile della Questura di Avellino indaga sull’episodio e ha già ascoltato la vittima e acquisito le immagini delle telecamere presenti nella zona. Gli investigatori stanno verificando eventuali segnali di minacce o contrasti recenti riconducibili all’ambiente di lavoro. Al momento, non si esclude alcuna pista, ma la coincidenza tra il ruolo di responsabilità di Laudonia e la dinamica dell’aggressione spinge gli inquirenti a privilegiare la pista del movente professionale.
La situazione attuale
Il clima resta teso attorno alla società Irpiniambiente, da tempo al centro di contestazioni sindacali e polemiche gestionali. L’aggressione potrebbe essere un messaggio di intimidazione contro chi ricopre posizioni dirigenziali nella gestione dei servizi ambientali in provincia. Laudonia è stato trasportato d’urgenza al Moscati di Avellino, dove è stato sottoposto a sutura per dieci punti di ferita alla testa e a una TAC di controllo. La sua condizione non è critica, ma gli investigatori continuano a lavorare per scoprire i responsabili dell’aggressione e i motivi che li hanno spinti a compiere questo atto di violenza.Fonte
Cronaca
Denunciato 59enne per maltrattamenti a cane a Monteforte Irpino

Il caso di maltrattamento di animali che ha scosso la comunità di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino, è un chiaro esempio di come la mancanza di rispetto e di cura verso gli animali possa portare a conseguenze gravi e dolorose. Un uomo di 59 anni, residente nella zona, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Avellino con l’accusa di maltrattamento di animali dopo aver tagliato le orecchie al suo cane con un intervento fai-da-te, senza alcuna motivazione sanitaria e senza l’autorizzazione di un medico veterinario.
Il ruolo dei Carabinieri nel caso
I Carabinieri del Nucleo Forestale hanno scoperto l’episodio durante una serie di controlli sugli animali d’affezione presenti sul territorio irpino. Durante un’ispezione, i militari hanno accertato che il cane, un Pastore del Caucaso di circa sette anni, era stato sottoposto a una conchectomia bilaterale, ovvero al taglio completo delle orecchie, pratica vietata dalla legge se non per comprovate ragioni terapeutiche.
La legislazione italiana sulla tutela degli animali
La normativa italiana in materia di tutela degli animali, e in particolare la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, vieta da anni interventi chirurgici non necessari come il taglio delle orecchie o della coda, ritenuti atti di crudeltà privi di giustificazione medica. L’uomo rischia ora una denuncia per maltrattamento di animali ai sensi dell’articolo 544-ter del Codice penale, che prevede la reclusione da tre a diciotto mesi o una multa fino a 30mila euro per chi cagiona sofferenze o lesioni ingiustificate a un animale.
Le conseguenze del maltrattamento di animali
Il caso di Monteforte Irpino è un esempio di come il maltrattamento di animali possa avere conseguenze gravi e dolorose per gli animali stessi. Il cane è stato visitato da un veterinario dell’ASL per verificarne le condizioni di salute, e l’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Avellino. Le forze dell’ordine hanno annunciato che i controlli proseguiranno nei prossimi giorni in tutta la provincia di Avellino, con particolare attenzione a canili, allevamenti e animali domestici di grossa taglia, al fine di prevenire e contrastare pratiche illecite e maltrattamenti.
La prevenzione del maltrattamento di animali
La prevenzione del maltrattamento di animali è fondamentale per garantire il benessere e la salute degli animali. È importante educare la popolazione sull’importanza del rispetto e della cura verso gli animali, e sulle conseguenze gravi del maltrattamento. Le forze dell’ordine e le autorità competenti devono lavorare insieme per prevenire e contrastare il maltrattamento di animali, e per garantire che coloro che commettono tali crimini siano puniti secondo la legge.Fonte
Cronaca
Ladro “fantasma” della metro di Napoli becca un’anziana

Un Ladro Fantasma nella Metropolitana di Napoli
Nella stazione Municipio della metropolitana di Napoli, un 24enne rumeno è stato arrestato per aver rubato il telefono a un’anziana signora di 72 anni. L’arresto è stato possibile grazie all’occhio vigile della Polizia Ferroviaria, che ha messo fine al furto lampo con un’operazione fulminea. Il fatto è avvenuto sabato pomeriggio, intorno alle 17, quando il convoglio della Linea 1 diretto a Piscinola si è fermato alla stazione Municipio, uno snodo nevralgico con oltre 20mila passaggi giornalieri.
Il Modus Operandi del Ladro
Il giovane ladro, identificato come Ion P., ha utilizzato un modus operandi classico per i borseggiatori: si è avvicinato alla vittima durante la calca al momento della ripartenza del treno e ha afferrato il telefono dalla sua mano tremante. Tuttavia, i poliziotti del Compartimento Polizia Ferroviaria “Campania” erano presenti in abiti civili e hanno notato il comportamento sospetto del giovane, bloccandolo prima che potesse fuggire.
Le Indagini e l’Arresto
Le indagini, coordinate dal pm di turno, hanno rivelato che il giovane opera spesso in coppia con complici non identificati, puntando a dispositivi di valore medio per rivenderli sul mercato nero dei centri storici. Il ladro ha precedenti per piccoli reati contro il patrimonio e è stato portato negli uffici della Questura per gli accertamenti. Il fatto è avvenuto in un momento in cui i furti su treno nella Linea 1 della metropolitana napoletana hanno registrato un aumento del 15% rispetto all’anno precedente, secondo i dati del Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno.
La Risposta della Polizia
L’arresto del ladro è un esempio della efficacia della Polizia Ferroviaria nel contrastare i reati nella metropolitana di Napoli. L’operazione fulminea ha messo fine al furto lampo e ha recuperato il cellulare intatto dalla tasca interna della giacca del ladro. La Polizia Ferroviaria continua a lavorare per garantire la sicurezza dei passeggeri e prevenire i reati nella metropolitana napoletana.
Cronaca
Il Cristo Velato: arte e leggenda di Sansevero

Il Mistero del Cristo Velato: Un Viaggio tra Arte e Leggenda
Nel cuore del centro storico di Napoli, la Cappella Sansevero è un luogo di grande fascino che ospita il celebre Cristo Velato, un capolavoro scultoreo che cattura da secoli lo sguardo dell’ammirazione. L’opera, realizzata da Giuseppe Sanmartino nel 1753, rappresenta l’incontro tra genialità artistica, impegno tecnico e mito. Il velo marmoreo che avvolge il corpo del Cristo è un vero e proprio miracolo tecnico, capace di suggerire la pelle, i muscoli e le vene con una precisione estrema.
Origini e Contesto: La Cappella Sansevero e il Committente
La storia della Cappella Sansevero affonda le sue radici tra miracolo popolare e devozione familiare. Secondo una narrazione tramandata fin dal Seicento, un uomo destinato al carcere, ma dichiaratosi innocente, transitando di fronte al palazzo dei Di Sangro avrebbe assistito al crollo di un muro di cinta, dietro al quale apparve un’immagine della Madonna. Questo episodio miracoloso fu l’embrione di un culto locale che portò alla costruzione di una “picciola cappella” dedicata a Santa Maria della Pietà.
La Trasformazione Settecentesca: Raimondo di Sangro e il Progetto Iconografico
Il settimo principe di Sansevero, Raimondo di Sangro, decise di fare della cappella un “tempio vivente” dell’arte e del simbolo. A partire dagli anni Quaranta del Settecento, promosse un’opera complessiva di restyling, aggiungendo cornicioni, elementi illusionistici, decorazioni policrome e opere d’arte di grande levatura. Il progetto iconografico di Raimondo di Sangro prevedeva che ogni scultura, ogni ornamento e ogni dipinto inserisse un tassello in un disegno unitario.
Il Cristo Velato: Genesi, Tecnica e Mistero
Il Cristo Velato è una scultura marmorea a grandezza naturale che raffigura il Cristo morto, sdraiato su un materasso con il capo inclinato, avvolto da un sudario che aderisce perfettamente alle sue forme. La resa illusionistica del sudario è un vero e proprio miracolo tecnico, capace di suggerire la pelle, i muscoli e le vene con una precisione estrema. La tecnica utilizzata da Sanmartino per realizzare il velo marmoreo è ancora oggetto di discussione e leggenda, con alcune teorie che suggeriscono l’uso di sostanze chimiche o alchemiche.
Simbolismo, Leggende e Fascino Duraturo
La fama del Cristo Velato non è dovuta soltanto alla sua perfezione formale, ma anche al legame con un contesto simbolico e leggendario. Il mistero del velo, il ruolo del principe di Sangro e le scoperte sotterranee della Cappella alimentano da sempre suggestioni intriganti. La Cappella Sansevero è un luogo che continua a fascinare e a ispirare, un vero e proprio tesoro dell’arte e della cultura napoletana.